Doveva essere l'occasione per parlare del progetto che Nicola Zingaretti ha come segretario del Partito democratico, per la quale ha lanciato la sua candidatura. E infatti oggi a Roma, all'evento “Piazza Grande” organizzato dal governatore della Regione Lazio, se n'è parlato abbondantemente, anche con l'ex primo ministro Paolo Gentiloni. Ma a rubare la scena, tuttavia, è stato il parapiglia che si è consumato dopo pochi minuti che Zingaretti aveva iniziato il suo comizio.
La contestazione e l'insulto: “Malati psichiatrici”
Una decina di animalisti ha fatto irruzione sul palco, ha interrotto il relatore lanciando volantini e gridando slogan. Per cinque minuti la kermesse è stata interrotta e si è sfiorata la rissa. E visto che il servizio d'ordine stentava a trascinare via i contestatori, Zingaretti ha invitato i presenti a fare “un grande applauso per sommergere questa ipocrisia”. Poi, prima che tornasse la calma, ha aggiunto: “Vergognatevi di strumentalizzare un tema così importante solo per soddisfare il vostro ego”. Polemiche per il fatto che il candidato alla segreteria dem avrebbe rivolto un altro insulto al gruppo di animalisti. Un comunicato a firma del presidente di Animalisti Italiani Onlus, Walter Caporale, denuncia che “diversi attivisti sono stati picchiati e spinti a terra dal service e persino aggrediti con violenza dal pubblico del Pd, e il presidente della Regione Lazio li ha insultati definendoli dei 'malati psichiatrici'“. E ancora, interviene anche Rinaldo Sidoli, segretario di Alleanza Popolare Ecologista (Ape): “Definire quei contestatori dei 'malati psichiatrici' è stata una grave offesa. Zingaretti poteva dimostrare il suo peso politico fermando la violenza verbale proveniente dal pubblico. Oggi chi corre alla guida del Pd ha dimostrato di non rappresentare gli animalisti e gli ambientalisti“.
Il motivo della contestazione
Sempre nel comunicato di Sidoli si legge: “Non si può ricostruire il centrosinistra accantonando le questioni verdi. Zingaretti ha aperto la caccia di selezione nelle aree protette del Lazio, ha concesso la possibilità di costruire edilizia libera nei Parchi e ha persino consentito colate di cemento per 180mila metri cubi all'interno della Riserva Naturale Tenuta dell'Aquafredda. Questo tipo di politiche non rappresentano un'alternativa”. Gli fa eco Caporale, secondo cui Zingaretti “si candida alla guida del Pd scegliendo di scavalcare a destra Salvini, la Meloni e Berlusconi con un drammatico e pericoloso regalo al Vaticano, ai cementificatori, ai cacciatori e a gli agricoltori. Con un solo colpo – spiega – un emendamento alla legge n. 55/18 'Disposizioni per la semplificazione e lo sviluppo regionale', ha aperto la caccia di selezione nelle aree protette del Lazio, modificando la Legge 29/97; ha concesso la possibilità di costruire edilizia libera nelle aree protette con il principio del silenzio assenso e di realizzare i Pua (Piani di utilizzazione aziendale) in deroga ai piani di assetto dei Parchi stessi, con conseguenti possibilità di sviluppo agricolo, anche quello più spregiudicato e contro la biodiversità. Questi provvedimenti sono in contrasto con la Legge Quadro sulle Aree Protette 394/91, tuttora vigente, a tutela dei parchi. Zingaretti ha smantellato anni di tutela dei parchi e della fauna selvatica”.
La critica dei Verdi
La vicenda irrompe sulla corsa alla segreteria del Pd proprio nel giorno in cui alle elezioni in Baviera si registra un boom dei Verdi e un flop dei socialdemocratici. Puntuale arriva la critica a Zingaretti da parte dei Verdi italiani. “Apprendiamo con sconcerto che la pur vivace protesta di alcuni attivisti per i diritti degli animali durante la convention del Presidente Zingaretti sia stata da questi bollata come roba da egocentrici che non rispettano le idee altrui e magari con qualche rotella fuori posto. Quando certi temi vengono ignorati o addirittura attaccati, va invece accettata anche la contestazione. Che fine ha fatto la promessa elettorale di nominare il Garante Regionale per i Diritti degli Animali?“, scrivono il responsabile nazionale organizzazione Verdi Francesco Alemanni e i portavoce dei Verdi Roma Guglielmo Calcerano e Silvana Meli in una nota che proseguono. “Perché – si domandano – si vuole spossessare il Consiglio Regionale del potere di approvare i Piani d'assetto? Perché facilitare gli interventi edilizi nei Parchi col meccanismo del silenzio-assenso introdotto da un emendamento alla legge n. 55/18? Perché insistere con l'autostrada Roma-Latina e con la bretella, destinata a sventrare la Riserva del litorale, quando occorrerebbe innanzitutto mettere in sicurezza la Pontina? Quanto dovremo aspettare ancora per il vincolo di monumento naturale sul laghetto ex SNIA? Su queste ed altre questioni ambientali la Regione Lazio segna il passo, anzi, sembra voler tornare indietro.” “Da tempo il PD pare aver accantonato l'idea dello sviluppo sostenibile e della qualità della vita: dal referendum sulle trivelle allo scandalo dell'Ilva. Ora Zingaretti si propone per una svolta, ma se vogliamo davvero costruire un futuro diverso, diritti, giustizia sociale, sviluppo ed ambiente devono andare di pari passo. Gli ecologisti più che dello strizzacervelli, hanno bisogno di risposte a queste domande” Concludono Alemanni, Calcerano e Meli.