L’agroecologia rappresenta un importante alleato al contrasto della grave crisi ambientale con cui siamo costretti a fare i conti ma è anche un elemento prezioso per la creazione di un’economia davvero sostenibile.
L’agricoltura sostenibile e biologica
L’agricoltura sostenibile è un concetto ampio che si riferisce a un’agricoltura rispettosa delle risorse naturali, che non utilizza sostanze inquinanti per non alterare l’equilibrio ambientale e nel rispetto delle generazioni future. Secondo la definizione dell’Agricultural Sustainability Institute, ha lo scopo di soddisfare il fabbisogno attuale di alimenti e tessuti senza compromettere la capacità da parte delle generazioni future di soddisfare a loro volta il proprio fabbisogno. Oltre a ciò, una parte fondamentale in termini di sostenibilità ambientale, è svolto dall’agricoltura biologica che sta ad indicare un metodo agricolo volto a produrre alimenti con sostanze e processi naturali nell’ottica della preservazione dell’ambiente e della biodiversità. Interris.it ha intervistato su questi temi il dottor Angelo Gentili responsabile nazionale agricoltura di Legambiente e coordinatore del centro nazionale per l’Agroecologia di Legambiente.
L’intervista
In che modo l’agricoltura sostenibile può incentivare lo sviluppo agricolo e il raggiungimento dell’obiettivo fame zero?
“Sicuramente l’agroecologia rappresenta un perno centrale per quanto riguarda la partita della sostenibilità e dell’abbattimento delle emissioni climalteranti da una parte e dall’altra per ottenere un sistema del cibo in cui i prodotti siano sani e in qualche misura più sostenibili, creando meno impatto sull’ambiente e sulla biodiversità ma anche cercando di invertire la rotta rispetto a una serie di situazioni che si sono create con la cosiddetta rivoluzione verde. Ad esempio, con l’utilizzo smodato di chimica in ambito agricolo, la quale – invece di soddisfare l’obiettivo di produrre di più per sfamare le persone – ha creato una situazione di grande disequilibrio con fenomeni di impoverimento dei terreni, mancanza di biodiversità, fertilità del suolo ridotta moltissimo ai limiti della desertificazione e quindi un terreno molto spinto che comincia a produrre meno e non soddisfa questa dimensione di produzione. Invece è fondamentale ricreare l’equilibrio con il sistema naturale e gli erbosistemi per far sì che ci sia un prodotto che riesce ad essere sano, non crea danni per l’atmosfera, l’ambiente e i terreni garantendo nel contempo qualità, sostenibilità e giustizia del cibo”.
In che maniera l’agricoltura biologica ed una legge sul biologico possono preservare l’ambiente e incentivare la transizione ecologica?
“Sicuramente l’agricoltura biologica in Italia rappresenta un settore di grandissimo rilievo. La prova di ciò è che abbiamo 80 mila occupati, 2 milioni di ettari coltivati e il 15,8% della superfice agricola – che rappresenta il doppio della media europea – quindi, i numeri del biologico nel nostro paese sono molto avanzati. La legge sul biologico rappresenterebbe un segnale di grande avanzamento ulteriore di questo settore, purtroppo la stessa è stata approvata al Senato ma non è stata approvata alla Camera, quindi noi chiediamo con forza che venga approvata entro la legislatura – anche alla Camera – perché ciò permetterebbe di moltiplicare la coltura biologica e nello stesso tempo darebbe un segnale chiaro rispetto ai bio-distretti i quali sono uno strumento che permette di coinvolgere maggiormente i territori su questo tema. Questo farebbe fare un salto di qualità al biologico, rappresentando un vero e proprio apripista per tutta l’agricoltura italiana perché – il biologico – deve essere la locomotiva che porta avanti il sistema agroalimentare assicurando il rispetto della biodiversità, cibo sano per i consumatori e minori emissioni climalteranti. Non dimentichiamo che, allo stato attuale, in Italia l’agricoltura produce il 10% delle emissioni che alterano il clima, due terzi sono legate alla zootecnia che deve essere più sostenibile, attenta al benessere animale e meno impattante con i vari emissivi. Favorire l’agricoltura biologica significa sicuramente dare un grande segnale di sviluppo di un sistema agricolo che guarda con attenzione all’ambiente, al futuro, al Green Deal e alla transizione ecologica con grande coraggio ma anche con grande fiducia”.
Quali auspici si pone Legambiente in materia di sostenibilità agricola e leggi a tutela dell’agricoltura biologica?
“Siamo convinti che occorra una Politica Agricola Comunitaria (P.A.C.) – la quale dovrà essere approvata per il 2022-2027 – che sia in linea con i principi delle strategie europee Farm to Fork e biodiversità, le quali sanciscono con chiarezza degli obiettivi di riferimento entro il 2030. Questi obiettivi sono: il 50% in meno di pesticidi, il 20% in meno di fertilizzanti, il 50% di antibiotici utilizzati negli allevamenti, il 10% di aree dedicate alla biodiversità nei terreni agricoli e il 25% di agricoltura biologica rispetto alla superfice agricola utilizzabile. Questi target devono essere anche gli obiettivi della P.A.C. la quale non deve essere uno strumento per elargire contributi a tutti e senza rimarcare la premialità di chi è più virtuoso, non dimentichiamoci che – nell’ultima P.A.C. – l’80% dei contributi è andato al 20% delle aziende. È necessaria invece una P.A.C. che premia le aziende virtuose, chi fa agricoltura biologica, chi si converte al biologico, chi alza l’asticella rispetto all’integrato con una riduzione drastica dell’utilizzo di chimica, energia e acqua. Occorre riconciliarsi con la natura e questo è possibile utilizzando da una parte il Made in Italy, ossia la nostra grande eccellenza agroalimentare e dall’altra la ricerca, l’innovazione e il digitale che ci permettono di ridurre fortemente gli input negativi e di creare un’agricoltura moderna e innovativa ma al tempo stesso che guardi fortemente all’ambiente e alla sostenibilità. In questo senso l’approvazione della legge sull’agricoltura biologica sarebbe uno strumento fondamentale per drenare le risorse comunitarie e dare un segnale, insieme a una P.A.C. che davvero guardi alla sostenibilità in maniera vincente e prioritaria, per far fare un salto a tutto il sistema agroalimentare del paese”.