Yeltsin e il nucleare russo: dal disarmo alla conversione

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Foto di Egor Myznik su Unsplash

Il 26 gennaio 1992 ha rappresentato una data molto importante per la nostra storia in quanto, l’allora presidente della Federazione Russa, Boris Yeltsin, annunciava che la Russia avrebbe smesso di tenere le sue armi nucleari puntate sulle città statunitensi. In particolare, questo momento storico, si inserisce dopo la fine dell’Unione Sovietica, avvenuta poco più di un mese prima, ovvero il giorno di Natale del 1991. La dichiarazione di Yeltsin avviene in continuità rispetto a quella dell’Urss in merito al disarmo nucleare.

È stata la prima grande conferma della nuova Russia e ha dato la certezza del fatto che, al di là dell’impostazione politica, gli stati possono cambiare la strada precedentemente intrapresa. Ovvero l’accordo START, firmato da Gorbaciov e Bush sr il 31 luglio del 1991, che prevedeva la limitazione delle armi nucleari strategiche. La figura di Boris Yeltsin, quindi, ha fatto da traino per il passaggio dal disarmo alla conversione delle armi nucleari, che è stata sancita ufficialmente il 15 giugno 1992 con il suo viaggio del leader russo negli Usa, allora sotto la presidenza di George Bush sr, per siglare definitivamente una proposta di energia di pace in un apposito vertice e sanciva ufficialmente l’avvio industriale ed economico di conversione delle prime ventimila testate nucleari.

“Civiltà dell’Amore”, attraverso vari appuntamenti importanti, ha cercato e cerca di mettere in atto quotidianamente un messaggio di pace, alla luce degli insegnamenti della storia come quello del 1992. In particolare, tra poco meno di un mese, ovvero il 24 febbraio che coincide con il triste anniversario dell’inizio della guerra in Ucraina di due anni fa, terremo un apposito evento ad Assisi sul tema della promozione della pace a 360 gradi e della conversione delle armi nucleari in energia e sviluppo.

Oltre agli impegni dei politici su questo versante, in quella sede, verrà evidenziata la responsabilità ed il ruolo delle religioni per una conversione pacifica delle menti e dei cuori a tutti i livelli. Il convegno, inoltre, vedrà svolgersi un confronto tra le grandi religioni monoteiste provenienti da tutto il mondo, a cominciare dalla Terra Santa, per interrogarsi sull’importanza della pace di cui, in questo momento, il mondo ha un grande bisogno e tutti noi abbiamo il dovere di impegnarci senza riserve.