AutiCam, l’esperienza abilitativa di Crema

© Mai stati sulla luna?

L’autismo è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato da una diversa modulazione/ integrazione sensoriale. Questo comporta, con vari gradi di gravità, una compromissione dell’interazione sociale e un   deficit della comunicazione, sia verbale che non verbale. Generalmente provoca ristrettezza di interessi, comportamenti ripetitivi e, a volte, problemi di natura sensoriale. Secondo le statistiche, in Italia, un bambino ogni settanta nuovi nati, è affetto da questo disturbo.

L’esperienza di Crema

A Crema, in provincia di Cremona, grazie all’impegno dell’associazione “Mai Stati Sulla Luna?”, presieduta da Beatrice Schacher, ha preso vita una nuova modalità di vicinanza alle famiglie che vivono l’autismo, grazie al progetto denominato “AutiCam”, nato in piena pandemia per permettere la continuità terapeutica a distanza e trasformato ora in una opportunità ulteriore finalizzata a creare un percorso abilitativo e inclusivo su misura. Interris.it, in merito a questo progetto di inclusione, ha intervistato la dott.ssa Enza Crivelli, pedagogista clinica e direttrice di tre centri dedicati all’autismo nelle città di Milano, Bergamo e Crema. È inoltre fondatrice della casa editrice “Uovo Nero”, che si occupa del tema dell’inclusione sotto molteplici aspetti.

L’intervista

Come nasce e che obiettivi ha il progetto “AutiCam”?

“AutiCam” nasce da questi tempi in cui, a causa della pandemia, siamo rimasti chiusi in casa con l’impossibilità di lavorare direttamente con i ragazzi. Quindi, tale progetto, è nato con l’idea di supportare le famiglie in modo concreto e reale, non semplicemente attraverso dei colloqui di sostegno ai genitori. Abbiamo voluto permettere ai bambini di continuare le attività che normalmente si fanno nelle stanze di terapia, individuando degli obiettivi utili per lo sviluppo delle autonomie a casa. Pertanto, si dà un supporto ai genitori, guidandoli nel lavoro con i bambini a casa, dopo aver individuato, insieme alla terapista, degli obiettivi sui quali incidere. Essi possono essere, ad esempio, di autonomia domestica, ossia il compiere delle azioni a casa, oppure autonomie personali, quindi imparare a vestirsi, a stare a tavola, oppure a lavarsi. Tutto ciò è fatto attraverso una guida concreta del genitore, attraverso degli auricolari con la quale, la terapista, lo guida nel compiere una serie di azioni con il bambino.”

In base alla vostra esperienza e azione quotidiana, quale valore riveste per voi l’inclusione delle persone con autismo?

“L’inclusione è l’obiettivo massimo a cui tendere. Le persone neurodivergenti hanno molto da offrire agli altri. Spesso si viene a creare un contesto di diffidenza perché non si conosce il funzionamento. Quindi, l’obiettivo più grande, è la diffusione della cultura in materia di neurodivergenza e dell’autismo, in modo da permettere una reale inclusione.”

Quali sono i vostri auspici per lo sviluppo del progetto “AutiCam”?

“Mi piacerebbe che il progetto si diffondesse. Ciò di fatto sta succedendo, nel senso che, attraverso “AutiCam”, stiamo seguendo bambini che non risiedono fisicamente nella città di Crema, dov’è nato il progetto, ma sono sparsi per l’Italia. L’importante è che si sappia dell’esistenza di questo progetto ed è possibile accedervi.”

Christian Cabello: