Il Consiglio episcopale permanente della Cei nel Messaggio per la 46ª Giornata nazionale per la vita lancia oggi “Un forte appello” ad ogni uomo e donna richiamandoci “all’impossibilità morale e razionale di negare il valore della vita, ogni vita”. “Ciascuna vita, anche quella più segnata da limiti, ha un immenso valore ed è capace di donare qualcosa agli altri”; “nessuna vita va mai discriminata, violentata o eliminata in ragione di qualsivoglia considerazione”.
La vita più fragile ed indifesa è quella poi più preziosa perché è quella che costituisce il paradigma dell’umano perché è capace di dare e ricevere cura. Nella nostra società fondata sui miti della forza, del successo, della performance si continuano al contrario a sacrificare vite innocenti. La cultura dello scarto e la violenza ancora negano e ne spezzano tante: soldati, civili, donne, migranti, anziani e tanti, tanti bambini.
Uno sguardo particolare va a tutte le donne madri che hanno in sé il valore della “cura”, che vuol dire pace, amorevolezza ed inclusione, che sono custodi col loro grembo della vita più indifesa. “La vita delle donne viene ancora considerata proprietà dei maschi – persino dei padri, dei fidanzati e dei mariti – per cui può essere umiliata con la violenza o soffocata nel delitto” e travolgere con sé anche quella del bambino prenatale. Una violenza ottenebrata dal delirio di possesso in grado di spezzare anche insieme più vite.
Di recente, a Rimini nell’evento “Vite Spezzate” curato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII è stata gettata luce su un tipo di violenza strettamente connessa alla generatività del corpo femminile, una violenza ancora sommersa e taciuta, una violenza che si scatena quando la creatività della donna si fa carne nel suo corpo. La violenza contro le madri in gravidanza. All’evento, Eugenia Roccella, Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, oltre che al saluto del Presidente della comunità Matteo Fadda, ha introdotto con un suo intervento a video la riflessione; nel corso del convegno alcune drammatiche testimonianze di donne vittime sono state lette alla platea dall’attrice Mara Di Maio con molta commozione in sala.
Questo tipo di violenza contro le donne è inoltre orribilmente e sistematicamente praticata nel sistema prostituente nei confronti delle vittime di prostituzione che quindi subiscono violenze multiple e gravissime.
La Comunità da anni (1997) al fianco delle donne in gravidanza con la gestione del numero verde 800 035 036 ha sollevato il velo dell’epidemia nascosta di aborti non voluti: una epidemia reale e molto più grande di quanto la maggior parte delle persone immagini e che riguarda anche l’interruzione della gravidanza nei percorsi sanitari. I dati e le testimonianze, riportano traumi indicibili e conseguenze psicologiche e sociali difficili– se non impossibili- da superare. L’esperienza ed i dati dell’esperienza del numero verde sono state inoltre portate anche all’attenzione della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere lo scorso 12 gennaio in sede di audizione dei rappresentanti della Comunità.
Un grande dolore, una sofferenza incolmabile, un lutto che accompagna senza tregua, talmente lacerante che è possibile testimoniarlo solo dopo un grande e profondo percorso psicologico. Tante hanno dovuto attraversare per anni la depressione ed altri problemi psichici e fisici.
Nonostante le profondissime ferite, tante donne con cui si è condiviso il cammino, hanno saputo rinascere, in quelle piaghe hanno trovato la forza per ricostruire il proprio sé accettando il dolore, ed insieme ad altre donne al loro fianco hanno ritrovato impronte di sogni di speranza. Il mondo ha urgente bisogno dell’«etica della cura» ad ogni livello politico, giuridico, sociale perché è l’Umanità intera fragile, bisognosa, interdipendente, vulnerabile e perché “Il grado di progresso di una civiltà si misura dalla capacità di custodire la vita, soprattutto nelle sue fasi più fragili”.
Daniela Giorgis animatrice generale del servizio famiglia e vita della comunità Papa Giovanni XXIII
Se stai vivendo una gravidanza difficile non sei sola: chiamaci al numero verde 800035036 o scrivici su Whatsapp 3427457666