Ci sono volute due ore di vertice ma, alla fine, sembra che la maggioranza abbia trovato perlomeno un'intesa di massima su alcuni dei temi chiave della Manovra, uscendo dalla riunione con in tasca un accordo che, probabilmente, mette un freno alle intemperanze fra partiti che hanno accompagnato la discussione sulla Legge di bilancio. Dal confronto di Palazzo Chigi si esce con una stretta di mano su contante (con superbonus Befana previsto nel 2021 per le spese effettuate con carta bancomat e riduzione del tetto dei pagamenti cash) e pos, che partiranno però a luglio anziché a gennaio, mentre per la questione del carcere agli evasori si ottiene un accordo generico, quindi aperto a ulteriori modifiche. La relativa norma, peraltro, entrerà in vigore dopo la conversione in legge (quindi non con il decreto fiscale) proprio allo scopo di consentire nuove correzioni. Da una prima panoramica tracciata dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, si parla di pene “da 4 a 8 anni partendo da una somma evasa da 100mila euro”. Restano dunque aperte le strade del confronto e, di rimando, anche quelle della divisione, con i correttivi che dovrebbero essere convertiti in altrettanti emendamenti da demandare in sede di discussione in Parlamento.
Le reazioni
Nello stock di correzioni non rientra il tema delle partite Iva in regime forfettario, discorso che verrà affrontato in settimana, mentre per quanto riguarda la stretta sul prelievo dei contanti e le multe ai commercianti che non utilizzano il Pos, si tratta di provvedimenti che entreranno in vigore già da luglio. E per il momento, ovvero per quanto riguarda i vertici della giornata di ieri, va bene così: “Il carcere ai grandi evasori entra nel decreto fiscale, come aveva chiesto con forza il M5S – ha commentato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio -. Colpiamo i pesci grossi, finalmente tocchiamo gli intoccabili”. Soddisfatto anche il capo delegazione dem e ministro della Cultura Dario Franceschini, critico in giornata sulle intemperanze nella maggioranza: “Bene le norme sugli evasori, il fatto che le norme entreranno in vigore non subito ma soltanto al momento della conversione garantisce il Parlamento sulla possibilità di approfondirne tutti gli effetti e le conseguenze”.