Una trasferta positiva, a Malta, per il neo-ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, volata a La Valletta per il summit sulla questione migratoria che, oltre all'Italia, vedeva coinvolti anche i corrispettivi di Francia, Germania, Finlandia e naturalmente Malta. Il vertice, infatti, ha prodotto una prima intesa sul tema degli sbarchi e della redistribuzione, stabilendo un paio di principi fondamentali sui flussi migratori: innanzituttoĀ “la ripartizione su base obbligatoria” e, insieme, i ricollocamenti non soloĀ di coloro che hanno ottenuto lo status di rifugiato ma di tutti i richiedenti asilo. Operazioni che dovrebbero avvenire in tempi piuttosto rapidi (si parla di quattro settimane), con inserimento dei migranti nella banca dati del Paese di destinazione (quindi non in quelli di primo approdo)Ā non appena verrĆ data la disponibilitĆ da parte di uno Stato.
Ministri soddisfatti
AndrĆ valutato quanti dei 28 Paesi saranno d'accordo a questa soluzione ma, di sicuro, la prima intesa raggiunta a La Valletta lascia soddisfatto il ministro Lamorgese, specie sul punto che, grazie a questa, i migranti non sbarcheranno piĆ¹ nei vari porti ma, idealmente, in Europa: “Da oggi possiamo dire che lāItalia non ĆØ piĆ¹ sola nella gestione dei flussi migratori. Sono molto soddisfatta della disponibilitĆ mostrata dagli altri Stati a seguire una linea finalmente europea. E non era affatto scontato. Porteremo la bozza di accordo al Consiglio degli affari interni a lussemburgo il prossimo ottobre e speriamo che aderiscano molti altri paesi. Non ĆØ un pacchetto chiuso, siamo aperti ad eventuali emendamenti, ma ĆØ la base per il superamento dellāaccordo di Dublinoā. L'accordo ĆØ stato raggiunto alla presenza delĀ commissario europeo uscente allāimmigrazione Avramopoulos (che si augura l'adesione di altri Paesi all'accordo raggiunto)Ā e, almeno per il momento, non dovrebbe riguardare gli sbarchi autonomi ma solo quelli via nave, intesa ritenuta comunque il primo passo verso il cambiamento: “Senza questo accordoĀ la revisione di Dublino non sarebbe possibile”, ha detto il ministro dell'Interno tedesco Horst Seehofer.