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La strage silenziosa in Afghanistan. Il martirio di una generazione

L’Onu denuncia l’erosione dei diritti umani fondamentali in Afghanistan. Tenebre e terrore in tutto il paese dopo la presa del potere da parte dei talebani. A loro le Nazioni  Unite attribuiscono la responsabilità di esecuzioni extragiudiziali. Torture, arresti, detenzioni arbitrari. Violazioni delle libertà fondamentali. E’ tragica la situazione dei diritti umani sotto i talebani da quando le forze straniere si sono ritirate e il governo eletto è crollato. Le autorità hanno limitato il dissenso reprimendo le proteste. E limitando le libertà dei media. Il rapporto dell’Onu condanna gli arresti arbitrari di giornalisti, manifestanti e attivisti della società civile. “Sono necessari per lo sviluppo e il progresso di una nazione i diritti alla libertà di riunione pacifica. Alla libertà di espressione. Alla libertà di opinione– avverte Fiona Frazer, responsabile dei diritti umani per la missione delle Nazioni Unite –. Si tratta di libertà fondamentali. Consentono a un dibattito significativo di prosperare. Beneficiando anche coloro che governano. Solo così è possibile comprendere meglio i problemi che affliggono la popolazione afghana”.

Sos Afghanistan

Un anno fa il Consiglio di Sicurezza dell’Onu aveva approvato all’unanimità il rinnovo del mandato della missione Unama in Afghanistan. Nella risoluzione si afferma che l’Onu vuole un esecutivo “inclusivo”, ma è stato eliminato il riferimento alle donne. Mursal Nabizada, 32 anni, la ex parlamentare afghana uccisa nella sua abitazione a Kabul da uomini armati, era originaria della provincia di Nangarhar. Laureata in economia aziendale, ha studiato a Peshawar, nel vicino Pakistan, prima di tornare in Afghanistan. Eletta nel 2018, aveva servito come rappresentante di Kabul alla Wolesi Jirga. La Camera bassa dell’Assemblea nazionale. Nella XVII legislatura, insediatasi nel 2019 quando al potere in Afghanistan c’era il governo sostenuto dall’Occidente e rovesciato dai talebani nell’agosto 2021. Originaria della provincia di Nangarhar, al confine col Pakistan, la donna aveva deciso di non lasciare il Paese dopo che i talebani avevano preso il potere a Kabul. “Una donna forte e schietta che rappresentava ciò in cui credeva, anche di fronte al pericolo. Nonostante le fosse stata offerta la possibilità di lasciare l’Afghanistan, ha scelto di restare e combattere per il suo popolo“, racconta l’ex deputata Mariam Solaimankhil.

Erosione dei diritti

A seguito della brusca transizione dell’Afghanistan al dominio talebano, l’erosione dei diritti delle donne è uno degli aspetti più notevoli dell’amministrazione de facto fino ad oggi. Le donne e le ragazze hanno visto limitati i loro diritti di accedere all‘istruzione, al posto di lavoro e alla partecipazione alla vita pubblica. “Non permettere alle ragazze di andare alla scuola secondaria significa che una generazione di ragazze non completerà i 12 anni di istruzione di base“, avverte Unama. “L’istruzione non è solo un diritto umano fondamentale, ma la chiave per lo sviluppo di una nazione”, sottolinea Markus Potzel. Prosegue il rappresentante speciale delle Nazioni Unite per l’Afghanistan: “È tempo per tutti gli afghani di poter vivere in pace e ricostruire le loro vite dopo 20 anni di conflitto armato”. E aggiunge: “Il nostro monitoraggio rivela che il popolo afghano, in particolare donne e ragazze, è privato del pieno godimento dei propri diritti umani“. Si moltiplicano gli attacchi mirati da parte del gruppo terroristico che si identifica come lo Stato islamico in Iraq e nel Levante – provincia del Khorasan. Contro comunità di minoranze etniche e religiose.

La bandiera dei talebani

Escalation di violenza

L’Unama è preoccupata per l’impunità con cui le autorità sembrano aver commesso violazioni dei diritti umani. L’ex deputata afghana e la sua guardia del corpo sono stati uccisi nell’abitazione della donna a Kabul. Lo ha reso noto la polizia della capitale. Nell’attacco contro la ex parlamentare  è rimasto ferito anche il fratello. I motivi dell’agguato contro la donna avvenuto non sono al momento chiari, ha detto il portavoce della polizia, Khalid Zadran. Nei mesi scorsi era apparsa in un programma tv con il volto coperto. Parlando del suo lavoro per una organizzazione non governativa. Di recente, i talebani hanno vietato alle donne di lavorare per le ong. La polizia ha annunciato un’inchiesta per “trovare i criminali e consegnarli alla giustizia”.

Giacomo Galeazzi

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