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Trasporti e logistica sono essenziali per il nostro commercio

Il Traforo autostradale del Frejus è chiuso causa frana in territorio francese, la prossima settimana chiuderà per lavori di manutenzione il Traforo del Bianco, tre mesi all’anno per 18 anni. Da quei trafori passa gran parte delle esportazioni del Centro Nord verso Francia, Inghilterra, Spagna e Portogallo. Ricordo che senza l’aumento delle esportazioni negli ultimi anni il nostro PIL sarebbe stato negativo e il PIL pro-capite sarebbe sceso con gli effetti più pesanti per le classi sociali più deboli. Paolo VI, lo ha ricordato Gianni Agnelli nel 2002 nel suo intervento al Senato, diceva che nell’epoca moderna la pace voleva dire sviluppo. L’Italia dalla sua Unità a oggi deve molto della sua crescita economica e sociale alle ferrovie, alle autostrade e ai trafori alpini. Lo dico per le anime belle che dicendo no alle infrastrutture hanno contribuito alla decrescita economica e all’aumento della povertà.

Il sistema autostradale piemontese che negli anni 70 era ai primi posti in Italia mostrerà tutte le sue contraddizioni dai limiti della tangenziale mai completata alla autostrada del Frejus con lavori in corso da anni. Il traffico del Bianco per la metà si dirotterà sul Traforo del Frejus e quindi la tangenziale di Torino ne subirà un fortissimo stress da intasamento. Come è possibile che la Torino che negli anni 50-70 era prima in Italia per l’impegno infrastrutturale si sia ridotta così. Ricordo a tutti che i tempi di viaggio incidono in modo importante nei costi di trasporto e quindi incidono sulla competitività del nostro import e del nostro export.

Paghiamo caro la opposizione negli anni sessanta e settanta del PCI alla costruzione delle Autostrade, alla stessa tangenziale torinese. Ricordo ancora le polemiche con l’on. le Botta per la scelta delle tre corsie. Nel 75 la vittoria comunista alle elezioni amministrative nelle Città tra cui Torino con lo slogan NO alle Grandi Opere contribuì molto al rallentamento dello sviluppo italiano. Quel blocco durò 25 anni. Così oggi ci troviamo un sistema autostradale che per oltre il 50% è stato costruito negli anni sessanta e settanta.

E pensare che il primo appunto di Cavour al Re è relativo alle Alpi. Diceva il Conte “Maestà le Alpi per noi fin qui sono state una protezione ma in futuro rischiano di essere un fattore di esclusione” in un altro momento a proposito del progetto del Traforo del Frejus il Conte, definito giustamente dagli inglesi il più grande statista dell’800 diceva che senza la ferrovia Torino era in una condizione di periferia relativa. Ecco perché il piccolo Stato Sabaudo nel 1857 approva la costruzione del Primo Traforo alpino al mondo. Per Cavour bucare le Alpi voleva dire dare ossigeno allo sviluppo del Piemonte e dell’Italia. Tre mesi dopo la approvazione Cavour e Vittorio Emanuele II inauguravano i lavori. Non perdettero tempo. Senza i moderni macchinari di oggi, in soli 13 anni venne costruito il Traforo per il quale dobbiamo ringraziare il genio di Sommeiller, Grandis e Grattoni i tre Ingegneri che diressero i lavori e che umilmente chiesero consiglio al Parroco di Bardonecchia, Don Vachet, sul posto migliore per iniziare lo scavo.

L’Italia è cresciuta anche grazie alle infrastrutture volute dai Romani e da Cavour sino al secondo dopoguerra dove furono decisive le Autostrade perché unirono il mercato italiano e i Trafori autostradali alpini dal Monte Bianco al S. Bernardo sino al Frejus. Oltre la metà della nostra produzione industriale, che dà lavoro a milioni di persone e che genera molti investimenti nella ricerca, viene esportata all’estero. Senza queste esportazioni ci sarebbero meno salari e meno risorse per Scuola e Sanità. Occorre cambiare atteggiamento verso le Infrastrutture di trasporto, soprattutto quella ferroviaria che non inquina e che togliendo traffico dalle strade favorisce la sicurezza stradale. Senza trasporti e logistica le nostre pregiate produzioni farebbero fatica ad andare nel mondo e ci sarebbe meno lavoro. Il Paese e il Piemonte pagano caro i ritardi nella costruzione della TAV. Lo dico ai tanti critici con l’opera. Dovremo aspettare 10 anni per avere una ferrovia moderna e non inquinante, in compenso avremmo il raddoppio del tunnel autostradale al Frejus e probabilmente il raddoppio del tunnel autostradale al Monte Bianco senza che i Notav dicano nulla.

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