Non si allenta la tensione nel M5s. Luigi Di Maio ha riunito ministri e capigruppo 5Stelle per valutare sanzioni contro i senatori ‘ribelli’ Paola Nugnes e Gregorio De Falco, che votando contro il decreto Sicurezza per via di quello che considerano un condono a Ischia, hanno provocato un passo falso del Governo in Senato. Assolutamente realistico pensare a una loro espulsione.
De Falco: “Non sto nel Ku Klux Klan”
“Vedo che qui si fanno prima le sentenze, poi i provvedimenti e ancora dopo gli atti di accusa. Sa cosa significa questo? Conferma che l'Italia è storta“, così Gregorio De Falco in un'intervista a Repubblica sulle polemiche per il suo voto contrario al condono di Ischia. De Falco, che si definisce “coerente, non dissidente”, ha spiegato di non aver ricevuto ancora nessun avvertimento dai probiviri sulla possibile espulsione: “Le minacce per compiersi hanno bisogno di un minimo di formalità” e “io non penso di essermi iscritto al Ku Klux Klan, ma a un Movimento politico che agisce nell'ordinamento giuridico italiano”, ha osservato.
Condono a Ischia
Per quanto riguarda l'emendamento sul condono a Ischia, De Falco ha spiegato che “nel momento in cui c'è sul tavolo una richiesta di condono, immagino che vada valutata secondo le leggi vigenti: quella del 1985 e quella del 1994. Con questo decreto, mi si dice che si valuta solo in base a quella più vecchia”. “Qual è la razionalità di una misura simile, per un Movimento che ha come prima delle cinque stelle l'ambiente”, si è chiesto De Falco. “L'ambientalismo è sempre stato uno dei punti di riferimento dei 5 Stelle: dov'e' finito? E' importante per tutto, anche per non perdere quote di Pil sul turismo” e “ogni mio atto da senatore è coerente con i valori che ho abbracciato quando ho scelto di entrare in politica. Io non sto tradendo nessuno“, ha insistito.
Il sostegno della Fattori
A De Falco e all'altra dissidente Nugnes giunge il plauso della senatrice Elena Fattori, anche lei 5Stelle, che sostiene che i suoi due colleghi abbiano “seguito la loro coerenza”. Secondo lei “hanno pensato prima al bene dei cittadini e dell'ambiente che agli ordini di scuderia”. Affida, così, a Facebook un duro j'accuse, aggiungendo un ringraziamento “anche per il coraggio di una scelta non semplice in un clima di terrorismo psicologico lontano da ogni forma di democrazia e condivisione”.