Arcivescovo Bertolone a Interris.it: “I millennials vogliono volare, ma hanno paura di cadere”

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“I millennials e le generazioni y e z non hanno perso la voglia di volare, anche se hanno tanta paura di cadere”, afferma a Interris.it l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace Vincenzo Bertolone.

La testimonianza di monsignor Bertolone

L’arcivescovo Bertolone è postulatore della causa di beatificazione del martire antimafia don Pino Puglisi. Il presule fa parte della congregazione Missionari Servi dei Poveri (S.d.P), e nella Curia romana è stato viceministro vaticano degli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica. Dal settembre 2015 è il presidente dei vescovi calabresi.Quanto conta la famiglia nella missione educativa della Chiesa?

“Il grande scrittore russo Lev Tolstoj, in apertura del romanzo ‘Anna Karenina’, scriveva: ‘Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro. Ogni famiglia infelice è infelice a modo suo’. Questa frase ci ricorda che abbiamo infiniti e diversi modi per smarrire il valore della famiglia”.Può farci un esempio?

“La famiglia è qualcosa di diverso dalla  convivenza di fatto e dall’dell’unione civile. Abbiamo un solo modo per custodire o ritrovare il valore della famiglia. E cioè ritornare alla sua origine trascendente. ‘In principio non era così’, è la frase di Gesù. Invitava donne e uomini a ritornare al ‘racconto fondativo’ della Genesi sull’unione coniugale tra uomo e donna e sulla generatività della famiglia”.E oggi?

“La famiglia, oggi, soffre di tutti i mali di una società costruita sulla totale autonomia dalla trascendenza. E sull’enfasi dell’individualismo. È necessario ricostruire un corretto rapporto tra le persone che danno vita ad un nucleo familiare. Come ci ricorda papa Francesco, ‘la famiglia è il luogo in cui noi ci formiamo come persone. Ogni famiglia è un mattone che costruisce la società’. A chi le chiedeva che cosa si potesse fare per la pace nel mondo, Madre Teresa di Calcutta amava ripetere una frase”.Quale?

“Torna a casa e ama la tua famiglia. La famiglia è patrimonio spirituale ed economico dell’umanità, dove confluiscono tutti gli aspetti umani. E’ protezione, è luogo di solidarietà, di scoperta della fede, della dignità e del rispetto, di apporto, anche economico, alla società. Nella famiglia impariamo a diventare figli, padri, madri, fratelli, i diritti e i doveri di cittadini, il rispetto delle leggi”.A cosa si riferisce?

“Ogni famiglia è scuola di vita e di amore. Nella famiglia scopriamo la vocazione, il ruolo che Dio ci assegna. Ecco perché non passa mai di moda, è sempre attuale, vitale e insostituibile. In questo campo, tutti possediamo, e dobbiamo conservare, l’efficace ‘bussola del cuore’. Grazie alla nostra esperienza personale, riconosciamo che con tutti i limiti ed i difetti, la famiglia è la realtà più bella e importante della nostra vita. Soprattutto nei momenti delle grandi decisioni”.E’ stato così anche per lei?

“Sì. Nel mio caso, ad esempio, la mamma è stata la vera stella della mia vita, allorché ragazzo sentii la chiamata a seguire più da vicino il Signore nella Congregazione del ‘Boccone del povero’. Auguro a tutte le mamme ed ai papà di avere uno sguardo simile a quello di Dio, che è padre e madre. Affinché i figli corrispondano al disegno che il Signore ha su di loro. Fàcciano la medesima cosa, i genitori, gli educatori, i sacerdoti, i catechisti, le catechiste”.Qual è la missione ecclesiale della famiglia?

“Il compito più serio di una famiglia credente è quello di far crescere i figli, curarli, educarli al rispetto di tutti, a perdonare, ad essere fedeli agli impegni. E a vivere in pace, ad avere relazioni belle con tutti. A rispondere coscientemente alla chiamata di quel mistero d’amore da cui provengono”.Quanto grava la pandemia sul piano sociale ed economico? 

“Il blocco pressoché totale dell’attività e l’obbligo di distanziamento sociale hanno fatto emergere realtà di disagio. E hanno rappresentato plasticamente esiti dell’individualismo economico delle società opulente. Nell’ultimo ventennio il Pil mondiale è raddoppiato. Ma i poveri sono cresciuti esponenzialmente. E i pochi ricchi sono diventati sempre più ricchi e sempre più pochi”.Perché?

