Riapre la Biblioteca Civica Braille: 2 mila titoli senza barriere

Logo Interris - ITALIA E GERMANIA BOICOTTANO LIBRI PER NON VEDENTI

Logo INTERRIS in sostituzione per l'articolo: ITALIA E GERMANIA BOICOTTANO LIBRI PER NON VEDENTI

Il codice braille è il metodo di lettura e di scrittura per ciechi e ipovedenti. “Avviene tramite l’utilizzo di una tavoletta braille e di simboli univoci, diffusi a livello mondiale”, spiegano al Centro Internazionale del Libro Parlato aiuta coloro che hanno problemi visivi o per i quali la lettura in modo tradizionale non è possibile. Ideato agli inizi del XIX secolo, prende il nome dal suo inventore, il non vedente francese Louis Braille. All’età di tre anni si infortunò all’occhio sinistro nell’officina del padre. L’incidente causò un’infezione che si estese anche all’occhio destro, conducendolo alla cecità. A 10 anni vinse una borsa di studio all’Istituto per giovani ciechi di Parigi, uno dei primi centri dedicati a persone non vedenti. Nella scuola, oltre a venire formati su diversi mestieri, gli allievi imparavano a leggere attraverso il metodo di Valentin Haüy. Cioè riconoscere con il tatto i caratteri della stampa in nero. Da giovedì 21 settembre ha riaperto al pubblico, dopo l’intervento di recupero, la Biblioteca civica Braille di Torino. A illustrare l’iniziativa sono stati l’assessora alla Cultura, Rosanna Purchia, e l’assessore al Welfare, Diritti e Pari Opportunità, Jacopo Rosatelli. In occasione del concerto di Mito per la città a cui hanno assistito.

Patrimonio Breille

Torna a disposizione delle persone cieche, degli insegnanti e di tutti i cittadini una fondamentale risorsa libraria. E un punto di riferimento per incontrarsi e confrontarsi. Un tassello importante che va ad aggiungersi ai servizi “dedicati” già offerti dalla Divisione disabilità, anziani e tutele e dalle Biblioteche civiche torinesi (come “Libro Parlato” e “Lettura accessibile“). Fondamentale sarà la collaborazione delle associazioni coinvolte nel progetto. La biblioteca è infatti gestita dall’Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti (A.P.R.I.) e dall’Unione Italiana Ciechi, sezione provinciale di Torino (U.I.C.I.). Ed è aperta al pubblico il martedì dalle 9 alle 12 e il giovedì dalle ore 14 alle 17. È previsto anche un servizio di iscrizione e di prenotazione dei libri via email, a cura delle Biblioteche civiche torinesi, a cui i cittadini potranno accedere scrivendo ad un indirizzo “ad hoc”. “La riapertura della Biblioteca Braille della Città di Torino rappresenta un’antica promessa a cui la città ha dato una risposta. Così come intende fare sull’intero sistema bibliotecario torinese.

Valore sociale

L’auspicio dei promotori è che questo nuovo inizio possa contribuire a sensibilizzare la cittadinanza. In merito al valore del braille come strumento ancora oggi indispensabile per la partecipazione e la piena integrazione delle persone cieche nella società. A spiegarlo è stato l’assessora Purchia. “La riapertura della Biblioteca civica Braille è una ricchezza per la città. Perché torna a disposizione delle persone cieche e di tutta la comunità, un luogo di cultura e di svago. Con oltre 2mila titoli di narrativa, saggistica e musica a stampa. È un ulteriore servizio offerto alle persone con disabilità. reso possibile grazie alla collaborazione delle Biblioteche civiche e della Divisione disabilità, anziani e tutele della città di Torino”, sottolinea l’assessore Rosatelli. La biblioteca è inserita all’interno di un complesso edilizio che, dal 1871 al 1980, ha ospitato l’Istituto per ciechi. E che attualmente è sede di diverse associazioni fra cui l’ente benefico Pro Retinopatici e Ipovedenti, che custodisce le raccolte. E l’Unione Italiana Ciechi, sezione provinciale di Torino, con il proprio centro educativo diurno.

Intervento di recupero

Torino recupera, quindi, uno dei suoi spazi fondamentali per garantire a tutti l’accesso alla cultura. Dai dati dell’Oms la disabilità visiva colpisce circa 253 milioni di persone nel mondo. Ed è evitabile o trattabile in oltre l’80% dei casi. In Italia si stima che siano quasi 1,5 milioni di ipovedenti e 220 mila ciechi. Secondo il Rapporto Istat “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari in Italia e nell’Unione europee” le gravi limitazioni visive colpiscono mediamente il 2,1% della popolazione dell’Unione Europea dai 15 anni in su. Mentre a partire dai 65 anni si arriva al 5,6% e dai 75 anni all’8,7%. In Italia le cifre sono in linea con l’Ue. L’1,9% delle persone dai 15 anni in su soffre di gravi limitazioni sul piano visivo. Questa percentuale sale al 5,0% tra gli chi ha più di 65 anni. E all’8% tra chi ha più di 75 anni. Per quanto riguarda le limitazioni moderate nella vista, ne soffre il 16,7% della popolazione (il 28,8% di chi ha più di 65 anni e il 33,9% di chi ha più di 75 anni). Dunque, se si sommano le limitazioni visive moderate a quelle gravi, complessivamente ne soffre il 18,6% della popolazione, percentuale che sale al 33,8% tra gli ultrasessantacinquenni. E al 41,9% tra gli ultrasettantacinquenni.

Campagna

Degenerazione maculare legata all’età, glaucoma, retinopatia diabetica rappresentano le cause più frequenti di cecità e ipovisione nei Paesi industrializzati. Proprio per informare gli anziani delle malattie della vista che più di tutte possono logorare la loro autonomia. E quindi condizionarne l’invecchiamento stesso sono state avviate campagne di informazione su alcune tra le principali problematiche oftalmologiche. L’obiettivo è far conoscere meglio le principali malattie dell’occhio quali maculopatie, glaucoma e occhio secco. Le campagne prevedono anche la distribuzione di materiale informativo all’interno dei Centri Sociali per Anziani per aumentare la consapevolezza dei cittadini rispetto all’importanza di controllare periodicamente la vista. E di conoscere tutte quelle malattie il cui insorgere è legato all’avanzamento dell’età. Riconoscere i sintomi delle principali malattie dell’occhio, infatti, è fondamentale per prevenirne l’evoluzione.

 

 

 

 

 

 

 

 

Giacomo Galeazzi: