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Biblioteche e Fase 2: un servizio per molti ma non per tutti

Sulla difficoltà della ripartenza e sui nodi ancora da sciogliere, In Terris ha intervistato la direttrice della Biblioteca Multimediale "Romualdo Sassi" di Fabriano, la dott.ssa Francesca Mannucci

La fase 2 delle biblioteche italiane è caratterizzata da una riapertura “a step” che rende peculiare la loro situazione, non senza qualche ombra. La sanificazione dei libri e della carta è infatti diversa da quella di altri materiali, quali plastica o legno. Per tale motivo, molte biblioteche hanno preferito non riaprire affatto, in attesa di tempi migliori. Alcune, però, hanno coraggiosamente scelto di tornare ad offrire il servizio di prestito e restituzione alla collettività, così da riaprire al pubblico pur con delle “dolorose” ma necessarie limitazioni. Tagli importanti ai servizi offerti che da un lato sono un primo passo (non scontato) verso la normalità la cui data non è stata ancora fissata, ma dall’altro implicano l’impossibilità per alcune tipologie di utenti di usufruire di questo basilare e – come ricorda la Costituzione – democratico servizio pubblico.

La riapertura di Fabriano

Sull’argomento, In Terris ha intervistato la direttrice della Biblioteca Multimediale “Romualdo Sassi” di Fabriano, la dott.ssa Francesca Mannucci. Fabriano, cittadina dell’entroterra marchigiano in provincia di Ancona, conta oltre 30mila abitanti e un hinterland che è il più vasto della Regione Marche, ed é uno snodo di collegamento (non solo stradale, ma anche culturale) con la vicina Umbria. Oltre ad essere un importante polo industriale, grazie alla produzione di carta (le storiche Cartiere Miliani Fabriano) e di elettrodomestici (Indesit Company, Ariston Thermo Group, Elica, Faber, ecc.) é anche un noto polo culturale. Nel 2013 è stata nominata Città Creativa dell’Unesco, nella categoria “Artigianato, arti e tradizioni popolari” per la produzione della carta a mano. Nel giugno dello scorso anno, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha visitato la cittadina per il XIII Unesco Creative Cities Conference. Una presenza significativa per una zona che, oltre ad aver vissuto la grave crisi economica iniziata nel 2008 con pesanti perdite occupazionali, fa inoltre parte del cratere sismico per i danni subiti nel terremoto del 2016. In questo contesto “ferito”, la riapertura seppur parziale della biblioteca comunale “Romualdo Sassi” ha un significato particolare nel contesto italiano, di vera e propria “resilienza” dinanzi alle tante difficoltà vissute dalla popolazione in questi ultimi dieci anni. Pur non volendo sminuire il valore della riapertura, è però da sottolineare come alcune persone non potranno beneficiare della riapertura.

Libri e coronavirus

I motivi sono rintracciabili nelle difficoltà oggettive legate alla sanificazione che, per i libri – spiega al telefono a In Terris una delle bibliotecarie, la sig.ra Patricia Bartoccetti – è molto diversa rispetto alle superfici non porose, quali plastica, vetro, metallo, ceramica e mobilio in legno. Secondo studi recenti, infatti, il coronavirus può rimanere attivo sulla carta per diverse ore. Per tale motivo, i testi che sono stati toccati dagli utenti al momento della restituzione, vengono messi in quarantena per 10 giorni, prima di poter essere di nuovo dati in prestito. E’ questa possibile contaminazione della carta che impedisce, ad oggi, la riapertura delle sale letture e al pubblico come era prima del Covid-19. La Biblioteca Romualdo Sassi, infatti, ha decine di migliaia di testi in esposizione su scaffali aperti, che – fino alla chiusura dovuta alla pandemia – le persone potevano consultare liberamente. Ora, anche se è presente il gel all’entrata della struttura e c’è l’obbligo della mascherina, diventa impossibile per gli operatori controllare che nessuno tocchi i testi con le mani“. Un protocollo igienico che tutte le biblioteche italiane sono tenute a seguire onde evitare la propagazione del virus. La Fase 2, dunque, porta delle importanti differenze e limitazioni. “Le differenze col pre-pandemia sono molteplici – prosegue la sig.ra Bartoccetti -; innanzitutto, le persone possono solo entrare e sostare brevemente qui all’ingresso, giusto il tempo per consegnare e prendere in prestito il libro scelto. Non si possono consultare i libri a scaffale, perdendo la possibilità di ‘farsi ispirare’ da un titolo o da una copertina scoperto durante la ricerca: i testi vanno ora ricercati sul catalogo online della Biblioteca e richiesti all’operatore al banco al telefono o via mail”.

