Dokita a Interris.it: ” Ci si salva solo collaborando”. Al servizio dei bimbi disabili del Camerun

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In soccorso dell’infanzia e della disabilità in Camerun. “Lavoriamo da anni per dare ai bambini un futuro migliore. Una vita normale. Grazie a progetti che hanno lo scopo di ottenere l’integrazione sociale di cui hanno bisogno”, spiega a Interris.it Mario Grieco, direttore di Dokita Onlus.

Sos Camerun

“Spero che la pandemia e la relativa prova a cui ci sta sottoponendo servano a ricordarci che viviamo tutti sotto lo stesso cielo. E che fratellanza, cooperazione, solidarietà possono servire a combattere avidità, odio e intolleranza- evidenzia a Interris.it il direttore di Dokita Onlus-. Anche Papa Francesco, nella sua ultima enciclica sociale “Fratelli tutti”, ci ricorda come fraternità e amicizia siano le vie per costruire un mondo più giusto e pacifico. Che dica no alla globalizzazione dell’indifferenza. In un mondo globalizzato e interconnesso ci si può salvare solo collaborando insieme”.

Possibilità negate

Aggiunge Mario Grieco: “Dokita si occupa delle persone più emarginate. Il nostro obiettivo è di non lasciare dietro nessuno. In alcune zone del mondo i disabili non hanno l’aiuto e i sussidi che dovrebbero avere. Cure fisioterapiche. Assistenza medica. Possibilità di ricevere interventi chirurgici. Sono privilegi per pochissimi“.

Progetti

Le attività promosse da Dokita Onlus nello specifico, evidenzia Mario Grieco, sono “l’accoglienza residenziale dei minori con disabilità. La rieducazione uditiva. La riabilitazione motoria dei minori con disabilità. L’istruzione scolastica ai minori con disabilità. L’insegnamento della lingua dei segni ai minori con disabilità. La realizzazione di corsi di formazione professionale a favore di disabili. Sartoria. Calzoleria. Falegnameria. Informatica. Allevamento. Piscicoltura. L’insegnamento della lingua dei segni ai familiari dei minori con disabilità. La sensibilizzazione sull’uso della lingua dei segni”. Nel 2017 Dokita ha avviato un ulteriore progetto di formazione in sartoria per giovani donne. Nella città di Sangmelima. Con l’obiettivo di affrontare il problema della forte disuguaglianza di genere nelle opportunità formative e lavorative. E la conseguente dipendenza economica e socio-culturale delle donne.

Disabilità

Sms solidali per garantire cure mediche. Accoglienza. E supporto scolastico ai bambini disabili del Camerun, Paese in cui oltre il 23% delle persone con età compresa tra i 2 e i 9 anni lotta ogni giorno con almeno una forma di disabilità. Spesso legata alle conseguenze di malattie infettive. Come la polio. La malaria. La lebbra. O il morbillo (63% dei casi). L’organizzazione umanitaria Dokita da oltre 30 anni offre un aiuto concreto ai più fragili. In Italia e nel mondo. La onlus lancia la campagna sms solidale “Tutti Uguali”. Per aiutare i bambini disabili a conquistare un presente uguale a quello di tutti gli altri bambini. E a camminare verso un futuro più sereno. Si può inviare un sms. O fare una chiamata da rete fissa al numero solidale 45580. L’iniziativa caritativa è attiva fino 28 marzo.

In pandemia

“In questi mesi di emergenza Covid-19, la vita dei disabili è ancora più difficile. Soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Dove spesso le persone con disabilità si scontrano con la mancanza di strutture sanitarie adeguate. E con rigide barriere sia architettoniche che socioculturali– racconta Mario Grieco-. I bambini disabili del Camerun, purtroppo, non sono uguali a tutti gli altri bambini. A causa delle grandi difficoltà di accesso a terapie adeguate. All’istruzione. E spesso persino al calore di una famiglia. Non godono delle stesse opportunità garantite ai loro coetanei nati in Paesi più ricchi e sviluppati. In Camerun i servizi per i disabili sono spesso carenti. Le strutture attrezzate per accogliere bambini con bisogni speciali sono pochissime”.

Emarginazione

Prosegue il responsabile della Onlus: “Nella maggior parte dei casi, i bambini con fragilità vengono rifiutati persino dalle loro famiglie. Sia per mancanza di risorse economiche. Sia per ragioni legate allo stigma ancora troppo spesso associato alla loro condizione. Essere un bambino disabile in Camerun significa, nella maggior parte dei casi, non avere la possibilità di accedere ai servizi medici e fisioterapici. Non poter frequentare la scuola. E non poter ricevere un’adeguata assistenza e nutrizione. In altre parole essere emarginato. Superare questa ingiustizia è un dovere. E per farlo dobbiamo fornire a questi bimbi gli strumenti per vivere un’infanzia felice. Esattamente come quella dei loro compagni. Cioè cure mediche e fisioterapiche, accoglienza e istruzione”.

 

 

Giacomo Galeazzi: