Il Darfur è una delle nove provincie che compongono la Repubblica del Sudan ed è popolata da circa sei milioni di abitanti su una superficie territoriale di oltre 490 mila km quadrati.
Purtroppo, in questi giorni, nella sopracitata regione è tornato ad accendersi il conflitto che, dal febbraio 2013, vede contrapporsi i membri delle locali tribù nomadi dei Baggara – nella fattispecie i miliziani arabi Janjawid sostenuti dal punto di vista logistico in forma non ufficiale dal governo sudanese – e la popolazione autoctona non appartenente all’etnia Baggara.
Nel corso degli anni questa guerra ha causato immani sofferenze tra la popolazione civile inerme che ha pagato un tributo di sangue altissimo con oltre 2 milioni e mezzo di sfollati, di cui 1,2 milioni sono bambini, ed oltre 400 mila vittime.
La pace “fragile”
Purtroppo, nonostante la deposizione del dittatore Omar Hassan El Bashir avvenuta due anni fa, la quale ha portato ad una apparente tranquillità e ad un fragile accordo di pace siglato nell’ottobre 2020, nei giorni scorsi, proprio in concomitanza del giorno 11 aprile, anniversario di predetta deposizione, a El Geneina – capitale del Darfur occidentale – si è verificata una ripresa degli scontri interetnici che ha causato il ferimento di oltre 200 persone e la morte di 125.
Questo fatto è reso ancora più grave dal recente ritiro delle forze di pace dell’ONU che di fatto, vista la grande pericolosità della zona, rende impossibile l’azione degli operatori umanitari che, con la loro proficua opera, garantiscono un fondamentale supporto ad oltre 700 mila civili in difficoltà.
Il richiamo alle forze internazionali
In ultima istanza, alla luce di quanto precedentemente esemplificato, è fondamentale che i Caschi Blu tornino in Darfur con una forza di peace enforcement di notevoli dimensioni. Questo per garantire la sicurezza della popolazione civile e la possibilità di ricevere ingenti aiuti umanitari, contestualmente è fondamentale che tutte le istituzioni internazionali deputate agiscano in sinergia al fine di porre fine a questo conflitto che da troppi anni causa immani sofferenze.