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“Attiviamoci”, sport e legalità si uniscono a Bolzano

A Bolzano, grazie al progetto "Attiviamoci", sta prendendo forma una nuova esperienza che coniuga sport, legalità e attenzione alle fragilità. Interris.it ne ha parlato con Andrea Di Curti, direttore di Aias Bolzano

L’incontro tra culture diverse, la legalità, l’inclusione delle persone con disabilità e la valorizzazione delle differenze sono temi fondamentali in un mondo sempre più connesso e globalizzato. In particolare, attraverso l’attività sportiva, il perseguimento di questi obiettivi, con un’attenzione particolare alle fragilità, può essere incentivata e resa più celere.

L’esperienza di Bolzano

A Bolzano, terra di incontro tra culture e sensibilità diverse per antonomasia grazie alle sue radici mitteleuropee, due realtà associative del territorio, ovvero Aias Bolzano, una realtà operante nel contesto altoatesino dal 1966 per favorire la partecipazione delle persone con disabilità in ogni ambito della società e Boxe Nicotera la quale, attraverso lo sport, persegue l’inclusione di coloro che, provenienti da culture e contesti diversi, si sono incontrate e, unendo la loro esperienza maturata nei rispettivi ambiti, hanno dato vita ad “Autodifesa – progetto Attiviamoci”. Interris.it, in merito a questa attività progettuale che unisce sport e legalità, ha intervistato Andrea Di Curti, già operatore sociale e attualmente direttore generale di Aias Bolzano.

Guantoni da boxe (© andreas160578 da Pixabay)

L’intervista

Di Curti, come nasce “Autodifesa – progetto Attiviamoci”?

“Il progetto nasce quattro anni fa e, dopo l’interruzione dovuta alla pandemia da Covid – 19, è entrato a pieno regime da un paio d’anni. Ha preso avvio perché, diversi genitori e familiari caregiver, ci hanno caldamente suggerito di poter dare ai loro figli gli strumenti per tutelarsi da eventuali situazioni spiacevoli e incontri poco felici”.

In che modo, in base alla vostra esperienza, la boxe aiuta a generare inclusione?

“La boxe ha un ruolo importante nel generare inclusione. A questo sport, contrariamente a ciò che comunemente si pensa, si avvicinano persone sensibili che, attraverso l’acquisizione di determinate regole, vogliono imparare un codice ed un rispetto reciproco tra atleti. Nella palestra i ragazzi si incontrano e si includono vicendevolmente: basti pensare che, quattro atleti della Boxe Nicotera, si sono recati in Aias e sono diventati a loro volta volontari”.

Quali sono i vostri auspici per lo sviluppo del progetto? In che modo, chi lo desidera, può aiutare quest’opera di inclusione attraverso lo sport?

“Auspichiamo di riuscire a completare questa attività, anche attraverso il coinvolgimento delle forze dell’ordine, per far sì che ci sia anche una parte più didattica e conoscitiva del progetto, al fine di far sapere ai ragazzi a chi devono rivolgersi e dove si trovano gli uffici preposti nel caso in cui, ad esempio, venga sottratto loro un portafoglio o una borsetta. Siamo sempre disponibili al coinvolgimento e all’ascolto di altre figure di supporto, finalizzate al completamento dell’attività progettuale”.

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