L’assistenza di una badante come carico insostenibile. Un macigno sul bilancio familiare di un pensionato o, più in generale, di una famiglia italiana. Chi può permettersi la badante? Ecco il nuovo impatto della spesa per famiglie e pensionati. In caso di non autosufficienza solo il 4% dei pensionati può sostenere i costi di un’assistenza adeguata. Sono oltre un milione i datori di lavoro domestico che stanno affrontare gli aumenti legati al lavoro domestico. Dal 1° gennaio 2023 è scattato l’aggiornamento delle retribuzioni minime in base alla variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo. Ciò ha portato a far crescere le retribuzioni del lavoro domestico. Rendendo un lusso l’assistenza di una badante.
Senza badante
Il rischio è che il lavoro domestico diventi un costo eccessivo per le famiglie. Alimentando così il lavoro informale. In un settore in cui il tasso di irregolarità è già del 52% secondo l’Istat. Per questo sono necessari incentivi fiscali che rendano più conveniente il lavoro regolare. A partire da questa constatazione, l’Osservatorio Domina ha analizzato l’impatto dell’assistenza familiare. Ossia il costo di una badante sul bilancio familiare di un pensionato. O più in generale, di una famiglia italiana. La maggior parte dei datori di lavoro domestico, infatti, ha almeno 60 anni. Quindi si può facilmente intuire che la principale fonte di reddito sia la pensione. Le elaborazioni dell’Osservatorio Domina sono avvenute su fornitura personalizzata Inps. In Italia, un anziano che ha bisogno di un aiuto per le difficoltà crescenti dovute all’età dispone solo delle sue risorse personali (la pensione). O al massimo dell’indennità di accompagnamento (concessa in caso di totale invalidità). Se il costo per l’assistenza supera la disponibilità finanziaria, è necessario fare ricorso ai risparmi. o alle risorse dei familiari (in genere i figli).
Basso reddito
L’Osservatorio Domina analizza quanti pensionati possono permettersi un aiuto esterno con l’utilizzo della sola pensione. Partendo dai dati delle dichiarazioni dei redditi, vengono individuati coloro per i quali la pensione è la principale fonte di reddito. Si tratta di 13,6 milioni di persone. L’analisi della loro classe di reddito evidenzia come il 61% degli anziani abbia un reddito complessivo al di sotto dei 20 mila euro annui. Ovvero al di sotto di circa 14.600 euro annui spendibili (al netto delle tasse). Ciò in base ai dati Mef-Dipartimento delle Finanze. Questi redditi dovrebbero sostenere un aiuto domestico. Ad essere quantificato, dunque, è il costo di un lavoratore domestico. Una spesa che dipende ovviamente da mansioni ed orario di lavoro. Viene così analizzato il costo di un lavoratore domestico che si occupa di persone autosufficienti (BS). E si considerano tre casi in base alle ore di lavoro. E alla convivenza con la persona da assistere.
Gestione economica
I costi annui per il lavoratore domestico variano da 2 mila euro (5 ore a settimana) a oltre 16 mila per una assistenza di 54 ore con convivenza. Si registrano aumenti (al netto dei massimi importi deducibili) di oltre 8% in tutte le categorie. Ciò pesa notevolmente in caso di assunzione di lavoratori per molte ore a settimane. Una famiglia che assume una badante convivente non formata si trova a pagare 1.377 euro più all’anno. Mentre se è una lavoratrice domestica formata quasi duemila ero in più. Aumenti importanti che rendono difficile il sostentamento della spesa per l’assistenza con la sola pensione. Per meglio comprendere le disponibilità economiche degli anziani occorre considerare i dati dell’indagine dei consumi. L’Istat riporta una spesa mediana per le persone sole con almeno 65 anni pari a 1.379 euro mensili. A questi ci sono da togliere le spese per gli affitti figurativi. In quanto la maggior parte degli anziani vive in case di proprietà. Si ha quindi un consumo di quasi 11 mila euro all’anno dovuto principalmente a cibo, vestiario ed utenze, da tenere in considerazione nel conteggio della capacità di gestione economica della badante.