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Alberi per la sicurezza. L’iniziativa dei lavoratori mutilati e invalidi del lavoro

"Tutti i giorni si continuano a contare tre morti e oltre 2.000 infortuni", spiega Zoello Forni, presidente nazionale dell'Anmil

La sicurezza sul lavoro è un’emergenza nazionale. “Tutti i giorni si continuano a contare tre morti e oltre duemila infortuni“, evidenzia Zoello Forni, presidente nazionale dell’Anmil. “Una ferita sociale lacerante“. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, definisce le morti sul lavoro nel messaggio inviato all’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro. Il Capo dello Stato richiama l’attenzione su coloro che hanno perso la vita. O hanno subito infortuni. Svolgendo la propria attività lavorativa. Una piaga in aumento. Con quotidiani e drammatici aggiornamenti di incidenti avvenuti.

Settori più a rischio

I comparti economici con più morti sul lavoro sono l’agricoltura, l’edilizia, l’autotrasporto e l’industria. L’agricoltura registra il 30,22% di tutti i deceduti sui luoghi di lavoro. Di questi ben il 75% sono stati schiacciati dai trattori (158) e l’età varia dai 14 agli 88 anni. Segue l’edilizia con il 15% dei decessi. La maggioranza dei quali è provocata da cadute dall’alto. Molti lavoratori morti in servizio lavoravano in nero nei cantieri. In prevalenza nelle regioni del Sud. Nell’autotrasporto i morti sono il 10,75% di tutti quelli sui luoghi di lavoro. Un aumento notevole anche dovuto alla crescita esponenziale del trasporto su gomma per effetto degli acquisti on line. L’industria rappresenta il 5,89% di i lavoratori quelli che hanno perso la vita sui luoghi di lavoro. Sono quasi tutti nelle piccole e piccolissime aziende. Dove spesso non è presente il sindacato. O un responsabile della sicurezza.

La copertina del Rapporto CLUSIT sulla sicurezza ICT in Italia

Sos sicurezza

La Fondazione “Sosteniamoli subito“, dell’Associazione fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro (Anmil), promuove “Alberi per la sicurezza“. Installazioni nate da un’idea dell’artista Francesco Sbolzani. L’iniziativa si svolge in 13 città. Grazie alla collaborazione con le amministrazioni comunali. E ha come obiettivo richiamare l’attenzione sugli infortuni sul lavoro che non si arrestano. E di cui ha parlato anche Papa Francesco nella liturgia della notte di Natale. A conferma della gravità di una piaga sociale che è urgente fermare. Sbolzani, spiega l’Anmil, “ha voluto donare alla Fondazione gli Alberi. Che “sono figure che prendono forma da caschi antinfortunistici. Montati su una tipica intelaiatura da cantiere. E disposti appunto a forma di albero di Natale.sicurezza

Colori

I caschetti che compongono le installazioni sono prevalentemente di colore giallo. Ma ne sono stati aggiunti anche alcuni di colore nero. E altri di colore rosso. Per simboleggiare sia gli incidenti mortali che gli infortuni. Quanto al luogo della loro installazione, sono stati i comuni ad individuarlo. In qualità di patrocinatori dell’iniziativa. Mentre i sindaci hanno partecipato alle inaugurazioni delle installazioni. Il primo ad essere allestito è stato il “totem” a Ragusa. E ancora in Sicilia a Palermo. Poi in Calabria a Cosenza, Vibo Valentia e Cittanova (Reggio Calabria). In provincia di Latina a Minturno, Monte San Biagio e Fondi. A Fucecchio (Firenze). A Porto San Giorgio in provincia di Fermo. A Vaiano (Prato). Nella provincia di Napoli a San Giorgio a Cremano e a San Vitaliano. “Purtroppo le morti sul lavoro e gli infortuni non conoscono feste. E tutti i giorni si continuano a contare tre morti e oltre 2.000 infortuni. Ma questi numeri purtroppo nascondono dolore e rabbia per incidenti che non dovrebbero mai accadere- commenta Forni-. Soprattutto perché le principali modalità di accadimento sono sempre le stesse. E si continua a morire e ad infortunarsi come 50 anni fa. A dispetto dei sistemi di prevenzione che la tecnologia ci mette a disposizione. Dagli ‘Alberi’ auspichiamo un 2022 più sicuro sul lavoro“.sicurezza

Record infortuni

Un bilancio pesantissimo quello 2021. Sono morti 1404 lavoratori per infortuni sul lavoro. Di questi 695 sui luoghi di lavoro. Con un aumento del 18% di questa tipologia rispetto al 2020. Ancora oggi molte categorie di lavoratori non sono assicurati all’Inail o lavorano in nero. Per regioni i deceduti sul lavoro nel 2021 sono stati 78 in Lombardia. 70 in Campania. 55 in Toscana. 53 in Emilia Romagna. 53 in Piemonte. 51 in Veneto. 40 nel Lazio. 34 in Calabria. 32 in Puglia. 30 in Sicilia. 28 in Abruzzo. 24 in Trentino Alto Adige. 22 nelle Marche. 15 in Friuli Venezia Giulia. 15 in Sardegna. 9 in Umbria. 9 in Basilicata. 7 in Liguria. E 3 in Valle d’Aosta. Secondo Piero Antonini del Centro studi della Confederazione unitaria di base (Cub) “in questi ultimi dieci anni non c’è stato nessun miglioramento. Nonostante i miliardi spesi per la sicurezza dallo Stato attraverso i suoi istituti“.

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