Il 25 marzo ricade la solennità dell’Annunciazione del Signore, in cui si celebra il concepimento di Gesù nel grembo di Maria. Il giorno in cui Dio si è fatto uomo affidandosi alle cure materne di una donna, molti Paesi cattolici e molte Chiese locali hanno istituito la Giornata della Vita Nascente o del Nascituro, una ricorrenza tesa a porre i riflettori sull’importanza di tutelare questa fase della vita concepita ma non ancora nata, sempre più spesso messa in discussione dalla società dello scarto e dell’autodeterminazione iper-individualista.
Ovviamente la Giornata della vita nascente non è solamente un momento di riflessione sulla dignità della vita intrauterina ma anche un’occasione per rilanciare la promozione e il sostegno alla natalità, alla maternità, alla genitorialità e alla famiglia. Temi che assumono ancora più rilievo in tempi di diffuso inverno demografico in tutti i Paesi dell’Occidente.
Il primo ad intuire l’importanza simbolica che potrebbe assumere una Giornata del genere, se inserita nel calendario delle ricorrenze civili italiane, fu don Oreste Benzi che, già nel 2000, auspicava un “richiamo specifico” che ponga l’accento sulla vita prenatale “perché è quella che oggi corre ancora più rischi”. Il seme gettato da don Oreste Benzi è germogliato e nel 2021 una coalizione di decine di realtà pro family e pro life italiane hanno dato vita alla Rete per la Giornata per la Vita Nascente, che vede tra i principali animatori la Comunità Papa Giovanni XXIII, il Movimento per la Vita Italiano, l’Associazione Famiglie Numerose, Il Family Day e l’Associazione Medici cattolici italiani.
La Rete è riuscita ad aprire un canale di collaborazione con un gruppo di parlamentari di tutti i principali partiti politici particolarmente attenti alla sfida della Natalità e alcuni di questi hanno presentato due diverse proposte di legge per l’Istituzione della Giornata. La ricorrenza costringerebbe la stampa, il sistema scolastico e il mondo della cultura ad aprire serie riflessioni sui diritti del nascituro e il valore della maternità in corrispondenza del 25 marzo. La politica dal canto suo sarebbe costretta ogni anno a fare il punto sulle misure varate e i progetti intrapresi per tutelare la vita nascente.
In questa cornice, mercoledì scorso la Rete per la Giornata della Vita Nascente ha organizzato un confronto tra parlamentari e giovani che intendono intraprendere il percorso della genitorialità. Per l’occasione i ragazzi tra i 25 e 35 anni hanno esposto numerose proposte a sostegno della gravidanze difficili e della giovani coppie che intendono procreare, molte anche le osservazioni esposte in merito alla debolezza del sistema di welfare italiano. In particolare è emersa la necessità di varare misure più robuste per la conciliazione tra i tempi di lavoro e quelli dedicati alla famiglia. Su proposta dell’on. Cesa i parlamentari hanno concordato nell’istituire un tavolo permanente di confronto con le realtà pro life e i giovani che chiedono politiche per la natalità. All’evento è intervenuto anche il ministro della Famiglia Eugenia Roccella che ha esortato ad un impegno di tutte le istituzioni in questa direzione. E anche Papa Francesco mercoledì all’udienza generale ha ribadito ogni vita “è sacra e inviolabile”. La sfida della natalità è quindi entrata nell’agenda ora bisogna passare dalle parole ai fatti perché non ci si può limitare alla testimonianza ideologica.