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Vizio del fumo nei giovani: c’è troppa compiacenza colpevole

E’ una fotografia preoccupante quella scattata da Eurispes. Dall’indagine realizzata in collaborazione con l’assessorato regionale alla programmazione e bilancio e alla collaborazione con l’assessorato alla pubblica istruzione della Sardegna emerge che il cinquanta per cento dei giovani intervistati ha iniziato a fumare prima di aver raggiunto i 18 anni; il 48,7 tra i 15 e i 18 anni. La ricerca si riferisce a un campione di ragazzi sardi, ma è triste doverlo ammettere, il consumo di sigarette è aumentato in tutta Italia.

Iniziare a fumare quando si è così giovani comporta dei gravi problemi per la salute; i ragazzi diventano assuefatti più facilmente di quanti iniziano a fumare in età più avanzata. Direi che non a caso, tutte le strategie di mercato di quanti vendono le sigarette o i loro succedanei si rivolgono proprio a questa fascia di età, contrariamente a quanto dovrebbe essere in uno Stato che cura la salute dei suoi cittadini. Aumentano sia i pericoli per la salute dei giovani, ma aumentano di pari passo i guadagni di quanti vendono.

Un altro dato preoccupante che emerge da questa ricerca riguarda i luoghi dove i ragazzi fumano. Tutti sono consapevoli che a scuola non si può fumare, ma il 71,7% ritiene giusto che lo si faccia negli spazi esterni come giardini, piazzole o cortili. Eppure, c’è chi fuma anche nei locali della scuola (58,2%). C’è un’inconcepibile tolleranza della scuola verso questi giovani fumatori, questo non dà una bella impressione. Inoltre, i ragazzi, oltre alle sigarette tradizionali, fanno uso anche di quelle elettroniche, o di tabacco: questo apre la strada ad altre dipendenze. Non è possibile che lo Stato tolleri questi fatti.

Sono molti gli interventi che lo Stato ha messo in campo, ma non ci sono controlli. Vediamo molti giovani che vanno a comprare le sigarette nonostante la vendita ai minori sia vietata. Dovrebbe esserci meno invadenza da parte delle aziende produttrici nell’ambito della normativa, ricordiamo che i produttori sono stati oggetto di agevolazioni fiscale: c’è una politica dello Stato che è venuta meno, potremmo parlare di una politica di tolleranza generale, che è deprecabili, e si estende a molti ambiti, non so a quello delle sigarette.

Oltre alla formazione, la sensibilizzazione che viene fatta nelle scuole, l’unica via da seguire per contrastare il vizio del fumo è quella di alzare i prezzi delle sigarette, o dei prodotti simili, invece che abbassarli come sta accadendo; tagliare gli spot che pubblicizzano il fumo; più di tutto sarebbe necessario creare una critica sociale invece che una compiacenza sul fumo… Questo purtroppo non viene fatto. C’è troppa compiacenza colpevole a discapito della salute dei cittadini.

Girolamo Sirchia: