Sos disabilità in aula. In classe senza sostegno. Ci sono molte incognite e preoccupazioni rispetto al futuro dell’appalto per l’assistenza scolastica agli alunni con disabilità. Nel comune di Perugia, fino a dicembre, erano occupati 119 educatori ed educatrici sociali. A richiamare l’attenzione su questo delicatissimo servizio sono Fp Cgil, Fisascat Cisl e Uil Fpl di Perugia e dell’Umbria. I sindacati sottolineano come il servizio sia andato in gara proprio nel bel mezzo dell’anno scolastico. Le cooperative sociali perugine Polis e Borgo Rete gestivano il servizio. Ma non sono riuscite ad aggiudicarsi nuovamente l’appalto. E, ricostruiscono i sindacati, “nello stesso è subentrata la cooperativa Aldia”. Spiegano Cgil, Cisl e Uil: “Abbiamo subito compreso le difficoltà che si sarebbero potute determinare nel servizio. Perciò un mese fa abbiamo richiesto un incontro al sindaco di Perugia. Che ha però sentito la necessità di confrontarsi con le organizzazioni sindacali”.
Emergenza disabilità
La questione è chiara. E le difficoltà di cui parlano i sindacati sono legate all’ organizzazione delle risorse umane. La gran parte delle educatrici e degli educatori, infatti, lavorano a tempo pieno con le cooperative Polis e Borgo Rete. Completando l’orario lavorativo con altri servizi non andati in appalto. Per poter garantire, quindi, la continuità assistenziale agli studenti, i dipendenti dovevano essere autorizzati a lavorare per due diverse cooperative. Quella nuova nel settore scolastico. E le due precedenti negli altri settori. C’è stata una lunga trattativa sindacale. Fino all’accordo con la Cooperativa Aldia. Che non ha posto problemi al doppio rapporto.
Passaggio
Le cooperative perugine Polis e Borgo Rete, invece, hanno messo gli operatori di fronte alla necessità di scegliere. O restare o andare con la nuova cooperativa. “Tutto ciò- evidenziano ancora i sindacati- ha determinato il fatto che attualmente 55 lavoratori hanno optato per il passaggio ad Aldia. Mentre gli altri hanno accettato le offerte delle precedenti cooperative. Le quali, a loro dire, sono riuscite a garantire il mantenimento del contratto di lavoro originario”. Pertanto, avvertono le tre sigle sindacali, alla ripresa delle lezioni la metà dei ragazzi assistiti non ritrova il proprio educatore. Con cui si era strutturato un percorso pedagogico. Interrotto nel bel mezzo dell’anno scolastico. E in piena pandemia“. Allo stesso tempo “avremo oltre 50 operatrici e operatori. Che non si sa come manterranno il lavoro pieno. Con le cooperative perugine che hanno perso l’appalto. E almeno 40 educatrici ed educatori da sostituire con nuovo personale“.
Gravi difficoltà
“Anche per chi continuerà a operare nell’appalto ci saranno gravi difficoltà- rimarcano Fp Cgil, Fisascat Cisl e Uil Fpl-. Infatti, chi prima lavorava 12 mesi all’anno ora ne lavorerà 9. In quanto le scuole in estate sono chiuse. E la cooperativa Aldia non ha altri servizi da svolgere. Mentre chi ha scelto di rimanere con Polis e Borgo Rete non ha ben chiaro quali servizi andrà a svolgere. E per quanto tempo”. I sindacati ritengono che “molte delle responsabilità di questa incresciosa situazione siano in capo al comune di Perugia”. Dopo aver prodotto un bando di gara sul quale già si preannunciano ricorsi al Tar, il comune di Perugia “non ha sentito la necessità di ascoltare per tempo le sigle sindacali che da subito avevano compreso le difficoltà“. Salvo incontrarle un anno fa “alla presenza del vice sindaco”. Il quale “si è limitato a prendere atto della situazione“. E ha garantito che “non ci sarà alcun problema per gli utenti”.
Sbandata
L’appalto per l’assistenza agli alunni con disabilità non è però l’unico caso a preoccupare Cgil, Cisl e Uil. I sindacati sottolineano, infatti, “un’impennata di cambi gestionali nell’ultimo periodo”. Ciò potrebbe “far sbandare tutta la cooperazione, sociale e non. Così come fino ad oggi l’abbiamo conosciuta e vista rappresentare. Già da un anno oramai abbiamo manifestato pubblicamente in piazza davanti al consiglio regionale la volontà di trovare delle regole maggiormente stringenti. Per arrivare all’assegnazione degli appalti tenendo conto della qualità. Della sicurezza. E della salvaguardia del lavoro. In tutti i suoi molteplici aspetti economici e normativi“. Regole che tutelerebbero le stesse cooperative sociali e di servizio. Visto che il 90% dei loro costi è costituito dalla manodopera. E “sono più di tre anni che non viene convocato il tavolo regionale sulla cooperazione sociale“. I sindacati si chiedono come sia possibile “gestire in modo sano questi processi”. Senza disinteressarsi delle sorti di più di seimila operatori sociali umbri”.