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“Amici di Claudio”, una storia di impegno per la sicurezza nel lago

L'intervista di Interris.it a Patrizia Gobbi, mamma di Claudio e presidente di “Amici di Claudio”.

ll lago di Como, in Lombardia, si staglia su un’area di 146 km² e la sua caratteristica forma a Y rovesciata è data dai tre rami che lo compongono: a nord Colico, a sud-est Lecco e a sud-ovest Como. Le sue acque, soprattutto durante i mesi estivi, sono meta di numerosi bagnanti a cui deve essere garantita la sicurezza.

L’esperienza di “Amici di Claudio”

L’Associazione “Amici di Claudio” è una realtà senza fini di lucro, fondata sedici anni fa con lo scopo di reperire i fondi necessari a svolgere le attività di salvamento sulle rive del Lago di Como e raccogliere donazioni da destinarsi ad opere in ricordo di Claudio Brunetti, inghiottito tragicamente dalle acque del lago all’età di 15 anni. Interris.it, in merito a questa esperienza di inclusione e altruismo, ha intervistato Patrizia Gobbi, mamma di Claudio e presidente di “Amici di Claudio”.

© Amici di Claudio

L’intervista

Come nasce e che obiettivi ha l’associazione “Amici di Claudio”?

“L’associazione ‘Amici di Claudio’ nasce il 15 luglio del 2008 dopo la scomparsa di nostro figlio Claudio che purtroppo ha perso la vita il 12 luglio del 2007 mentre faceva un bagno a Piona (Colico). Come famiglia non ci siamo mai arresi al fatto che, nonostante ci fosse una spiaggia piena di gente, nessuno si sia accorto del pericolo che i due ragazzi stavano correndo. Da quel momento abbiamo iniziato a sensibilizzare le persone sul tema della sicurezza in acqua e, dopo un’altra tragedia avvenuta ancora a Piona dove ha perso la vita un altro ragazzo, abbiamo incontrato un assessore del comune di Colico, Riccardo Bettiga che, essendo brevettato bagnino, è molto sensibile a queste tematiche ed abbiamo quindi iniziato la nostra attività di salvataggio costituendo l’associazione. Ho bussato a tutte le porte e, la provincia di Sondrio, ci ha dato una mano dandoci dei fondi. Ogni anno abbiamo introdotto degli elementi di novità e dei presidi di sicurezza in più come, ad esempio, dei defibrillatori ed altri strumenti.”

In questa stagione estiva avete inaugurato una spiaggia inclusiva. Quali sono le sue caratteristiche? Dov’è ubicata?

“La spiaggia inclusiva è stata inaugurata a Colico, presso il lido dell’Ontano, per scelta dell’amministrazione comunale. Si tratta di un primo lotto funzionale, abbiamo cominciato ad approntare una zona d’ombra, dei lettini rialzati, abbiamo fatto un corso specifico e acquistato le ‘job’, degli specifici ausili per portare in acqua le persone con disabilità. È stato un primo passo, nato da un’idea di Jean, un bagnino della nostra associazione con la qualifica di operatore acquatico per persone con disabilità formato presso l’Unità Spinale del Niguarda. Inizialmente, dopo aver esposto la nostra idea all’amministrazione comunale, abbiamo collaborato con l’associazione ‘Best’ che aveva il nostro stesso pensiero e, insieme, siamo riusciti ad acquistare gli strumenti che attualmente ci sono nella spiaggia. In seguito, io e altre tre persone, ci siamo recati al Niguarda a fare uno specifico corso per apprendere le corrette modalità di movimentazione delle persone sulla ‘Job’ in base alla tipologia di disabilità.”

Quali sono i vostri auspici per il futuro in merito allo sviluppo dell’associazione? In che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra azione?

“In futuro vorremmo sviluppare la nostra azione su altre spiagge. L’obiettivo che ci poniamo è quello di cercare di evitare le tragedie attraverso attività di vigilanza, prevenzione e salvamento. Purtroppo, però, essendosi fermati i corsi di formazione per bagnino nel post Covid, abbiamo difficoltà a reperire il personale. L’ampliamento passa da un investimento importante in termini di persone e attrezzature ed è difficile. In riguardo alla spiaggia inclusiva il gradimento c’è stato in quanto si sono presentate molte persone e auspichiamo di poterci sviluppare ulteriormente su questo versante.”

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