Prima di sciogliere le Camere votiamo il taglio delle poltrone. Loro dicono che il problema non è questo, ora lo dimostrino”. Non tradisce emozioni il vicepremier Luigi Di Maio, presentatosi davanti alle telecamere del Tg1 una manciata di minuti dopo il discorso del premier Giuseppe Conte alla stampa che, di fatto, ha inaugurato la crisi di governo, ufficializzandola dopo le esternazioni del ministro dell'Interno Matteo Salvini e al termine dei colloqui intercorsi con lui a Palazzo Chigi. Il leader pentastellato non nasconde la delusione, non tanto per la volontà del collega vicepremier di certificare con un voto le analisi dei sondaggi, quanto piuttosto per le tante cose promesse che, ora come ora, non potranno essere realizzate: “Salvini ha fatto cadere il governo che ha fermato gli sbarchi, ha fatto il reddito di cittadinanza, quota 100. Non abbiamo paura di andare al voto ma io sono preoccupato per il Paese, con gli italiani che stavano aspettando flat tax e taglio del cuneo fiscale. Stavamo per togliere le concessioni autostradali a Benetton, e 345 parlamentari della Repubblica, bastava l'ultimo voto”.
Toni alti
Nonostate il tono calmo, Di Maio tiene il punto: “Risparmiamo 500 milioni ogni 5 anni. Facciamolo per gli italiani. Qualcuno vuole che il governo cada oggi. Bene, noi siamo pronti, della poltrona non ci interessa nulla e non ci è mai interessato nulla, ma una cosa è certa: quando prendi in giro il Paese e i cittadini prima o poi ti torna contro”. Decisamente più diretto il commento dell'ex deputato Alessandro Di Battista: “Spettacolo da vomito di chi si è mascherato da protettore del popolo ma che è schiavo del sistema”. Il tutto mentre, da Pescara, Matteo Salvini pronunciava le prime parole da campagna elettorale: “Mi candido premier. Chiediamo agli italiani la forza di prendere in mano questo Paese e di salvarlo”. E, a sua volta, ai Cinque stelle fa riferimenti velati: “Io ho pazienza ma l’Italia non ha bisogno dei signor No, serve coraggio ed energia. Sono una persona paziente ma non sopporto più i no. Non abbiamo bisogno di ministri che bloccano le opere pubbliche. Pur di andare avanti siamo disposti a mettere a disposizione le nostre poltrone, ci sono sette ministeri della Lega a disposizione. Per noi la poltrona vale meno di zero, se serve parlano gli italiani”.
Zingaretti: “Tutti al lavoro”
Crisi di governo che rimbalza fino alle opposizioni, Pd su tutti: “Siamo pronti alla sfida – ha fatto sapere il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti -. Nelle prossime elezioni non si deciderà solo quale governo ma anche il destino della nostra democrazia, della collocazione internazionale del nostro Paese. Il Pd chiama a raccolta tutte le forze che intendono fermare idee e personaggi pericolosi. Da subito tutti al lavoro, insieme, per fare vincere l'Italia migliore”. E lancia un appello a Renzi: “Dico a Matteo: aiuta, dai una mano. E' legittimo che fai politica, sei una risorsa e aiutaci a vincere le elezioni al prossimo appuntamento elettorale. Perché abbiamo il dovere di non permettere mai più che quelli che hanno vinto il 4 marzo tornino al governo, abbiamo il dovere di lasciare ai nostri figli e nipoti un paese migliore”. Anche dall'ex premier è arrivato un commento sulla crisi dell'esecutivo: “Questo governo ha fallito, come previsto.Capitan Fracassa non ha avuto coraggio di fare il bilancio e ha paura delle inchieste. Adesso tutti a spiegare casa per casa perché grazie a Salvini l'Iva aumenta al 25% e i mercati ballano”.