Bullismo, amore e rapporto genitori-figli. Simone Riccioni racconta “Neve”

Simone Riccioni e Azzurra Lo Pipero, i protagonisti del film Neve. Foto © Avvenire

Un film commovente che esplora la profondità e la complessità dei legami umani, il dolore e la rabbia per la perdita di una persona cara, e affronta in maniera delicata e non aggressiva il tema del bullismo e del cyberbullismo. Nell’opera prima di Simone Riccioni si intrecciano la vita di Neve (Azzurra Lo Pipero), una ragazzina di 10 anni bullizzata a causa del lavoro della madre e quella di Leonardo Morino (Simone Riccioni). Una storia tanto emozionante quanto profonda, capace di toccare e conquistare il cuore degli spettatori. Un film con un messaggio genuino, che trabocca di quella speranza e di quell’amore che rendono capaci di superare ostacoli, differenze e difficoltà.

Il tour nelle sale cinematografiche

Il film, prodotto da Linfa Crowd 2.0. NVP, è in tour nelle sale cinematografiche marchigiane. Alla proiezione al cinema di Fabriano ha partecipato Chiara Biondi, Assessore alla Cultura, all’Istruzione, alle Pari oppotunità e allo Sport della Regione Marche. “Un film delicato, centrato su problematiche attuali con uno sguardo attento verso i giovani e le loro famiglie, la fragilità dei sentimenti in un percorso di crescita, la forza degli adolescenti e la violenza del bullismo negli ambienti scolastici. Il racconto cinematografico, che riesce ad arrivare al cuore degli spettatori, ha il merito di essere d’aiuto e di supporto ai tanti che devono superare le stesse difficoltà della giovane bravissima protagonista – ha detto Chiara Biondi nella doppia veste di assessore alla Cultura e all’Istruzione – Girata interamente tra borghi, colline e montagne marchigiane, quest’opera ha ricevuto un contributo attraverso il bando sulle produzioni audiovisive regionali 2022-2023. Rappresenta, insieme ad altre che sono state girate di recente nelle Marche, la grande attenzione che la Regione riserva al settore. Investiamo nel cinema per la sua funzione culturale e sociale, consapevoli di quanto indotto convogli questo settore per l’economia dei territori e quanto funga da moltiplicatore degli investimenti”.

L’intervista

Interris.it ha intervistato Simone Riccioni al margine dell’evento che si è svolto al Cinema Movieland di Fabriano.

Simone, perché hai deciso di fare questo film? 

“L’idea nasce da una mia vicenda personale. Io non sono nato in Italia, ma in Africa da genitori missionari. Quando avevo sette anni siamo tornati in Italia e gli altri bambini hanno iniziato a bullizzarmi perché ero quello diverso, quello strano… Durante il periodo del Covid questa ferita si è fatta di nuovo sentire ed ho scritto questo film. E’ nato così un piccolo film che tocca delle tematiche importanti com il bullismo e cyberbullismo, ma anche il rapporto genitori-figli con questa crescita dei personaggi, sia di Leo sia di Neve”.

Nel film tratti affronti un argomento molto importante, quello del bullismo, ma in un modo molto delicato, non aggressivo: perché questa scelta?

“Quando si parla di tematiche come il bullismo si tende a farlo in maniera molto forte. Nel film lo affrontiamo in maniera molto semplice e sottile. Spesso, quando si verificano questi episodi, non vengono presi subito in considerazione, la tendenza è di dire: ‘vabbeh, ma stavano scherzando’. Sono molte le persone che, purtroppo, hanno compiuto gesti estremi. Volevo raccontare una storia che potesse arrivare a tutti, in particolare ai ragazzi, perché quel tipo di bullismo lo abbiamo subito tutti”.

Il rapporto genitori-figli è un altro dei temi di cui parli nella tua opera prima. Come mai? 

“Sono dell’idea che a un certo punto i ragazzi di 30 anni devono trasformarsi in uomini veri. Quindi, ho cercato di raccontare qualcosa la storia di un ‘ragazzino’ che piano piano matura e diventa uomo e padre”.

Quale messaggio vuoi veicolare con il tuo film?

“Non siamo responsabili solo per ciò che facciamo, ma anche per ciò che non facciamo. E’ questo il messaggio che vorrei arrivasse a tutti. Quando capita qualcosa di brutto è bene non girarsi dall’altra parte, altrimenti si diventa complici di chi l’azione l’ha compiuta. Il messaggio, quindi, è quello di affrontare qualsiasi cosa e di essere un sostegno per chi è in difficoltà”.

Azzura, cosa ti ha insegnato questa esperienza?

“E’ stata un’esperienza unica, credo di essere cresciuta, mi ha aiutato a capire cosa realmente voglio fare nella vita”.

Nel film interpreti Neve, bambina che viene bullizzata a causa del lavoro della mamma. Pensi che questo tuo ruolo posso essere d’aiuto a chi nella vita reale ha affrontato un problema simile? 

“Il mondo del cinema è un po’ particolare e, se usato bene, credo sia possibile veicolare messaggi positivi. Penso che chiunque sia vittima di bullismo debba trovare la forza di parlarne. Spesso mi arrivano messaggi sui social di ragazze che mi dicono che il film le ha aiutate a trovare la forza per affrontare quanto stavano vivendo”.

Manuela Petrini: