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VOCs e VOIs: la distinzione delle varianti

Oltre ai provvedimenti di contenimento e alle campagne di vaccinazione, una terza variabile entra in gioco nel determinismo dell’evoluzione della pandemia: l’insorgenza di “varianti” virali. Nella sua replicazione il virus, trascrivendo il proprio genoma a ogni successiva generazione, commette errori nella “correzione delle bozze” della trascrizione, che si manifestano con la comparsa di mutazioni.  Si creano così le “varianti”.

Delle varianti è nota la distinzione in VOIs (varianti “interessanti”) e VOCs (varianti “preoccupanti”). Così come la nuova nomenclatura (secondo le lettere dell’alfabeto greco), la maggior parte delle varianti sono destinate a estinguersi, mentre sono destinate ad affermarsi quelle più favorevoli alla stessa sopravvivenza del virus, che è legata alla possibilità di contagiare un maggiore numero di ospiti. L’elevata trasmissibilità conferisce alle VOCs un vantaggio competitivo che ne consente con il tempo la dominanza sul piano epidemiologico. Così il ceppo originale Wuhan-H1-D614G è stato progressivamente soppiantato nel mondo prima dalla variante Alfa (“inglese”) e successivamente, a partire dal giugno 2021, dalla variante Delta (“indiana”) e più recentemente dalla variante Omicron (Hong Kong/Botswana).

Tutte queste varianti presentano mutazioni o delezioni a livello del frammento di genoma che codifica per la proteina Spike della variante originale, che è stato utilizzato per la costruzione dei vaccini in uso, sia su piattaforma RNA messaggero sia a vettore virale ricombinante non replicante. Ne consegue pertanto che le VOCs sono potenzialmente in grado di sfuggire all’efficacia delle risposte immunitarie (immune-escape), sviluppate sia naturalmente dall’infezione sia dal vaccino. L’affermarsi delle VOCs ha avuto pesanti ripercussioni sull’evoluzione epidemiologica. Per esempio, in India la diffusione della variante Delta, molto trasmissibile, favorita dalla carenza di misure di contenimento e dal deficit delle campagne vaccinali, ha determinato un’esplosione di nuovi casi e decessi tali da riportare l’India, a metà del 2021, alla testa delle classifiche mondiali. Una situazione in qualche modo simile ha fatto sì che nel Regno Unito, dove praticamente il numero di nuovi casi e nuovi morti fortemente era disceso e prossimo a zero, l’avvento della stessa variante ha rialzato la curva epidemiologica provocando migliaia di casi e decine di morti. E parallelamente ha provocato la comparsa di casi di “reinfezioni” in soggetti vaccinati.

La variante Delta infatti è del 60% circa meno sensibile ai vaccini, in particolare dopo la sola prima dose di Vaxzievra, pratica largamente adottata nel Regno Unito nell’intento di vaccinare rapida-mente il maggior numero di popolazione. Analizzando l’impatto fenotipico delle varianti, è accertato, sulla base di indagini di laboratorio e di valutazioni epidemiologiche, che tutte le VOCs sono dotate di maggiore trasmissibilità, caratteristica che ha permesso il loro sviluppo fino a diventare prevalenti nei Paesi di origine e diffondersi in tutte le 6 Regioni WHO (Organizzazione mondiale della Sanità). Il fatto stesso che determinino un considerevole aumento del numero dei contagiati, anche a parità di letalità, provoca un aumento della mortalità: se a 100 infetti sono correlati 2-3 casi mortali, a 1.000 infetti ne saranno correlati 20-30.

In più, per le varianti Alfa e Delta, vi sono dati di un aumento di severità clinica, di ospedalizzazioni e anche dell’indice di letalità di base. Al contrario, per quanto riguarda la variante Omicron, vi sono dati di un aumento di severità clinica, di ospedalizzazioni e anche dell’indice di letalità di base. Al contrario, per quanto riguarda la variante Omicron, ai fini dalla prima fase della sua diffusione vi sono dati che depongono per un ridotto rischio di ospedalizzazione e una minore gravità clinica, effetto positivo limitato da un drammatico aumento di contagi a causa dell’elevatissima trasmissibilità. A questi si aggiungono altri motivi di preoccupazione delle varianti VOCs, che sono oggetto di indagine e costante monitoraggio.

Prof. Giampiero Carosi: