La tutela della famiglia e della sua integrità è posta a fondamento dell’articolo 29 della Costituzione, intesa come un insieme di due o più persone unite spontaneamente da vincoli affettivi (come, ad esempio, moglie e marito) o di sangue (come, ad esempio, genitori e figli): essa è la prima forma di vita in comune tra gli esseri umani. Purtroppo, però, in qualche caso, la famiglia, a causa di comportamenti violenti, può diventare luogo di maltrattamenti a cui è fondamentale porre rapidamente un freno.
L’esperienza di Cosenza
In Calabria, precisamente a Cosenza, grazie all’azione delle Acli e del Coordinamento Provinciale Donne in sinergia con Acli Colf, è nato il progetto “Sunflower” che, attraverso diverse azioni, vuole far fronte alla recrudescenza dei casi di violenza a danno delle donne con gravi ripercussioni sui minori ma anche tutelare il diritto ad essere genitori e al preservare l’integrità e il valore della famiglia nello spirito del cristianesimo sociale proprio delle Acli. Interris.it, in merito a questa esperienza di tutela, ha intervistato l’avv. Santina Bruno, responsabile del progetto “Sunflower”.
L’intervista
Come nasce e che obiettivi ha il progetto “Sunflower”?
“Il progetto ‘Sunflower’ è nato dalla collaborazione tra il Coordinamento Donne Calabria, le Acli Provinciali di Cosenza, il Coordinamento Provinciale “Donne Acli Cosenza”, il Punto Famiglia e le Acli Colf di Cosenza, è finalizzato a dare un supporto alle donne che si trovano ad affrontare, per sé e per i figli, comportamenti violenti e si pone l’obiettivo di aiutare le vittime di violenza che si rivolgono ai nostri sportelli Acli chiedendo un supporto. Attraverso ‘Sunflower’ offriamo consulenza legale e psicologica gratuita a coloro che subiscono maltrattamenti. Queste attività sono rivolte fondamentalmente alle donne ma non solo perché, il progetto è rivolto anche ai padri che si trovano in difficoltà nell’esercizio dei loro diritti di genitorialità. In un certo senso, le attività introdotte sono finalizzate a sedare i conflitti che si generano nelle coppie i quali, inevitabilmente, si ripercuotono sui minori. Cerchiamo quindi di dare un supporto a 360 gradi per evitare la degenerazione della conflittualità nei casi di cronaca di cui, purtroppo, molto spesso si sente parlare”.
Quali sono i vostri auspici per lo sviluppo del progetto “Sunflower”? In che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra azione di tutela della famiglia?
“Diamo un aiuto alle persone in difficoltà cercando di sensibilizzare in merito alle conflittualità che si possono creare in certi momenti della vita familiare. Abbiamo degli specifici sportelli attivi a cui, chi ha necessità, si può rivolgere per chiedere aiuto o per una consulenza gratuita. Nel caso di maltrattamenti, ad esempio, molte donne non denunciano perché non sanno dell’esistenza del gratuito patrocinio. La nostra azione è volta a favorire il rapporto dei figli minori con entrambi i genitori, i quali sono fondamentali per la sana crescita psicofisica dei minori. Vorremo che, come detto recentemente da Papa Francesco, la famiglia possa essere sempre ‘il primo luogo dove imparare ad amare’”.