“Chi sosteneva ‘la teoria della goccia’ (trickle-down) è rimasto smentito. Non è vero che producendo politiche a sostegno dei più forti si generi automaticamente, per gocciolamento delle briciole, un effetto positivo anche per i più deboli. Mario Draghi al Meeting di Rimini 2020 ci ha ricordato che oggi si dovrebbe agire come a Bretton Woods”.Qual è il riferimento storico?

“Nel luglio 1944 Germania-Giappone-Italia e USA a Breton  concordarono una politica monetaria e commerciale a livello mondiale. Da questi accordi nacque il Fondo monetario internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo. Con l’affermazione del villaggio globale emersero nuovi problemi (sanità, clima, ambiente, energia, ai quali l’accordo di Breton del 1944 non era più in grado di dare risposte. Nel 1971 gli USA escono dagli accordi di Breton ed inizia il liberalismo privo di vincoli etici e che considera il mercato “valore assoluto” finalizzato a profitto e non come strumento per la distribuzione del reddito.Da qui la crisi per ogni patto sociale per la centralità della finanza con conseguenze negative sull’economia reale, sul lavoro dipendente, con conseguente depauperamento del proletariato e della classe medio-borghese a lungo depositaria dei valori cristiani e dell’etica comunitaria”.Qual è la proposta formulata da Mario Draghi al Meeting?

“Una crescita che rispetti l’ambiente e che non umili la persona è divenuta un imperativo assoluto”. Perché le politiche economiche oggi perseguite siano sostenibili. Per dare sicurezza di reddito specialmente ai più poveri. Per rafforzare una coesione sociale resa fragile dall’esperienza della pandemia e dalle difficoltà che l’uscita dalla recessione comporterà nei mesi a venire. Per costruire un futuro di cui le nostre società oggi intravedono i contorni”.Con quale prospettiva?

“Costruire una economia giusta, equa e solidale e, soprattutto, ecologicamente sostenibile ed evangelicamente ispirata. Perciò occorre rimettere la giustizia e la verità di Cristo al centro di ogni scelta. Soprattutto di tipo finanziario ed economico. In questo impegno per una nuova economia, la Chiesa ha una grande responsabilità. Nel ricordare che siamo fratelli tutti e nel trovare le modalità e le parole giuste per parlare. In primo luogo ad esperti di finanza e grandi possessori di ricchezze”.Esiste una ‘questione giovanile’? Le nuove generazioni soffrono per una grave crisi educativa provocata dall’inadeguatezza degli adulti?

“Nel presentare come ‘liquida’ la nostra società, il sociologo Zygmunt Bauman ne individuava la causa nella distruzione delle grandi narrazioni metafisiche. E ne attribuiva la causa prima nell’avere inseguito il mito dell’io. Dimenticando che la portata etica d’una società si misura nella sua capacità di saper offrire a tutti pari opportunità e pari libertà di scelta. Di proteggere i deboli e gli emarginati. Di tutelare le generazioni future e i ‘senza voce’. La Chiesa può e deve andare oltre questo crollo”.Come può procedere la Chiesa?

“La Chiesa può e deve dire alle nuove generazioni, con amore e coraggio, che la totale autonomia dalla trascendenza e dal ‘soprannaturale rivelato’ genera un futuro effimero, vano, inconsistente e ingiusto. Non soltanto verso gli altri, ma anche verso il pianeta. Come Chiesa che annuncia e si fa ‘ospedale da campo’ per gli altri, abbiamo il dovere di essere veri portatori dello Spirito di Verità. Il primo passo: la Chiesa rimanga nella pienezza dello Spirito, che è Fantasia di Dio. È questo il dono più grande che possiamo fare ai nostri giovani che, per età e per slancio, sono disponibili a grandi cose”.Dove si può attingere dalle Scritture il valore della famiglia? 

“Metterei l’accento su due famiglie, in qualche modo atipiche. ‘La famiglia al maschile’ descritta da Luca in 15,1-31. Dove il figlio minore abbandona la casa del Padre e permette di purificare le relazioni tra tutti i membri del nucleo familiare”.E poi?

“Sempre in Luca 10, la famiglia fatta di relazioni ‘fraterne’, quella di Marta, Maria e Lazzaro, che operano e ascoltano la parola del Maestro-amico. È utile, poi, leggere la ‘Lettera alle Famiglie’. In essa San Giovanni Paolo II traccia, alla luce del Vangelo, la vera ecclesialità della famiglia se intesa come chiesa domestica. Nella famiglia si impara ad amarsi vicendevolmente, si impara la condivisione, la carità, la temperanza e ogni altra virtù”.

 

 

Giacomo Galeazzi: