Il contributo di Benedetto XVI alle relazioni con la Cina è stato molto importante. Già prima di diventare Papa, quando era il Prefetto per la Congregazione della Dottrina della Fede, Josef Ratzinger ha dovuto affrontare la questione dei vescovi illegittimi, ossia dei vescovi cinesi ordinati senza il mandato apostolico, quindi senza l’approvazione del pontefice. Negli anni ’80 e ’90, alcuni di questi, hanno scritto a Roma chiedendo il riconoscimento da parte del Papa e, Giovanni Paolo II, ha chiesto a Ratzinger di fare un’analisi approfondita sotto il profilo teologico ed egli diede il parere secondo cui tali vescovi erano ordinati in modo valido e pertanto potevano essere riconosciuti dal Papa. Giovanni Paolo II li ha riconosciuti ed essi sono rientrati nella comunione con Roma. Josef Ratzinger ha dato in questo modo un contributo molto importante per affrontare questa ferita dolorosa che ha diviso profondamente la Chiesa in Cina, tra “clandestini” e “patriottici”.
Una volta divenuto Papa, Ratzinger ha incoraggiato il dialogo tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese. Nel 2007 ha scritto una bella lettera ai cattolici cinesi, in cui li invitava alla riconciliazione e all’unità e chiedeva loro di uscire dalla condizione di clandestinità. Ma per realizzare questi obiettivi era necessario passare attraverso la formulazione di un accordo con le autorità cinesi per la nomina dei nuovi vescovi. Per questo nella Lettera auspicò esplicitamente tale accordo, il cui testo venne preparato attraverso un’intesa fra le due parti e approvato da Benedetto XVI. Qualcuno ha detto che Papa Ratzinger rifiutò tale accordo, ma il cardinale Giovanni Battista Re, nel 2020, ha scritto a tutti i cardinali per sottolineare che l’accordo, poi firmato nel 2018, è lo stesso che Benedetto XVI aveva già approvato durante il suo pontificato. Come Giovanni Paolo II, prima, e Francesco, poi, Benedetto XVI ha molto amato la Cina, del cui popolo ha ammirato la cultura e la saggezza, e ha avuto a cuore le sorti dei cattolici cinesi, superando tanti pregiudizi nei loro confronti ed incoraggiando il loro impegno per l’evangelizzazione.