Internet non è per tutti

E’ internet il nodo della questione. Una non trascurabile parte della popolazione italiana, per motivi legati all’anzianità ma anche alla non praticità con le nuove tecnologie, non usa internet. In molte case – lo si è evidenziato con le difficoltà riscontrate con la didattica a distanza – la rete non c’è per niente. Queste persone, a Fabriano come in Italia, avranno una maggior difficoltà a poter accedere al servizio. Alcuni anziani e soggetti “non connessi”, per avere un libro, dovranno appellarsi al buon cuore dei bibliotecari e chiedere loro di effettuare la ricerca dai terminali della biblioteca, in tempi necessariamente rapidi e senza la possibilità di una consultazione visiva; elementi questi che possono scoraggiare le fasce più deboli dall’utilizzare un servizio che è un loro diritto.

L’intervista

Proprio sulla difficoltà della ripartenza e sui nodi ancora da sciogliere, In Terris ha intervistato la direttrice della Biblioteca Multimediale “Romualdo Sassi” di Fabriano, la dott.ssa Francesca Mannucci.

Dott.ssa Mannucci, quali sono le maggiori difficoltà della ripartenza?
“La biblioteca ha riaperto al pubblico già dallo scorso 3 giugno. Le difficoltà sono quelle legate all’emergenza Covid-19: il rispetto nella struttura alle norme di contenimento della pandemia e alla necessità di tutelare la salute sia dei visitatori sia di quanti lavorano in sede. Abbiamo modulato delle soluzioni per rispettare la normativa”

Quali sono le modalità scelte per la riapertura?
“Sono diverse. Non è possibile accedere all’area di consultazione e nella sala lettura, né nella sala multimediale. In pratica, è attivo solo il servizio di prestito e restituzione. La sala lettura verrà riattivata appena possibile, ma non sappiamo ancora quando ciò avverrà”.

Quali sono i nodi da sciogliere relativamente alle biblioteche italiane?
“I nodi non sono solo legati all’emergenza sanitaria, ma riguardano anche gli investimenti economici che il Governo dà a supporto di una cultura gratuita. Nello specifico, è necessario lo stanziamento di fondi pubblici che permettano di ampliare i servizi offerti al pubblico e gestire meglio le biblioteche stesse. Ogni biblioteca italiana ha le sue peculiarità e problematiche, ma in generale il personale che lavora in queste strutture è sempre molto ridotto”.

Qual è il peso delle biblioteche nel bene comune?
“E’ notevolissimo. Come ricorda un documento del 2011 dell’Associazione Italiana Biblioteche (Aib) le biblioteche sono innanzitutto strumenti di democrazia. Rispondono infatti a diversi articoli della Costituzione italiana poiché assicurano uguaglianza e pari opportunità d’accesso alla cultura, all’informazione, alla conoscenza e alla libertà scientifica”.

Cosa la rende particolarmente fiera della biblioteca fabrianese?
“Molte cose. Innanzitutto, il grande flusso di visitatori che abbiamo da anni, cosa che evidenzia l’apprezzamento della gente alle numerose iniziative pubbliche messe in atto prima della chiusura dovuta al Coronavirus. Inoltre, la ricchezza dell’offerta della biblioteca che conta circa 100.000 libri moderni in continuo ampliamento e dispone di preziosi fondi antichi di rara bellezza. Tra i tanti, ricordo: 258 manoscritti, i più antichi dei quali risalenti al XIV sec.; 232 incunaboli dal 1470 al 1500; 2.000 cinquecentine italiane e straniere. Da segnalare le pregevoli quattro/cinquecentine di Manuzio, Jenson, Soncino; le edizioni straniere di Amerbach, Koburger, Estienne, Platin-Moretus; gli erbari seicenteschi del Folignate Mariano de Marianis e le numerose opere enciclopediche tra cui Encyclopédie di Diderot e D’Alembert in 33 volumi (Livorno 1770) una rara edizione di pregevole fattura. Inoltre, nell’archivio storico sono presenti più di 7.000 tra documenti e pergamene dall’XI secolo in poi. Insomma, una vera perla culturale per la città di Fabriano”.

L’archivio storico e i fondi sono al momento consultabili?
“Ancora non abbiamo riaperto al pubblico questa sezione, sempre per motivi di igiene e sicurezza legati al Covid-19. E’ comunque presente il personale che dà indicazioni telefoniche o via mail alle richieste degli utenti. In questa fase delicata, voglio sottolineare il grande impegno profuso dai miei collaboratori e colleghi che hanno duramente lavorato per permettere la riapertura al pubblico della biblioteca ‘Romualdo Sassi’, tornata così ad essere un bene prezioso al servizio della collettività”.

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