Niente approdo in un porto italiano per la nave Sea Watch 3, e nemmeno è consentito il transito all'imbarcazione di una ong carica di migranti fatti salire in acque libiche. “Ho appena firmato il divieto di ingresso, transito e sosta alla nave Sea Watch 3 nelle acque italiane, come previsto dal Nuovo Decreto Sicurezza. Ora il documento sarà alla firma dei colleghi ai Trasporti e alla Difesa: stop ai complici di scafisti e trafficanti”. Lo dice il ministro dell'Interno Matteo Salvini.
Cosa succede se la nave forza il blocco
La nave, a bordo della quale si trovano 52 persone provenienti dall'Africa, si trova ora ferma a 16 miglia circa da Lampedusa. Se dovesse forzre il blocco allora scatterebbe immediatamente la confisca del natante e una multa salata. Nelle scorse ore le autorità italiane aveva chiesto ai vertici della nave di sbarcare a Tripoli, ma in risposta hanno ottenuto un rifiuto. “Le persone a bordo ci hanno raccontato di aver trascorso lunghi periodi di detenzione in Libia e di aver subito vessazioni inenarrabili“, ha detto in un video la portavoce della Ong Sea Watch Giorgia Linardi. “Noi – ha aggiunto la donna – non riporteremo mai nessuno in un Paese in cui avvengono queste cose”. Anche la Commissione Ue era intervenuta sul caso, sottolineando per bocca della sua portavoce Natasha Bertaud che “tutte le navi con bandiera europea devono seguire le regole internazionali e sulla ricerca e salvataggio in mare, che significa che devono portare le persone in un porto che sia sicuro“. Sempre la ong fa sapere: “Il centro nazionale di coordinamento del soccorso in mare di Roma ha annunciato un controllo sanitario a bordo. Ci stiamo avvicinando alla posizione dell'incontro, in acque internazionali davanti a Lampedusa”.