I dati scientifici dimostrano che abbandonare economicamente i bambini poveri è una follia sociale. Con il costo quotidiano di una pizza o di una colazione al bar, infatti, si possono scongiurare danni neurologici irreversibili nell’infanzia indigente. I sostegni economici hanno benefici sullo sviluppo del cervello dei bambini delle famiglie povere, rendendoli di fatto più intelligenti. Lo studio coordinato dalla Columbia University è stato condotto su mille coppie mamma-bambino a basso reddito. A pubblicarlo è stata la rivista dell’Accademia americana di scienze (Pnas). La ricerca ha dimostrato come le misure di lotta alla povertà abbiano effetti diretti sul cervello dei più piccoli.
Salute dei bambini
“Sappiamo da anni che crescere in povertà aumenta il rischio di bassi risultati scolastici, di guadagni inferiori e di salute peggiore”, afferma Kimberly Noble. Aggiunge la prima autrice dello studio. “Tuttavia fino ad ora non sapevamo se la povertà fosse semplicemente associata a fattori che causano queste differenze. Ose influisse su un diverso sviluppo dei bambini”. Per cercare di comprenderlo, i ricercatori hanno offerto alle madri, durante il primo anno di vita dei loro figli, un aiuto economico in contanti. Di diversa entità. Una parte del campione riceveva circa 300 dollari al mese. L’altro gruppo circa 20 dollari. A distanza di un anno i bambini sono stati sottoposti a elettroencefalografia a riposo. L’esame ha mostrato importanti differenze tra i bambini appartenenti alle famiglie che avevano ricevuto la somma di denaro più bassa. E quelli che avevano ricevuto la somma più alta. Differenze che sono indicative di un diverso sviluppo del cervello.
Esperienze
“Lo sviluppo cerebrale dei bambini riflette un adattamento alle loro esperienze vissute“, spiegano i ricercatori. Precisando che “tuttavia non sappiamo ancora quali esperienze siano state coinvolte nella generazione di questi impatti”. Per i ricercatori resta comunque evidente che concedere alle madri povere trasferimenti mensili di denaro, incondizionati, durante il primo anno di vita dei loro figli è fondamentale. Perché può cambiare l’attività cerebrale del bambino. La neuroplasticità. E l’adattamento ambientale. Consentendo lo sviluppo di uno schema che è stato associato successivamente a migliori abilità cognitive“.
Infanzia povera
Cosa significa essere bambini e vivere in uno dei Paesi più poveri del mondo? È una condizione difficile da capire per chi non la sperimenta tutti i giorni sulla propria pelle. Nei Paesi occidentali si danno per scontati alcuni diritti fondamentali come il cibo, la salute e l’istruzione. Invece, nei Paesi poveri (come l’Africa, l’Asia Meridionale e l’America Latina) non è così. Africa, Asia Meridionale e America Latina. In altre parole, la fame è un problema che colpisce soprattutto i bambini del sud del mondo. A causa della mancanza di cibo, ogni anno quasi sei milioni di bambini non superano il quinto anno di vita. Mentre in occidente aumentano sempre di più i casi di obesità, sottolinea Actionaid. Povertà e istruzione sono fortemente legate. A farne le spese, come sempre, sono i bambini. L’analfabetismo nel mondo è un problema che riguarda 750 milioni di adulti e 264 milioni di bambini e giovani. Un problema che comincia fin da bambini, quando le scuole sono troppo lontane, sono troppo care, non hanno insegnanti qualificati (dati Unesco).
I più colpiti
Nel mondo più di ottocento milioni di persone soffrono la fame. I più colpiti sono i bambini. Si stima che nel mondo i bambini sottopeso siano circa cento milioni. Per loro deficit di sviluppo è la realtà di tutti i giorni. E l’80% dei bambini che ne soffre vive in appena venti Paesi. Cioè in nazioni che si trovano tutte nel Sud del mondo (dati Wfp, Who). HIV, malaria, tubercolosi. Queste sono le malattie con cui i Paesi poveri devono fare i conti. E senza avere a disposizione le strutture, le competenze e le tecnologie presenti nei Paesi occidentali. Significa che contrarre una di queste malattie nei Paesi poveri, nella stragrande maggioranza dei casi, non lascia scampo. Malattie come l’Aids si contraggono fin da bambini. Direttamente dai genitori. E il tasso di mortalità infantile è ancora molto alto.