Amici e famiglia, ecco cosa ci ha insegnato la pandemia

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Durante la cosiddetta Fase 1 appena trascorsa che ha segnato il culmine dell’emergenza sanitaria dovuta al diffondersi del virus denominato Covid-19 sono emerse delle peculiarità estremamente positive del nostro popolo, che dovranno essere mantenute anche in questa fase successiva e se è possibile sempre, in quanto costituiscono un collante fondamentale per tutti noi ed inoltre sono segno di maturità, grande senso di comunità e altruismo.

In particolar modo durante il periodo di quarantena è stato dato il giusto valore e riconoscimento alle categorie professionali che nei tempi precedenti l’emergenza non erano adeguatamente valorizzate, a titolo esemplificativo si citano i medici, gli infermieri e tutti gli operatori del comparto sanitario che hanno combattuto in prima linea e stanno combattendo tuttora con infinito valore nella lotta a questo virus, le donne e gli uomini delle forze dell’ordine, tutti gli operatori della distribuzione alimentare e tutti gli operatori dei settori economici fondamentali per il Paese.

Oltre a quanto precedentemente esemplificato in questo periodo molto duro abbiamo saputo dare il giusto valore agli affetti e alla famiglia che precedentemente venivano dati per scontati e soprattutto si tendeva in linea di massima a non valorizzarli adeguatamente, questa dura esperienza ci ha insegnato che l’importanza della famiglia e dei legami amicali è fondamentale ed imprescindibile per vivere una vita all’insegna dell’altruismo e dell’empatia.

In particolare, il più grande insegnamento che questa pandemia ci ha impartito con crudeltà è il valore incommensurabile delle categorie fragili, in particolare anziani e disabili, che in questa difficilissimo frangente hanno pagato il tributo più alto e per questo dobbiamo imparare da qui e per sempre a preservare adeguatamente queste persone con il loro bagaglio esperienziale e di sofferenza che fornirà un grande valore umano alla nuova società che sorgerà nell’era post Covid-19 perché sarà fondamentale non lasciare solo nessuno e valorizzare le attitudini di ognuno secondo le rispettive capacità.

Alla luce di quanto precedentemente descritto, sarà fondamentale creare una nuova società nella quale ci sia quella che si potrebbe definire una universalizzazione della solidarietà nella quale – attraverso una proficua azione pedagogica improntata all’empatia – ogni cittadino valorizzi se stesso, il suo prossimo e soprattutto le categorie più fragili della nostra società, in seconda istanza dovrà permanere quello spirito mutualistico che ha pervaso il nostro sistema economico durante questa emergenza e ha dimostrato che nel nostro tessuto sociale vi sono numerosissimi imprenditori e operatori economici portati al raggiungimento del bene comune, questo elemento dovrà rappresentare la conditio sine qua non dello sviluppo economico futuro, nel quale il mutualismo dovrà essere un valore imprescindibile.

In ultima istanza, ma non per importanza, dovrà essere svolta una pregnante opera pedagogica su tutta la popolazione al fine di trarre tutti i valori positivi che questa esperienza crudele ha saputo porci, in particolare i concetti di empatia e altruismo dovranno costituire le fondamenta di ogni azione da parte di ogni governo che si susseguirà alla guida del Paese ma soprattutto dovranno costituire l’azione fondante di ogni cittadino, perché questi valori dovranno dar vita a una società inclusiva, non dovrà più esistere colui che viene lasciato indietro per motivi economici o sociali ma, attraverso un’azione proficua e sinergiche di istituzioni e singoli, nessuno sarà più lasciato indietro, ma anzi, valorizzato e aiutato, affinché ognuno possa sentirsi incluso e possa operare al meglio secondo le proprie attitudini, in altre parole dovremo sempre aiutare il prossimo ed agire in maniera sinergica avendo come fine ultimo il bene della collettività, a tal proposito mi permetto di citare indegnamente il bellissimo pensiero di Anna Frank che a mio parere costituisce la sintesi perfetta del nuovo spirito che dovrà permeare ogni nostra azione futura: “Potete sempre dare qualcosa, non fosse altro che gentilezza”.

Christian Cabello: