Sostenibilità e sviluppo sono due termini molto importanti che, nella loro visione d’insieme, danno vita al cosiddetto “sviluppo sostenibile”, uno concetto molto utilizzato a partire dalla fine degli anni ’80 del ‘900 fino ad oggi. La sua definizione più conosciuta, lo considera come un modo di sviluppo in grado di unire in maniera virtuosa lo sviluppo dell’ambiente con quello sociale ed economico. In questo processo graduale verso la sostenibilità, una tappa importante è stata fatta segnare dall’Agenda Onu 2030 che, a partire dal 2015, ha fatto sottoscrivere 17 obiettivi comuni a 193 diversi paesi da conseguire entro il 2030 con l’obiettivo di incentivare la sostenibilità degli ecosistemi e, allo stesso tempo, la lotta ai cambiamenti climatici e alle nuove povertà.
Nonostante siano passati otto anni dalla sottoscrizione dell’Agenda Onu 2030, gli obiettivi allora sanciti, in considerazione dei grandi cambiamenti climatici globali attualmente in atto, sono ancora più attuali e, il comparto agricolo nella sua totalità, deve sforzarsi per adottare le tecniche più idonee per perseguirli. Il settore vitivinicolo, negli ultimi anni, sta facendo molto per la tutela dell’ambiente. A titolo esemplificativo, si pensi che, in Italia, lo stesso rappresenta un settore di eccellenza in considerazione della quantità unità alla qualità molto elevata, con la presenza di ben 545 diversi vitigni e una storia molto antica tantoché, il nome antico della penisola italiana era Enotria, ovvero “Terra del Vino”, termine derivato a sua volta da Enotri, gli abitanti della attuale Basilicata.
Questa tradizione millenaria però è messa alla prova. Secondo i dati divulgati dall’osservatorio sul comparto dell’Unione italiana vini e di Vinitaly, c’è troppo vino nelle cantine italiane. In particolare, rispetto allo scorso anno +4,5%, cioè 45,5 milioni di ettolitri che equivarrebbero ad oltre sei miliardi di bottiglie. Preoccupa che la media sia alzata proprio dai vini di qualità con un +9,9%. Tra tutti questi dati quello che spaventa è la contrazione del mercato extra europeo con un -13%, esclusa la Russia che ci privilegia. Questo quadro però è stato delineato alla vigilia di una vendemmia potenzialmente in calo per le cause metereologiche; quindi, potrebbe compensare la futura riduzione di scorte. L’allarme di Acli Terra però risiede nella speculazione ai danni delle cantine da parte dei grandi distributori, facendo mantenere il vino in cantina per allargare i valori economici nella filiera ai danni dei produttori e dei consumatori. Infatti, i prezzi dei vini nella distribuzione sono eccessivamente aumentati nonostante la grande quantità. In questo delicato frangente, il nostro paese nella sua totalità, ha il dovere di promuovere su più vasta scala il proprio vino nei nuovi mercati mondiali e quello di controllare gli eccessivi ricarichi in filiera nella distribuzione interna. Per il primo obiettivo i finanziamenti pubblici ci sono, vanno coinvolte maggiormente le Organizzazioni agricole, per il secondo vanno rafforzati gli osservatori nelle composizioni e nelle funzioni. Tutto ciò deve essere fatto tenendo come obiettivi primari la salvaguardia dell’ambiente e delle produzioni vitivinicole d’eccellenza. Noi, come sempre, saremo al fianco dei viticoltori per la promozione delle eccellenze del “Made in Italy” e, per questo motivo, saremo presenti a Bologna, nell’ambito del Sana, con un incontro divulgato tramite i social dal titolo “La promozione del vino biologico“. Oggi come non mai è fondamentale sostenere questo settore per garantire all’agricoltura nel suo complesso un futuro migliore.