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Amore e coraggio: la maternità in pandemia

Anche se il lockdown è un lontano ricordo bisogna tenere ancora alta l'allerta. Bisogna essere responsabili, ma non avere paura. Un messaggio rivolto alle neo-mamme che troppo spesso vivono nel terrore di poter esporre a rischio i loro figli

Il lockdown è ormai alle spalle e si è entrati nel vivo dell’estate, ma rimangono tante paure. Il terrore del contagio, la paura di ammalarsi, la paura di poter essere dei portatori sani del coronavirus.

Tra le categorie più deboli, colpite da queste fobie, ci sono le mamme. Per fortuna sono tante le mamme coraggio che in questo periodo hanno messo al mondo dei figlie e altrettante quelle che sono alla fine dei nove mesi di gestazione, in procinto del momento clou.

Come stanno vivendo questo periodo? Sono tante le rassicurazioni fatte dai medici circa l’impossibilità di trasmissione del virus da gestante a bambino, ma le preoccupazioni rimangono.

Il coraggio delle mamme

Come combatterle? Come affrontare i primi mesi di vita del bambino? E soprattutto, per chi ha figli più grandi come rispondere alle domande dei bambini quando chiedono cosa stia succedendo?

Per rispondere a queste domande In Terris ha incontrato la psicoterapeuta e psicologa Marina Zanotta che ha aiutato a fare chiarezza.

coraggio

Dottoressa cominciamo dal parto, come poter vivere questo momento in tranquillità dal punto di vista psicologico?
“Sicuramente scegliendo un ospedale che faccia sentire la mamma e il bambino a loro agio e, magari, informandosi prima sulle modalità di gestione delle sale parto e dei reparti di maternità che le diverse strutture hanno adottato per far fronte a questa particolare emergenza.

Capire il numero di mamme ricoverate nella stessa stanza, se parenti o esterni possano accedere al reparto per far visita ai neonati (permesso sospeso in quasi tutti gli ospedali del nord Italia).

Bisogna informarsi anche sull’eventualità che il papà stesso possa essere presente al momento del parto o accedere al reparto di maternità. Purtroppo, infatti, in questi mesi anche il loro accesso è stato impossibilitato o estremamente limitato. Tutto ciò per mantenere in sicurezza sia le mamme sia i nuovi nati.

É questo il timore reale delle nuove mamme al tempo del Covid. Una paura legata non solo al rischio fisico, ma anche alla prospettiva di dover affrontare tutto da sole.
Non c’è da stupirsi che la Federazione nazionale degli Ordini della professione Ostetrica abbia rilevato un incremento della richiesta dei parti in casa durante il periodo della Pandemia. Per questo è meglio conoscere prima a cosa si sta andando incontro e scegliere la struttura che faccia sentire maggiormente al sicuro”.

coraggio

Come fare per vivere in libertà “mentale” senza farsi prendere dallo sconforto i primi mesi di vita del bambini?

Molte mamme, purtroppo, sono terrorizzate e non accettano visite, ne contatti con i parenti…le raccomandazioni sanitarie bisogna rispettarle ma come fare per non farsi trasportare da una paura eccessivamente condizionante in questa fase?
“Imparare a prendersi cura di una nuova vita non è facile. L’istinto principale dei neo genitori è, giustamente, quello di proteggere il proprio bambino o la propria bambina. Come sempre deve valere il buonsenso! Giusto limitare il numero e la frequenza di visitatori che vengano in casa. Giusto chiedere di lavare le mani e tenere su la mascherina quando ci si avvicina al neonato. Sbagliato chiudersi ermeticamente tra le mura della propria paura. Questa, purtroppo, è la nostra nuova realtà e bisogna imparare a conviverci il più serenamente possibile. Tra l’altro nemmeno la comunità scientifica è in grado di affermare con sicurezza per quanto tempo durerà ancora l’emergenza sanitaria.
Se ci si sente fragili e spaventati è sempre meglio chiedere consiglio ad un esperto. Si può parlare con un’ostetrica o il pediatra di famiglia che sapranno sicuramente dare informazioni precise e accurate. Loro possono consigliare quali accortezze attivare per mantenere la sicurezza della nuova famiglia. Anche uno psicologo saprà sicuramente offrire sostegno per affrontare meglio paure e insicurezze”.

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Estate, i bambini vogliono essere liberi

Come “gestire” i bambini senza farsi prendere dal panico”?
“Purtroppo la realtà sociale che abbiamo conosciuto fino allo scorso febbraio appartiene ad un mondo sospeso e nessuno, ad oggi, è in grado di stabilire con certezza se e quando sarà possibile farvi ritorno. È necessario che i grandi imparino ad adattarsi alla nuova realtà e che trasmettano ai piccoli gli strumenti e le modalità per riuscirci a loro volta. Il buonsenso è sempre l’arma migliore. Bisogna mantenersi informati tramite i canali ufficiali delle istituzioni. Questo per continuare ad avere dati aggiornati dell’epidemia e per conoscere le nuove norme di sicurezza che accompagnano la ripresa di alcune attività. Tra questo ci sono quelle legate anche all’area dell’infanzia (centri estivi, attività sportive, scuola ecc.). Bisogna condividere informazioni e regole anche con i più piccoli e accompagnarli nella possibilità di rientrare in contatto con il gruppo dei pari di appartenenza. Là dove possibile dobbiamo trasmettere loro la nuova possibilità di fidarsi del mondo che li aspetta e la necessità di tornare ad esplorarlo rispettando le regole che favoriscono la sicurezza di tutti, per prima la loro!”.

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Rapporto genitori-figli “adulti”

Come aiutare i bambini un po’ più grandicello che fanno domande per capire cosa stia succedendo? Come aiutarli a capire senza farli spaventare eccessivamente?
“Per i bambini più grandicelli valgono sempre i consigli che sono stati diffusi fin dalle prime settimane. Bisogna parlare loro in modo chiaro e con un linguaggio adatto alla loro età. É necessario aiutarli a conoscere le regole legate al mantenimento della distanza di sicurezza e alle norme di igiene personale. Bisogna insegnare loro ad utilizzare correttamente la mascherina nei luoghi in cui è richiesta. Invitiamoli anche a raccontare quello che sentono e a farci tutte le domande che loro ritengono necessarie. Non devono aver paura di condividere con loro preoccupazioni o la non possibilità di avere una risposta sicura. Ricordiamoci che il primo esempio lo diamo noi adulti sia nella necessità di rispettare regole, sia nella gestione delle emozioni. Se un genitore non rispetta le regole o si manifesta eccessivamente spaventato, i bambini stessi si sintonizzeranno su quel modo di fare e agiranno di conseguenza!”.

In fondo la paura che cos’è?

Ansia e paura sono la stessa cosa? É possibile liberarsene?
“Ansia e paura non sono assolutamente la stessa cosa. La paura è un’emozione primaria e serve per mantenere vivo uno stato di allerta necessario per garantire la nostra sopravvivenza nel mondo. L’ansia, invece, è un vortice di pensieri e sensazioni difficilmente controllabili che ha il compito di avvertirci che qualcosa ci sta preoccupando. Allo stesso tempo, è in grado di ingigantire situazioni e renderci difficile la possibilità di trovare una soluzione utile o soddisfacente. La paura non va eliminata, come tutte le emozioni va modulata ed espressa in modo che non superi il limite e si trasformi in panico. L’ansia va curata, affinché possa tornare ad esprimere in modo comprensibile il suo contenuto e rientri entro limiti accettabili. Nel momento in cui ci si rende conto che ansia o paura superano il confine entro cui ci sentiamo in grado di affrontarle in autonomia, è necessario rivolgersi ad uno psicoterapeuta per ricevere aiuto”.

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