I benefici del ballo per i pazienti oncologici

Adriana Bonifacino

A destra la professoressa Adriana Bonifacino. Foto di Danielle Cerullo su Unsplash

Oltre tre milioni di italiani vivono con una diagnosi di tumore. Si tratta di uomini e di donne, di ogni fascia di età, che necessitano di un’assistenza medico-sanitaria qualificata e che per affrontare questa esperienza difficile hanno bisogno di un sostegno emotivo e di specifiche attività ricreative. A tal proposito, alcuni studi scientifici hanno dimostrato l’importanza del ballo in quanto attività fisica semplice e accessibile a tutti, che oltre a divertire determina anche dei vantaggi clinici significativi per il paziente.

Il progetto

D40–Dance For Oncology, è un’iniziativa nata dalla convinzione che ballare fa bene a chi soffre di patologie oncologiche. In questo momento l’iniziativa è presente in 15 centri oncologici, ma nel giro di pochi mesi potranno diventare una cinquantina. Il corso del tutto gratuito è rivolto a donne e a uomini che stanno affrontando una cura oncologica e sentono il desiderio di scoprire una nuova energia, trascorre dei momenti di spensieratezza e conoscere altre persone. 

L’intervista

Interris.it ne ha parlato con la professoressa Adriana Bonifacino, oncologo e presidente della Fondazione IncontraDonna, che spiega come l’attività fisica possa dare dei benefici importanti a chi sta affrontando la battaglia contro un tumore. 

Professoressa, perché la danza fa bene ai malati oncologici?

“Io la difiniscono un vero e proprio farmaco, capace di agire sia dal punto vista clinico, sia da quello psicologico. È ormai risaputo che il ballo fa bene all’umore di chiunque e aiuta a stringere nuove relazioni. Ballare ha anche dei benefici a livello fisico, di approccio alla malattia. Io da poco sono stata a un convegno di oncologia a Madrid in cui si è parlato proprio dei risvolti positivi che l’attività fisica ha nei pazienti chemioterapici, prima di essere sottoporsi a intervento chirurgico”. 

Che tipo di vantaggi ci sono?

“Innanzitutto l’aderenza alle terapia che è migliore rispetto ai pazienti che non svolgono alcuna attività fisica. Inoltre, è ormai risaputo che aiuta a non perdere la muscolatura che è un aspetto fondamentale nel quadro generale dell’andamento della malattia stessa”. 

Gli insegnanti hanno una specifica formazione?

“I maestri di ballo non devono solo saper insegnare la danza, che peraltro è già il loro mestiere. Il paziente oncologico in trattamento ha bisogno di essere avvicinato con un determinato approccio e per farlo gli insegnanti necessitano di essere formati anche da punto di vista clinico-scientifico. Per questo abbiamo creato una brochure dove si parla di attività fisica e di alimentazione, anch’essa fondamentale per il paziente che soffre di una malattia oncologica”.

Quanto invece, l’attività fisica influisce sulla salute di una persona sana?

“Si tratta di un’arma potentissima anche di prevenzione. Ad oggi abbiamo i mezzi per essere coscienti che l’attività fisica, se praticata nel modo giusto, da sola potrebbe abbattere fino il 40% delle probabilità dell’insorgenza di tumori. Naturalmente ogni persona deve svolgere dello sport tenendo in considerazione dell’età e della propria condizione di salute”. 

Elena Padovan: