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Belvedere Marittimo, una testimonianza di fede che rivive con il museo virtuale

L'intervista di Interris.it all'arch. Giovanni Terranova, curatore del museo virtuale parrocchiale di Belvedere Marittimo, in cui sono racchiusi secoli di fede e tradizioni popolari

In Italia, la Chiesa Cattolica, ha un vastissimo patrimonio di beni culturali, i quali derivano da una storia millenaria che, ad ogni latitudine, si fonde con quella delle comunità in cui è radicata, plasmandone la quotidianità e i luoghi. Basti pensare alle tante tipologie di edifici di culto che interpretano i vari stili della storia dell’architettura: dalle basiliche alle pievi, dagli oratori alle cattedrali, dalle abbazie ai battisteri, ai luoghi di fede, ma anche luoghi che narrano la storia di ogni singolo paese attraverso dipinti, opere d’arte e paramenti.

L’esperienza di Belvedere Marittimo

A Belvedere Marittimo, un comune della provincia di Cosenza che si estende sulla costa tirrenica nel cuore della Riviera dei Cedri, posto al centro della diocesi di San Marco Argentano-Scalea, al fine di valorizzare l’ingente patrimonio religioso esistente e renderlo fruibile a più persone possibili, è stato creato un museo virtuale innovativo. Interris.it, in merito a questa esperienza di fede e valorizzazione della storia, ha intervistato l’architetto Giovanni Terranova, ideatore dell’iniziativa e curatore del museo parrocchiale virtuale di Belvedere.

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L’intervista

Arch. Terranova, come nasce e che obiettivi si pone il museo parrocchiale virtuale di Belvedere Marittimo?

“Il museo parrocchiale virtuale di Belvedere Marittimo nasce dall’esigenza di sistematizzare il vastissimo patrimonio culturale e storico in possesso delle parrocchie locali. Questa iniziativa, autorizzata dal Vescovo, dall’ufficio diocesano beni culturali e condivisa con i sacerdoti, ha inizio nell’ottobre 2022 ed è stata portata avanti concretamente da me e da Francesco Liporace. Attraverso una attenta schedatura abbiamo riordinato tutto il patrimonio e, successivamente, i beni disponibili, sono stati suddivisi in varie sezioni ed è stato realizzato un sito internet, visibile da circa un anno, il quale ha raggiunto la ragguardevole cifra di circa tremilacinquecento visitatori.”

Tra le opere che ha catalogato, quali sono quelle che l’hanno colpita maggiormente?

“Il patrimonio del museo parrocchiale virtuale è ampio e variegato. Ogni opera che ho catalogato mi ha colpito profondamente, qui possono essere ammirati oggetti e opere uniche, in un periodo temporale racchiuso tra il XVI al XX secolo. In particolare, vi sono testimonianze storico – artistiche provenienti dalle Parrocchie attuali e remote presenti nel centro storico di Belvedere Marittimo, legandosi, talvolta, alla grande opera di evangelizzazione e custodia svolta delle Confraternite che, nei secoli, si sono affiancate alla chiesa locale. Ne deriva quindi un racconto di grande bellezza, il quale si snoda tra le diverse testimonianze che partono dal tardo ‘500 fino ad arrivare ad oggi. Il patrimonio raccolto rappresenta una testimonianza di fede che, dopo cinquecento anni, è viva nonché indissolubile e costituisce una connotazione identitaria per la storia della nostra città. Vi sono dipinti, sculture, i tesori della liturgia e paramenti liturgici. C’è poi una specifica sezione dedicata agli aspetti della fede e tradizione locale intese come patrimonio immateriale, con particolare attenzione ai riti secolari della Settimana Santa.”

Quali sono i suoi auspici per il futuro in riguardo allo sviluppo e alla valorizzazione dello sviluppo del museo virtuale parrocchiale?

“Vogliamo valorizzare sempre di più questo inestimabile patrimonio museale per mostrarlo ad un pubblico sempre più vasto. La testimonianza racchiusa nel patrimonio storico e culturale di Belvedere Marittimo deve costituire una occasione su cui basare un processo di crescita ulteriore, fondata sulla fraternità, sull’accoglienza e sui valori della fede.”

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