Prove di accordo fra Lega e Movimento 5 stelle sull'affaire Tav: le due ali di maggioranza hanno infatti raggiunto un'intesa sulla mozione relativa al progetto della Torino-Lione, convenendo sulla ridiscussione integrale del progetto nell'applicazione dell'accordo fra Italia e Francia. La mozione ĆØ stata depositata a firma dei capigruppo alla Camera Francesco D'Uva (M5s) e Riccardo Molinari (Lega). Una tregua di fatto, un tentativo di “trovare la quadra”, come annunciato da Di Maio ma anche una strategia per evitare attriti durante il giro di amministrative. Del resto, sulla questione le voci discordanti sono ancora diverse, a cominciare dal ministro dell'Economia, Giovanni Tria, apparso scettico (per non dire del tutto negativo) all'ipotesi di stoppare il cantiere Tav:Ā “Tutti i cantieri pubblici giĆ cominciati, quelli che sono stati giĆ oggetto di contratti, di trattati, di accordi internazionali, devono realizzarsi”, aveva detto a France 3.
I dubbi
Il tema Tav, nonostante il parziale stop, sembra destinato a un contenzioso ancora piuttosto lungo. Secondo Tria, “noiĀ non soltanto dobbiamo rilanciare gli investimenti pubblici, ma dobbiamo mandare un messaggio di serenitĆ a tutti quelli che vogliono investire sul lungo termine in Italia”. E, di rimando, ĆØ arrivata anche la decisa frenata dei diretti interessati della Regione Piemonte, con il governatore Sergio Chiamparino a rimarcare che “approvare la mozione significherebbeĀ mettere una pietra tombale” sul progetto. Un'eventualitĆ della quale, secondo Molinari, non deve preoccuparsi in quanto la linea della Lega resta la stessa: “Valutare come realizzare quest'opera nel rispetto degli accordi internazionali”.
Critica dem
PressochĆ© immediata la reazione dell'opposizione, con il Partito democratico in prima fila: “La Lega – twitta il deputato demĀ Emanuele FianoĀ – avuta in regalo l'assoluzione di Salvini, decide di bloccare la Tav. DĆ un calcio alla propria propaganda, alle promesse e alle manifestazioni. Questo il testo della mozione che la maggioranza vuole votare domani. Il progetto viene ridiscusso integralmente. L'Italia butta via miliardi, sviluppo, posti di lavoro. Per un processo scansato. Per una poltrona salvata”. Rincara la dose Matteo Renzi: “Tecnicamente ĆØ voto di scambio”.