“I giovani sono il motore del cambiamento e il processo di invecchiamento influenzerà profondamente istruzione, economia e welfare. Ignorare gli investimenti nei giovani è controproducente: tutti dovrebbero contribuire a garantire loro un futuro e renderli protagonisti del cambiamento. È fondamentale creare fiducia e speranza per incentivare la natalità. L’Italia necessita dei suoi giovani e deve promuovere un ambiente che favorisca la loro autonomia e responsabilità, con politiche integrate che riguardino istruzione, lavoro, alloggi, start-up e servizi per le giovani coppie. È importante avere il coraggio di mettere i giovani in una posizione in cui possano veramente contribuire al futuro e non siano costretti a stare ‘parcheggiati’ nella stagione più esplosiva della vita”.
Sono le parole di Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Associazioni Familiari, intervistato da Interris.it in occasione della 4ª edizione degli Stati Generali della Natalità in svolgimento a Roma alla presenza di Papa Francesco e intitolata “Esserci – più giovani più futuro”.
L’intervista ad Adriano Bordignon (Forum Famiglie)
Con quale spirito e speranza il Forum Nazionale delle Associazioni Familiari partecipa ai prossimi Stati Generali della Natalità?
“In Italia, si è verificato un grave cortocircuito: mettere al mondo un figlio è considerato, nei fatti, un costo individuale per la famiglia. Se prima qualcuno poteva avere dei dubbi oggi è chiaro che ogni nuovo figlio è un bene per tutto il Paese oltre che una gioia per i genitori. Crediamo che gli SGdN siano un occasione perché i diversi attori si assumano degli impegni misurabili per rilanciare la natalità. È cruciale che l’intero sistema del Paese investa in questo senso anche per mantenere la produttività e la competitività economica. Il nostro Paese subirà una diminuzione del PIL a causa dei cambiamenti demografici, con previsioni che indicano una perdita di 13 milioni di abitanti tra il 2023 e il 2080, equivalente all’intera popolazione attuale del Mezzogiorno. È urgente intervenire con progetti tempestivi ma orientati al lungo termine e risorse considerevoli. Gli Stati Generali della Natalità offrono un’importante opportunità per confrontarsi. Poi però è necessario passare dalle parole ai fatti”.
Come Forum, cosa chiedete concretamente alla politica per contrastare la denatalità?
“Alla politica, ora più che mai, è richiesto uno sforzo importante, in grado di invertire il calo delle nascite che sta interessando il nostro Paese e che avrà pesanti conseguenze anche sul Pil. La sfida dello squilibrio demografico è enorme e ormai cronica. Bisogna avere il coraggio di uscire dagli schemi o rompere le cornici per offrire una risposta appropriata. È quindi urgente affrontare il problema della denatalità in modo strutturale, altrimenti si avranno drammatiche ripercussioni sull’intera società. È fondamentale adottare un piano strategico europeo che consideri ogni risorsa per la natalità non una spesa bensì un investimento per la comunità. Crediamo ancora nell’utilità di una conferenza intergovernativa tra i diversi Paesi Europei dove si definisca che le politiche demografiche sono investimenti e non costi, e quindi devono essere sostenute nella valutazione del rispetto delle regole del patto di stabilità la cui modifica è appena stata approvata”.
Nello specifico, cosa fare in Italia per rilanciare e sostenere la natalità?
“A livello nazionale sono necessarie diverse misure in chiave sistemica: servizi per la prima infanzia e la cura dei fragili, una riforma fiscale equa verso le famiglie con figli, un assegno unico più generoso, una riforma dell’Isee, una migliore conciliazione tra tempi di famiglia e di lavoro, una qualificazione del lavoro femminile e giovanile. Il Forum delle associazioni familiari sottolinea da tempo che il sostegno alla crescita e alla sostenibilità del Paese dipende anche e soprattutto dal sostegno alle famiglie. La sostenibilità dei nostri ecosistemi è legata al supporto alla natalità, che contrasta anche l’abbandono delle aree interne e lo spopolamento di alcune regioni. A tale scopo, riteniamo prioritario attuare misure economiche, fiscali e lavoristiche, oltre a migliorare i servizi territoriali. È essenziale anche un cambiamento culturale, dove le politiche familiari diventino una vera strategia di sviluppo, non solo un’appendice delle politiche sociali. Oggi, le famiglie con figli hanno bisogno di sostegno per affrontare i cambiamenti in corso e per contribuire al meglio alla crescita del Paese. Basta bonus ma politiche strutturali, generose e universali”.
Qual è l’importanza della presenza di Papa Francesco all’evento?
“La presenza di Papa Francesco è per noi un dono e un incoraggiamento a perseverare con forza e speranza nell’impegno per la famiglia e la natalità. Dobbiamo lucidamente fare un distinguo tra ottimismo e speranza. L’ottimismo rischia di essere un sentimento ottuso e superficiale. La speranza è una forza attiva che richiede impegno costante e anche innovativo, anche di fronte alle grandi criticità ed è il percorso che vogliamo seguire. C’è un grande bisogno di famiglie, ed anche di giovani, che si assumano la responsabilità di accompagnare il Paese fuori dalle secche della rassegnazione e dell’individualismo cercando anche strade nuove e mettendo in campo uno sguardo inedito sul mondo capace di mobilitare e valorizzare risorse non ancora impiegate o disperse. Il sostegno del Santo Padre è un contributo prezioso per chi si impegna nell’associazionismo familiare, dandoci forza nelle sfide quotidiane. Questo è ciò che auspichiamo per i giovani e ciò che ci è stato tramandato. È il cuore di chi ama il nostro Paese e si impegna per renderlo migliore, un luogo in cui vale la pena vivere in ogni fase della vita. Papa Francesco ci esorta a non essere solo spettatori, ma protagonisti del cambiamento”.