L’urgenza di una ricostruzione sociale ed educativa. La Repubblica Democratica del Congo è lo stato più grande e popoloso dell’Africa centrale. E affronta le gravi emergenze umanitarie di una trentennale guerra civile. A peggiorare la situazione sono l’incontrollabile situazione ad est e la forte presenza di corruzione a livello amministrativo. La Repubblica Democratica del Congo, infatti, è relegata al 187° posto nell’indice di sviluppo umano. Ultimo paese della lista. Le principali difficoltà e ostacoli riguardano la sanità e l’istruzione. Nel Paese convivono almeno 250 gruppi etnici (come i Kongo, i Luba e i Mongo) e la pacificazione interna è complessa quanto quella con i turbolenti vicini. E cioè la Repubblica Centrafricana e il Sudan a nord, l’Uganda, il Rwanda, il Burundi, la Tanzania a est, la Zambia e l’Angola a sud. Occuparsi di salute pubblica e di istruzione in un paese con fragilissime infrastrutture sanitarie. La tragica guerra civile dilania il paese da 30 anni e ha provocato sei milioni di morti. In Nord Kivu si consuma il vero inferno. L’Onu appare impotente nel tentare di fermare il conflitto infinito congolese.
Azione educativa
Missione educativa in Africa. La Caritas diocesana di Spoleto-Norcia collabora con l’Istituto Suore Sacra Famiglia di Spoleto. L’obiettivo è quello di portare avanti dalla primavera 2021 un progetto di adozioni a distanza. Si chiama “Caritas care” ed è finalizzato a sostenere i bambini della Repubblica Democratica del Congo. Nel martoriato paese africano (6 milioni di morti in trent’anni di guerra civile) sono in missione le “figlie” del beato Pietro Bonilli. le religiose svolgono una preziosa azione pastorale, sociale ed educativa. Le adozioni singole sostenute sono 190. Le adozioni di classi scolastiche sono cinque e il totale dei benefattori è 117. Sono stati raccolti 26 mila euro. Alcuni benefattori hanno garantito, nel corso dello stesso anno, più di una adozione. Altri hanno versato spontaneamente un importo maggiore di quello previsto. Delle 195 adozioni, 57 sono state rinnovate per il secondo anno consecutivo. Con i soldi raccolti e inviati alle Suore della Sacra Famiglia sono già iniziati i lavori. Sarà costruita una nuova scuola nella missione delle religiose. Secondo la vocazione caritativa ed educativa della congregazione religiosa.
Missione educativa
La quota annua di adozione di un bambino per le famiglie è di 120 euro (10 euro al mese). Per le parrocchie (che adotteranno una classe) è di 500 l’anno. Con l’adozione a distanza varrà assicurata la possibilità di frequentare la scuola per tutto l’anno. Sarà assicurato almeno un pasto al giorno. E verrà fornito materiale scolastico. “Sono veramente commosso -afferma il direttore della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia, don Edoardo Rossi-. Mi colpisce molto la generosità che la gente della nostra diocesi ha avuto per i bambini della Repubblica Democratica del Congo. Sono certo che questo impegno proseguirà“. Aggiunge don Rossi: “I bambini e le suore ci ringraziano per quanto stiamo facendo. Appena la situazione nella Repubblica Democratica del Congo sarà migliore è mia intenzione andare a fare visita alla missione delle Suore della Sacra Famiglia e ai bambini da loro accolti”. Intanto, però, “dal primo al 10 luglio prossimi, insieme ad alcuni giovani volontari, andrò in Costa d’Avorio. Nell’altra missione africana delle Suore della Sacra Famiglia”.
Sos fame
Congo allo stremo, quindi. A livello mondiale, dal 2016 a oggi il numero di persone che vive in condizioni di stress alimentare è più che triplicato. Ed è passato da 83,3 milioni a 253 milioni nel 2022. L’Onu documenta nel Global Report 2023 la natura prolungata di molte delle crisi alimentari. Di cui le dieci principali coinvolgono 163 milioni di persone, il 63% della popolazione globale in Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Afghanistan. Nigeria, Yemen, Myanmar, Repubblica araba siriana, Sudan, Ucraina e Pakistan. Nei 58 Paesi/territori analizzati oltre 35 milioni di bambini sotto i 5 anni hanno sofferto di deperimento. Quanto alle cause di insicurezza alimentare acuta, si rafforzano reciprocamente. Creando conseguenze negative a spirale, segnala il rapporto delle Nazioni Unite.
Effetto Ucraina
Gli effetti della guerra in Ucraina sono diventati i principali fattori di fame. In particolare nei paesi più poveri del mondo. Ciò a causa della loro elevata dipendenza dalle importazioni. E della loro vulnerabilità agli shock globali dei prezzi. Più in generale il conflitto è stato il fattore più significativo in 19 Paesi/territori. Sono rilevanti, poi, gli estremi meteorologici-climatici responsabili della fame in 12 Paesi con 56,8 milioni di persone, contro i 23,5 milioni di otto paesi nel 2021. Si va dalla siccità prolungata nel Corno d’Africa, alle inondazioni in Pakistan, a tempeste tropicali e cicloni nell’Africa meridionale.
Escalation in Congo
Il comandante delle Forze regionali dell’Africa orientale (Eacrf), il generale di divisione keniano Jeff Nyagah, ha lasciato l’area di missione nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc). E ha motivato la sua decisione con problemi per la propria incolumità. “Sono giunto alla conclusione che la mia sicurezza come comandante delle forze all’interno dell’area di operazione non sia garantita. Inoltre, l’attuale frustrazione ha reso la mia missione insostenibile. Ne deriva la scelta precauzionale di lasciare l’area di missione”, ha dichiarato Nyagah. In una nota trasmessa al segretario generale della Comunità dell’Africa orientale (Eac) e rilanciata dai media, l’ufficiale ha spiegato di aver deciso di lasciare Goma. Non solo a causa della crescente minaccia alla sua sicurezza ma anche di un presunto piano sistematico per vanificare gli sforzi dell’Eacrf. Attraverso una “campagna mediatica negativa ben coordinata e finanziata” che mirerebbe a dimostrare una presunta compiacenza del comandante nei confronti dei ribelli del M23. L’esperto ufficiale tornerà ora a Nairobi per “ulteriori consultazioni” sul mandato ormai scaduto.
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