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Invalidità civile: nuovi criteri di valutazione della fragilità

La riforma della disabilità partirà con la sperimentazione dal 2025 in nove province, ma già a novembre comincerà la formazione degli operatori

L’assegno mensile di invalidità civile è una prestazione economica. Viene erogata a domanda, per coloro ai quali è stata riconosciuta una riduzione parziale della capacità lavorativa (dal 74% al 99%). E con un un reddito inferiore alle soglie previste annualmente dalla legge. La riforma della disabilità partirà con la sperimentazione dal 2025 in nove province. Ma già a novembre comincerà la formazione degli operatori. La ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli è intervenuta agli Stati generali dell’Anffas sulle disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo nel Lazio. La ministra ha aggiunto che in seguito la formazione sarà estesa a tutto il territorio nazionale. “Attraverso il progetto di vita, con il decreto 62, a novembre partirà la formazione capillare al personale in 9 province. e formeremo più di 2.000 persone per ogni territorio- afferma Alessandra Locatelli-. Daremo le risorse alle Regioni da destinare al Terzo Settore perché questa formazione diventi davvero capillare. La riforma è legata al Pnrr, ora abbiamo un anno di sperimentazione, può essere che l’Europa possa decidere di prolungare ma di poco. Ma quando entrerà in vigore in tutta Italia, dobbiamo essere certi che tutti riescano a fare questo lavoro in sinergia anche con le nuove regole per quanto riguarda la valutazione dell’invalidità civile“.

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Foto di Dominik Lange su Unsplash

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L’avvocato Massimo Navach è un esperto di assistenza legale in diverse aree, tra cui diritto civile, diritto del lavoro, invalidità previdenziale e invalidità civile. “La legge italiana prevede specifiche forme di tutela per proteggere i cittadini affetti da infermità fisiche o mentali che compromettono la loro capacità lavorativa. E, di conseguenza, la possibilità di ottenere un reddito adeguato – evidenzia Navach-. Strumenti di tutela che pur garantendo un sostegno concreto a chi si trova in condizioni di fragilità, spesso vengono respinti a causa di valutazioni inadeguate”. Aggiunge il legale: “Per accedere alle diverse misure di tutela, come l’assegno di invalidità, la pensione di inabilità e l’indennità di accompagnamento, l’assistito deve presentare domanda amministrativa all’Inps. Onde poter essere sottoposto a visita medica collegiale dalla Asl”. Prosegue l’avvocato Navach: “Purtroppo però, a seguito dell’accertamento sanitario, il riconoscimento della richiesta di invalidità civile spesso viene negato. Ecco allora che interveniamo in maniera decisiva. Istruendo cause a regola d’arte che vinciamo nel 90% dei casi”. Dunque, se il riconoscimento della invalidità civile viene negato in sede amministrativa, il cittadino può presentare ricorso giudiziario nel termine di decadenza di sei mesi dalla ricezione del verbale sanitario. Per fare ricorso contro il diniego dell’invalidità civile, dunque, è spesso necessario consultare uno studio legale specializzato.

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Foto: Foto di Rollz International su Unsplash

Il caso Sardegna 

Un esempio dell’Italia demograficamente in evoluzione è offerto dalla Sardegna. Un’isola che supera di oltre due punti percentuale l’indice di vecchiaia nazionale. Con il 26,8% della popolazione composta da over 65 (rispetto al 26,3% del 2022) e con un rapporto tra decessi e nascite che presenta un saldo naturale in costante peggioramento. È la Sardegna fotografata dal rendiconto sociale dell’Inps presentato a Cagliari. In questo scenario di riferimento l’Inps ha liquidato 20.495 nuove pensioni Ivs (invalidità, vecchiaia e superstiti) nel corso del 2023, mentre sono circa 425.000 quelle in vigore. Gli importi regionali sono più bassi rispetto alla media nazionale, i tempi di liquidazione sono in media entro i 30 giorni. Per l’invalidità civile il dato è in costante crescita con 20.316 nuove prestazioni liquidate nel 2023 (+8,8% rispetto al 2022) e 128.438 prestazioni vigenti. Con riferimento al mercato del lavoro, i dati evidenziano, come per le altre regioni, un prodotto interno lordo in aumento. A fronte dell’aumento del tasso di occupazione si registra anche un lieve calo del tasso di disoccupazione. L’indice di impiego della forza lavoro evidenzia come i settori di maggiore rilievo sono il commercio, le istituzioni dello Stato, il settore finanziario, quello dei servizi di alloggio e ristorazione. Un dato significativo emerge per la Sardegna: a fronte di una riduzione del numero medio di imprese rispetto al 2022 (da 150.650 a 147.927), si registra un aumento del numero medio di addetti, che passa da 490.995 del 2022 ai 522.650 del 2023. Inoltre, pur restando largamente prevalenti (96,8% del totale), si riduce rispetto al 2022 il numero di microimprese (da 1 a 9 addetti) e aumenta il numero di quelle piccole (da 10 a 49) e medie (da 50 a 249).

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Foto di Luisella Planeta da Pixabay

Invalidità e ammortizzatori

Nel settore privato, permangono redditi medi giornalieri più bassi della media nazionale. Con riferimento agli ammortizzatori sociali, il 2023 ha visto aumentare il numero di beneficiari di per cessazione del rapporto di lavoro, dovuto soprattutto all’aumento delle domande accolte di Naspi. Le sedi sarde hanno erogato il beneficio entro 30 giorni per circa il 94%. Anche per la cassa integrazione ordinaria i tempi medi di autorizzazione sono passati da 44 giorni nel 2022 a 24 giorni nel 2023. “Il contesto socio-economico – ha detto il direttore regionale Francesco Ciro Di Bernardo – è migliorato rispetto al 2022. Noi stessi come Inps abbiamo fatto notevoli passi avanti. Siamo ad un livello di organizzazione interna che consente la liquidazione delle pensioni medie tra 30 giorni. Stesso discorso per quelle che sono disoccupazioni. Stiamo praticamente avviando quella nuova forma di presenza sul territorio, portando l’Inos in posti dove non c’è. L’occupazione è aumentata, questo è un dato più che positivo, anche se c’è un aumento dei contratti a tempo determinato. Ma questo è un fenomeno che può essere generalizzato in tutta Italia. Altro dato positivo: c’è un’elevata percentuale di Durc che sono regolari già in partenza, una testimonianza della rispondenza del tessuto aziendale a questa ripresa post Covid. Qualche appunto dal Comitato regionale Inps: “Uno su tutti – sottolinea il presidente Renato Arba – riguarda ad esempio l’invalidità civile. Ci sono migliaia di pratiche ancora inevase. Bisogna intervenire per abbattere questi tempi di attesa lunghissimi. Stiamo lavorando per trovare delle soluzioni“. 

 

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