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Beccegato (Caritas): “Sosteniamo Caritas Marocco per l’emergenza e la ricostruzione del paese”

L'intervista al dott. Paolo Beccegato, responsabile dell’area internazionale di Caritas italiana, in merito alla situazione in Marocco dopo il sisma

Nella notte dello scorso nove settembre, il Marocco è stato devastato da una forte scossa di terremoto di magnitudo 6.8 della scala Richter. La regione di Marrakech è stata la più colpita. Secondo l’ultimo triste bilancio pervenuto, sono oltre 2.900 le vittime accertate e i feriti si attestano ad oltre 5.500. Migliaia di persone sono rimaste senza alloggio e i danni materiali sono ingenti.

L’opera della Caritas

Caritas è presente in Marocco da molto tempo attraverso vari progetti in favore di persone particolarmente vulnerabili, come i migranti e i minori non accompagnati. Dopo il sisma l’equipe Caritas locale sta monitorando la situazione e, con lo spirito di solidarietà che la contraddistingue, sta operando al fianco della popolazione colpita dando un aiuto concreto. Interris.it, in merito all’attuale situazione nel paese africano e all’opera di sostegno messa in atto, ha intervistato il dott. Paolo Beccegato, responsabile dell’area internazionale della Caritas italiana.

© VaticanMedia

L’intervista

Qual è la situazione in Marocco dopo il grave sisma che si è verificato nei giorni scorsi?

“Il sisma avvenuto in Marocco, per l’entità della scala Richter raggiunta, i danni alle costruzioni e la conformità del suolo, sta comportando e comporterà un impatto notevole sulla popolazione con un numero elevato di morti e feriti. Il lavoro che si prospetta a medio e lungo periodo sarà certamente molto impegnativo. È una situazione molto complessa che deve essere affrontata con grande attenzione”.

In che modo sta operando la Caritas in loco? Quali sono le principali opere di aiuto che state svolgendo in questo momento di emergenza?

“La Caritas Marocco, che ha competenza su tutto il sud del paese, è attiva e riconosciuta da decenni nell’area e quindi può operare nel solco delle normative locali. Non è una questione di rapporto fra stati ma è interna; pertanto, può agire e lo sta già facendo. Si sta attuando un lavoro di coordinamento con la Caritas Internationalis e con le altre che, da molti anni la sostengono, quindi anche con la Caritas Italiana. In loco, dal punto di vista operativo, si stanno visitando i villaggi colpiti, soprattutto quelli più remoti. È in corso una verifica dei bisogni emersi, ad esempio, in un’area non ancora raggiunta dai soccorsi, serviva un generatore di corrente e in altre medicinali. Stiamo inoltre svolgendo un’opera capillare di informazione rispetto alle necessità della popolazione che si traduce nell’invio dei primi generi umanitari. Tutto ciò continuerà nei prossimi giorni, ponendo le premesse al lavoro che si dovrà fare in futuro, che sarà molto lungo in quanto, la zona colpita dal sisma, è molto ampia ed è costellata da villaggi remoti i quali rischiano di essere dimenticati. La conoscenza approfondita del territorio, in sinergia con le autorità locali, ci permetterà di individuare i settori di intervento in termini di ricostruzione e sviluppo socioeconomico. Questi sono ambiti in cui operiamo da sempre, senza dimenticare la dimensione comunitaria e psicosociale in riguardo alle ferite invisibili del terremoto che non vanno dimenticate”.

In che modo, chi lo desidera, può aiutare l’opera di Caritas in questo frangente?

“In Italia abbiamo aperto una raccolta fondi specifica. Sul nostro sito sono indicate tutte le modalità per aiutarci e dare il proprio contributo. Sosteniamo economicamente Caritas Marocco sia sull’attuale versante dell’emergenza che per quello seguente della ricostruzione e dello sviluppo. In questi giorni abbiamo aderito ad un’azione congiunta con Croce Rossa Italiana e con Unicef, attraverso una raccolta fondi di sms solidali sostenuta dalla Rai”.

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