La forza della cultura: i musei al servizio del progresso

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Valorizzare l’arte per far progredire la società. Prima donna direttrice di museo in Italia, per più trent’anni al vertice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, talent scout, collezionista, appassionata di moda, raffinata padrona di casa, abile negli affari e nella politica, Palma Bucarelli emerge nei suoi ricordi e in quelli di chi l’ha conosciuta, affidabile testimone del suo tempo. Il grande alleato di Palma Bucarelli, nella carriera così come nella vita privata, oltre all’audacia, è il suo fascino. Il poeta Giuseppe Ungaretti la descrive “bella come una gatta siamese”. Gillo Dorfles la definisce “donna bellissima nel senso completo della parola”. Paolo Monelli, suo compagno di vita, da eccellente reporter racconta spesso che ovunque si presentasse Palma era un’apparizione, “la più elegante”, “in perfetto accordo con sé stessa”. Palma Bucarelli ha raccontato sé stessa attraverso alcune registrazioni su nastro risalenti ai primi anni ’90, un’importante testimonianza sui momenti più salienti della sua vita. Tra gli intervistati Lorenzo Cantatore, docente all’università di Roma Tre e il critico d’arte Achille Bonito Oliva. I più importanti scritti e discorsi di Palma Bucarelli, una delle figure più influenti del panorama artistico italiano del XX secolo, prima donna a dirigere la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, sono stati raccolti nel libro “L’arte libera“, curato da Rachele Ferrario e pubblicato da Edizioni di Comunità. È una finestra sul genio di Palma Bucarelli, un’immersione profonda nel pensiero e nell’opera della grande storica e critica dell’arte che rivoluzionò l’idea di museo, morta il 25 luglio 1998.

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Una vita per l’arte

Sotto la sua direzione, la Gnam si è evoluta in un laboratorio creativo all’avanguardia, abbracciando pratiche museali innovative ispirate alle migliori esperienze internazionali. Attraverso questi scritti si comprendono le dinamiche e la visione innovativa che ha definito la sua carriera. Tra i testi inclusi spiccano I capolavori del Museo Guggenheim, introduzione scritta da Bucarelli per il catalogo della mostra ospitata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, e Opere d’arte alla macchia, una cronaca dettagliata dell’azione di salvataggio delle opere d’arte italiane durante la Seconda Guerra Mondiale, pubblicata per la prima volta sulla rivista Mercurio nel dicembre 1944. La visione pionieristica di Bucarelli ha dato vita al modello di museo-scuola, un approccio che ha democratizzato l’accesso all’arte. Attraverso un programma diversificato di esposizioni, dibattiti e proiezioni didattiche, ha attratto un pubblico eterogeneo, abbattendo le barriere tradizionali. Già autrice di una fortunata biografia di Palma Bucarelli, massima esperta e curatrice dell’archivio della manager dell’arte, Rachele Ferrario in questa agile raccolta non solo rende omaggio a una figura straordinaria ma esplora il potere trasformativo dell’arte nella società. Oltre al libro è stato realizzato anche un docu-film sulla critica e storica dell’arte che, con il suo operato, ha rivoluzionato il mondo dell’arte italiana. Per la serie “Documentari” Rai Storia ha proposto la puntata dedicata a Palma Bucarelli per il ciclo Illuminate, prodotto da Anele in collaborazione con Rai Cinema e diretto da Elisa Amoruso. L’attrice Valentina Bellè veste i panni di una giovane reporter alla ricerca di alcuni libri misteriosamente scomparsi dal fondo Bucarelli.

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L’amore per il bello

Un’indagine che la porta a scoprire, incontro dopo incontro, la figura di Palma Bucarelli, prima direttrice donna di un museo pubblico in Italia, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Ribelle, enigmatica e appassionata, ha saputo imporsi e affermarsi in un panorama all’epoca prevalentemente maschile, grazie anche alla sua preparazione, alla sua competenza, al suo fascino e al suo spirito rivoluzionario e controverso, che hanno fatto di lei una donna lontana da ogni stereotipo, capace di rivoluzionare con il suo operato l’ambiente artistico-culturale nell’Italia del Novecento. Sullo sfondo dei luoghi che hanno accompagnato la vita di Palma – Palazzo Farnese, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, la sua amata Capri – Valentina Bellè ripercorre l’esistenza della famosa critica d’arte incontrando parenti, amici e colleghi che l’hanno conosciuta nei suoi lati sia professionali che umani. Tra questi, i nipoti Sirai Bucarelli e Angelo Bucarelli, le scrittrici Dacia Maraini, Camilla Baresani e Sandra Petrignani, gli storici dell’arte Philippe Daverio e Flavio Caroli, il curatore e critico d’arte Achille Bonito Oliva, i giornalisti Giuseppe Di Piazza e Giusy Ferrè e l’editore Stefano De Luca.

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Made in Italy

Una storia lunga mezzo secolo che include la prima sfilata di Pierluigi Scazzola in arte Tricò, lo stilista delle dive appena scomparso che aveva portato Roma alla ribalta internazionale. Nel suo atelier, le sue creazioni in maglia avevano fasciato donne di bellezza divina come Jacqueline Kennedy, Audrey Hepburn, Lauren Bacall, Claudia Cardinale, Allegra Agnelli, le regine di Grecia, Belgio, Danimarca. Il suo esordio avvenne alla Galleria Nazionale d’arte moderna di Roma, allora diretta proprio da Palma Bucarelli, signora dell’arte che da subito aveva creduto in quel ragazzo alto e magro come una scultura di Alberto Giacometti. Poi il salto a Parigi grazie a Irene Brin che lo porta sulla passerella di Pierre Cardin. L’apice del successo arriverà a metà degli anni Sessanta, conquistando Parigi, Mosca, New York, per tornare a scendere dalla scalinata di Trinità de’ Monti a Roma. Insomma il Made in Italy è entrato nella leggenda anche così. 

Giacomo Galeazzi: