Entro il 2025 il fabbisogno di acqua aumenterà di oltre il 50%. E gli agricoltori saranno i più colpiti. In particolare nei Paesi a basso reddito. Dove i raccolti dipendono direttamente da sistemi di irrigazione ad alto consumo d’acqua. Molto più rispetto all’America Settentrionale o all’Europa.
Emergenza acqua
La tecnologia a difesa delle risorse idriche, quindi. Nel settore più a rischio: l’agricoltura. Soprattutto nelle nazioni africane e asiatiche che dipendono in massima parte dalla produzione agricola per il proprio sostentamento. L’International food policy research institute (Ifpri) ha analizzato i tassi di crescita demografica e di consumo idrico. La rapida crescita demografica sta condizionando la disponibilità di acqua. Nel 2025 saranno circa 3 miliardi le persone in pericolo. Principalmente nelle aree subsahariane. Dove dall’attuale 30% di popolazione senza accesso all’acqua si passerà all’80%. Nel Medio Oriente. Nell’Africa settentrionale. Con una riduzione del 25% di persone che avranno acceso all’oro blu. In Cina e India. Soprattutto nelle aree urbane). La domanda di acqua è correlata alla produzione di cibo. E, dunque, alla crescita demografica. Mediamente, la produzione di cibo per una famiglia richiede 70 volte la quantità di acqua utilizzata per uso domestico. Per produrre un chilo di pane occorrono mille litri d’acqua. Per un chilo di riso 5 mila litri. Per un hamburger 11 mila.
30% di risparmio idrico
Il soccorso arriva anche dalle innovazioni tecnologiche. Andrea Liverani ha 24 anni e vive a Terralba in Sardegna. Ha appena vinto l’Oscar green nazionale. Il premio alla creatività ideato e promosso da Coldiretti Giovani. Con il patrocinio del ministero delle Politiche Agricole. E del dicastero delle Politiche Giovanili. L’agri-architetta di Girasole Luisa Cabiddu è stata premiata per il suo contributo all’economia verde. Progetta e costruisce le case in paglia. Liverani, invece, ha vinto la categoria “Fare rete”. Con il suo progetto di rete sperimentale sull’agricoltura di precisione. Un’ invenzione che evita lo spreco d’acqua. E che consente di somministrare solo il concime e il fertilizzante strettamente necessario.
Monitoraggio
Il drone è il risultato di una start up. Con la collaborazione di Coldiretti Oristano. E diventa la sentinella della campagna. Consentendo un risparmio idrico del 30%. Oltreché dei concimi e dei fitofarmaci. Il progetto, in sinergia con la fondazione Medsea, coinvolge 10 aziende agricole. Si basa su un monitoraggio settimanale aereo. Così il drone dotato di sensori e camere multi-spettrali analizza la situazione. E intuisce, pianta per pianta, quale sia il reale fabbisogno energetico. E indica, al trattore in moto sul campo, dove erogare più o meno fertilizzante. Metodologia equivalente per gli irrigatori d’acqua. E per la lotta ai parassiti. Fino ad oggi si è stati abituati a ragionare per ettari. Oggi, invece, si ragiona per centimetri quadrati.
Agricoltura 4.0
“Un passo verso l’agricoltura sostenibile che utilizza la tecnologia. Ma non dimentica la tradizione– osserva il presidente dei giovani agricoltori sardi della Coldiretti, Frediano Mura -. Gli ‘Oscar green’ ancora una volta ci ha fatto scoprire un’agricoltura giovane e dinamica. Con le giovani aziende sarde protagoniste che si sono distinte. E sono risultate tra le migliori realtà innovative italiane. Nelle ultime cinque edizioni la Sardegna ha partecipato alle selezioni finali del premio nazionali con sette aziende“.