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Le vie concrete per contrastare la corsa alle armi e alla guerra

Smettiamola di parlare di pace ed invece incominciamo a ‘fare’ pace. Tanti parlano di pace, ma non si impegnano efficacemente a far fiorire la pace.

Suggerisco alcune vie concrete che ogni cristiano e ogni cittadino può seguire per contrastare questa corsa pazzesca alle armi e alla guerra. Lo scorso anno, secondo i dati dell’Istituto di ricerca internazionale per la pace di Stoccolma (SIPRI), i Paesi del mondo hanno speso ben 1.981 miliardi di dollari. Il governo italiano, nel 2020, ha speso ben 27 miliardi di euro. Tutto questo enorme mercato di armi è reso possibile dalle cosiddette banche armate. Per questo è nata la “Campagna Banche Armate” lanciata dalle tre riviste missionarie Mosaico di Pace, Nigrizia, Missione Oggi e anche da Pax Christi, per invitare i cittadini, soprattutto i cristiani, a ritirare i propri soldi dalle banche che investono in armi.

E’ stato il noto moralista mons. Enrico Chiavacci, teologo del Vaticano II, a ricordare a tutti l’obbligo morale di sapere in quale banca ognuno tiene i propri soldi e come vengono utilizzati. E’ chiaro che un cristiano non può investire i propri soldi nel settore delle armi, perché servono a fare guerra e quindi ad uccidere. “Tu non uccidere”, ci dice il comandamento di Dio.

Il magistero di Papa Francesco è così chiaro a questo riguardo, non solo per le armi, ma soprattutto per il nucleare. Papa Francesco a Hiroshima ha detto che non solo l’uso, ma anche il “possesso delle armi atomiche è immorale”. Se le comunità cristiane, le parrocchie, le diocesi d’Italia promuovessero questa campagna, potremmo avere un grande impatto contro quelle banche che investono in armi.

Un’altra efficace azione per ‘fare’ pace oggi è quella portata avanti dai portuali di Genova: nel 2020 si sono rifiutati di caricare sulla nave saudita Bahri Abha, le armi destinate all’Arabia Saudita per alimentare la guerra nello Yemen. La loro iniziativa si sta estendendo ai portuali di Livorno, Ferrara e Napoli, ma anche ad altri porti in Europa. E’ così che si ‘fa’ la pace. Però tutto questo si paga tant’è che i portuali di Genova sono indagati per il loro gesto.

Smettiamola di parlare di pace, ma facciamo pace attraverso pratiche efficaci, mettendoci in rete. Dobbiamo cambiare questo Sistema economico-finanziario-militarizzato che uccide per fame, guerra (causando 82 milioni di rifugiati) e soffoca il Pianeta. Diamoci tutti da fare per un Sistema che porti Vita e Speranza per tutti.

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