Senza le famiglie lo Stato non riuscirebbe a farsi carico della
non autosufficienza. Secondo i dati INPS forniti
in esclusiva per l’Osservatorio Domina, i
datori di lavoro nel 2022
tornano sotto il milione (977.929), in lieve
calo rispetto all’anno precedente (-6,6%). Come per i lavoratori domestici, anche per i datori di lavoro
si tratta probabilmente di un assestamento del dato. Dopo gli aumenti del 2020 e del 2021, dovuti alle misure di contenimento della pandemia.
Lorenzo Gasparrini è il segretario generale di Domina. “Le famiglie italiane giocano un ruolo sempre più importante. Non solo come
beneficiarie dei servizi di assistenza. Ma anche come datori di lavoro domestico”, sostiene Gasparrini.
Modello di welfare
Riferisce il segretario generale di Domina: Nel modello attuale di welfare, le famiglie si trovano a gestire servizi fondamentali. Quali la cura degli anziani e dei disabili o l’assistenza ai minori. Senza considerare l’aiuto essenziale nella gestione della casa”. Considerando solo la componente regolarmente censita dall’Inps, le famiglie datori di lavoro sono quasi un milione. “La pandemia ha evidenziato le difficoltà del sistema sanitario nazionale. Che, senza l’impegno delle famiglie, sarebbe ulteriormente sotto pressione- aggiunge Gasparrini-. E’ importante, dunque, dare riconoscimento e sostegno a questo impegno. Mettendo le famiglie nelle condizioni di operare in sicurezza e fiducia”.
Colf e baby sitter
Tra i datori di lavoro, oltre un terzo si concentra in Lombardia e nel Lazio. La componente femminile è mediamente del 57%. Mentre quella straniera al 6% (2% Ue e 4% non Ue). Dopo gli aumenti del biennio 2019-2021, nel 2022 in tutte le regioni – ad eccezione della Sardegna – si registra un calo nel numero di datori di lavoro domestico.
Osservando i dati dei datori di lavoro per fascia d’età, tra gli uomini si ha una concentrazione maggiore nella fascia fino a 59 anni (36,2%). Tra le donne, invece, la fascia più rappresentata è quella con almeno 80 anni (41,7%). In linea generale si può ipotizzare che la fascia meno anziana sia caratterizzata prevalentemente da rapporti di colf o baby sitter. Mentre la più anziana da rapporti di badante. Anche se non sempre il datore di lavoro coincide con il beneficiario della prestazione. E’ possibile, ad esempio, che il datore di lavoro di una badante sia il figlio di una persona anziana.
Assistenza alle famiglie
Dai dati Inps è possibile, inoltre, approfondire alcune caratteristiche specifiche dei datori di lavoro. Ad esempio, tra i datori di lavoro figurano oltre 100 mila grandi invalidi (10,3% del totale) e 3.417 sacerdoti (0,3%). I grandi invalidi sono sostanzialmente invariati rispetto al 2021 (-0,6%), mentre i sacerdoti registrano un calo più intenso (-4,4%). Vi sono poi 674 i casi in cui datore e lavoratore sono coniugati (nel 79,5% dei casi il lavoratore è donna). E oltre 19 mila rapporti di lavoro in cui esiste un legame di parentela (fino al terzo grado). Anche in questo caso con una prevalenza di donne tra i lavoratori (77,3%). Ancora più frequente la situazione di convivenza tra lavoratori e datori di lavoro domestico. Una persona non autosufficiente è affetta da una situazione patologica che non le consente di svolgere autonomamente le funzioni essenziali della vita quotidiana. Necessita di aiuto per eseguire tutte o alcune attività essenziali. Ossia deambulare, lavarsi, vestirsi, alimentarsi.
Incidenza sul totale
Si tratta, infatti, di oltre 228 mila rapporti di lavoro. Pari a quasi un quarto del totale (23,4%). In termini assoluti, le regioni con più rapporti di lavoro in convivenza sono Lombardia, Emilia Romagna e Toscana. Per quanto riguarda, invece, l’incidenza sul totale dei datori, i valori massimi si registrano in Friuli Venezia Giulia (48,7%) e Trentino Alto Adige (48,5%). Mentre i minimi in Sicilia (6,7%) e Sardegna (7,7%). Infine, vi sono 1.700 persone giuridiche che figurano come datori di lavoro domestico. In lieve calo rispetto al 2020 (-3%). Di questi, il 40% si trova nel Centro; il Nord rappresenta il 34,4% e il Sud e Isole il 25,6%. Sono oltre 2,8 milioni gli anziani non autosufficienti. Cioè il 20,7% degli anziani, l’81% del totale dei non autosufficienti in Italia.