“Pillole di cronaca”, brevi filmati realizzati dal Servizio promozione Cei, raccontano in 45 secondi storie di speranza e di rinascita. Come quelle di coloro che, in piena emergenza coronavirus, si sono rivolti alla Caritas diocesana di Pesaro ed hanno ricevuto un aiuto concreto. Disoccupati e lavoratori in cassa integrazione, stagionali e precari, autonomi e irregolari, giovani e adulti. E’ lungo l’elenco di coloro che, a Pesaro, si sono trovati in improvvisa difficoltà economica a causa del dilagare del coronavirus. Un universo variegato che, prima dell’emergenza, poteva contare su un impiego e che, oggi, non arriva ad un reddito mensile di 500 euro. Per offrire un sostegno concreto la Caritas Pesaro, nel mese di maggio, ha messo a disposizione € 100.000, provenienti dall’8xmille alla Chiesa cattolica, creando un Fondo da distribuire alle famiglie in stato di disagio.
Uno sguardo di speranza dietro le mascherine
Persone che mai avrebbero pensato di rivolgersi alla Caritas hanno trovato accoglienza e uno sguardo di speranza dietro le mascherine. Come Simona, impiegata e mamma di due figli, che ha trovato una mano tesa. “Sono stata assalita dall’ansia di non farcela – spiega Simona – Con il lockdown il lavoro si è fermato ed è stato difficile pagare le bollette, mantenere due figli. Poi è arrivata la chiamata dalla Caritas di Pesaro che mi ha fornito una carta prepagata con cui posso fare la spesa senza avere il senso di vergogna”.
Pillole di cronaca
La sua esperienza è al centro di un video del nuovo progetto “Pillole di cronaca”, un’iniziativa del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica realizzata in collaborazione con TV2000, che illustra, attraverso la voce dei protagonisti, cosa si fa concretamente con l’8xmille. Brevi filmati che, in soli 45 secondi, raccontano storie di coraggio e di speranza, mettendo in luce i mille intrecci che la Chiesa cattolica è in grado di creare, donando opportunità concrete, intervenendo con discrezione e rispetto, operando con positività nel presente dell’Italia che arranca. Su 300 famiglie, per un totale di 1183 persone raggiunte, che hanno beneficiato del sostegno del Fondo ben 124, ossia il 41,3% dei richiedenti, sono entrate in povertà estrema a causa della pandemia.
“Non erano le solite persone che giungevano durante l’anno, erano persone nuove che non erano mai venute prima a chiedere aiuto – spiega Giorgio, volontario Caritas Pesaro – Il grande lavoro che la Caritas di Pesaro ha fatto è stato possibile grazie all’8xmille alla Chiesa cattolica perché senza soldi si fanno poche cose”. Dietro i numeri ci sono volti, storie, relazioni e, soprattutto, c’è la dignità di persone provate ma non piegate. Sono sempre più numerose le famiglie che, a causa di un evento sfavorevole, non arrivano alla fine del mese ma, con l’istituzione del Fondo di emergenza lavoro, in tanti hanno potuto vedere una luce di speranza.
Il Fondo Emergenza Lavoro
Grazie ad un notevole sforzo collettivo è stato possibile incrementare i fondi a disposizione. Istituzioni, Associazioni e l’intera Comunità hanno risposto con slancio all’appello della Caritas per accrescere la dotazione del Fondo al fine di potenziare gli interventi a favore delle persone più deboli. La prima realtà che ha risposto a questa importante chiamata è stata l’Arcidiocesi di Pesaro che ha devoluto € 40.000; subito dopo sono pervenute donazioni di altri Enti che hanno consentito di raggiungere, in soli 60 giorni, la considerevole cifra di € 195.824. La fotografia della Caritas mette in luce un accentuarsi della problematica del disagio abitativo e la criticità della gestione delle spese familiari. Il 66,3% degli interventi economici, pari a € 120.320, è stato destinato, infatti, come contributo alle persone per pagare affitti e utenze mentre € 44.471 sono stati erogati sotto forma di tessere prepagate, come quella assegnata a Simona, da spendere in supermercati cittadini, per acquisti di generi alimentari e altri beni di prima necessità. Sebbene il Fondo Emergenza Lavoro si possa considerare concluso, Caritas ha deciso di rilanciare l’iniziativa, utilizzando le risorse ancora disponibili, poco più di € 14.000, implementandole per finanziare almeno 5 tirocini di reinserimento lavorativo della durata di 6 mesi, con una retribuzione di € 500 al mese. Un’iniziativa che si rivolge ad alcune delle persone sostenute nel 2020, pronte per una nuova scommessa lavorativa.