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Le braccia alzate verso Dio come risorsa di saggezza

Papa

Pregare Dio servendo il prossimo. Il pastore può fare i suoi richiami ma non basta. Come ricorda Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in Veritate, servono uomini e donne con le braccia alzate verso Dio per pregarlo. Consapevoli che l’amore e la condivisione da cui deriva l’autentico sviluppo, non sono un prodotto delle nostre mani. Bensì un dono da chiedere a dio. Papa Francesco invoca un impegno, ad ogni livello, nella società, nella politica, nelle istituzioni e nell’economia. Mettendo al centro il bene comune.

Il logo della Giornata dei Poveri 2022

In un’intervista contenuta nel libro “Questa economia uccide” (Piemme), Jorge Mario Bergoglio ribadisce che il Nuovo Testamento condanna l’idolatria della ricchezza, non i ricchi. Il nostro sistema si mantiene con la cultura dello scarto. E così crescono disparità e povertà. Il Pontefice riconosce che la globalizzazione ha aiutato molte persone a sollevarsi dalla povertà. Però ne ha condannate tante altre a morire di fame. È vero che in termini assoluti è cresciuta la ricchezza mondiale. Ma sono anche aumentate le disparità. E sono sorte nuove povertà. Questo sistema si mantiene con quella cultura dello scarto, della quale il Papa ha parlato varie volte. “I poveri sono come maestri per noi. Ci insegnano che una persona non vale per quanto possiede. Per quanto ha sul conto in banca – afferma Francesco-. Un povero, una persona priva di beni materiali, conserva sempre la sua dignità. I poveri possono insegnarci tanto anche sull’umiltà e la fiducia in Dio. ” C’è una politica, una sociologia, e anche un atteggiamento dello scarto. Occorre cercare di costruire una società e un’economia dove l’uomo e il suo bene, e non il denaro, siano al centro. Perciò, secondo il papa che vuole una Chiesa povera per i poveri, c’è bisogno di etica nell’economia. E c’è bisogno di etica anche nella politica. Francesco ne parla ai capi di Stato e di governo che incontra. Con la convinzione che i leader religiosi devono aiutare e dare indicazioni etiche. Il ragionamento e la testimonianza di Francesco è da leader morale del pianeta. All’Assemblea plenaria dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali il Papa ha chiarito che “la povertà teorica non ci serve“. La povertà “si impara toccando la carne di Cristo povero. Negli umili. Nei poveri. Negli ammalati. Nei bambini”.Quando al centro del sistema non c’è più l’uomo ma il denaro. Quando il denaro diventa un idolo. Ecco allora gli uomini e le donne sono ridotti a semplici strumenti. In balia di un sistema sociale ed economico caratterizzato, anzi dominato da profondi squilibri. E così si scarta quello che non serve a questa logica. E’ quell’atteggiamento che esclude i bambini e gli anziani. E che ora colpisce anche i giovani. “Mi ha impressionato apprendere che nei Paesi sviluppati ci sono tanti milioni di under 25 che non hanno lavoro”, precisa il Pontefice. Li chiamano i giovani “né-né“, perché non studiano né lavorano. Non studiano perché non hanno possibilità di farlo. Non lavorano perché manca il lavoro. Francesco ricorda poi quella cultura dello scarto che porta a rifiutare i bambini anche con l’aborto.
A colpire Francesco sono i tassi di natalità particolarmente bassi in Italia. Così si perde il legame con il futuro. Come pure la cultura dello scarto porta all’eutanasia nascosta degli anziani che vengono abbandonati. “Invece di essere considerati come la nostra memoria”, puntualizza Jorge Mario Bergoglio. E invece “il legame con il passato è una risorsa di saggezza per il presente”. Quindi Francesco si chiede: “Quale sarà il prossimo scarto?” Ed esorta tutti a fermarsi in tempo. A non rassegnarsi. A non considerare questo stato di cose come irreversibile.

Giacomo Galeazzi: