Il Covid-19 sta mettendo a dura prova anche le qualità degli italiani, un popolo solare e gioioso che fa dello stare insieme il momento principe della quotidianità. Da almeno una settimana, dopo l’emanazione del Dpcm del Governo, i cittadini si ritrovano costretti a casa. Il problema principale è quello della gestione dei figli che non possono tornare a scuola. Noi di Interris.it abbiamo cercato una bambina che potesse raccontarci come vive questi giorni lontana dagli amichetti e costretta a non uscire nemmeno con i genitori. E l’abbiamo trovata. Il suo nome è Ambra, una piccola principessa di 6 anni di un’eloquenza rara e scaltrezza sensazionale. Ambra ci risponde al cellulare, pronta a descrivere questi giorni di quarantena.
Una delle videolezioni per i nostri alunni e alunne. Maestro Giulio Maverick on air. Usufruitene pure ❤
Pubblicato da Piccola Polis su Venerdì 13 marzo 2020
La telefonata
Ambra vive a Vitinia, frazione di Roma Capitale, insieme a suo padre Emanuel e sua madre Fabiana; seppur molto piccola, è in grado già di leggere piuttosto bene e di scrivere “anche in corsivo”, tiene a precisare. Risponde al cellulare, dopo che il suo papà la invita a fare un’intervista ad un quotidiano. “Cercano me? Davvero?” – si approccia alla cornetta. “Pronto Ambra, sono un giornalista ti andrebbe di fare due chiacchiere”. Nemmeno a dirlo, Ambra svela la sua retorica e restituisce una fotografia chiara e limpida della situazione che l’Italia sta vivendo: “I miei genitori non mi hanno dovuto spiegare niente, ho visto tutto dalla tv. Bisogna stare sempre a casa, lo sai?”. La piccola, infatti, racconta che per nessun motivo bisogna uscire, “nemmeno per andare a giocare al parco, non è una cosa fondamentale. Vero mamma?”, ci sono espedienti per passare il tempo in casa con i genitori. Poi, Ambra tra una spiegazione delle misure di sicurezza e un elenco dei film preferiti, mi spiega che è molto fortunata perchè va a scuola ad Ostia Antica nel plesso Piccola Polis.
La scuola non si ferma mai
Come vede un bambino l’emergenza Coronavirus? Ambra lo giudica con serietà, ha capito che è un qualcosa con cui non si scherza. Ma, una volta, compreso questo nodo dirimente, la sua mente viaggia e cerca delle distrazioni, “il bicchiere mezzo pieno”. Una funzione essenziale la gioca la scuola a cui è molto affezionata: “le maestre continuano ad insegnarci, facciamo delle videochiamate, poi postiamo dei video, cuciniamo e balliamo”. Ambra mi indica la pagina Facebook della piccola scuola di Ostia e mi invita a scorrere le lezioni multimediali. Le mastre e i maestri non si sono arresi alle difficoltà: in un post insegnano ai bimbi a ballare la breakdance, in un altro a cucinare. “Lo sai che ieri la maestra ci ha letto una fiaba e io ho fatto un esperimento scientifico su whatsapp?”, afferma solare la piccola alunna. “Noi abbiamo anche una radio, ma non la faccio io, la fanno i grandi per noi”, una trasmissione radiofonica per incoraggiare i bambini a guardare dei film, a leggere insieme ai genitori, a giocare diligentemente e a comunicare con i compagni tramite l’utilizzo delle nuove tecnologie. Un insegnamento anche per i “grandi”, un monito a non arrendersi, a non tirare i remi in barca, a farsi coraggio, magari posando lo sguardo proprio sui più piccoli che fanno rumore, che guardano il mondo come ad un grande arcobaleno, che inventano una storia da un semplice oggetto, che si godono ogni singolo istante con l’energia di un radioso sorriso.