Dopo il fuori programma dell'8 agosto del Ministro dell’Interno, abbiamo visto risvegliarsi i veri guru del nostro Paese, coloro che, di fatto, si professano come unici salvatori della Patria. Chiaramente non stiamo parlando di grandi intellettuali, né di chissà quali statisti, bensì di persone molto più modeste nel sapere, ma forse, più astute nel tentativo di dominare. Da destra e sinistra, (ora è anche più chiaro che il movimento pentastellato si riscopra nell'area della sinistra italiana), tutti sostengono di preoccuparsi di non farci affossare dalle prossime scadenze finanziarie.
Le accuse velenose, le grida virtuali, le pugnalate per mezzo stampa stanno però logorando una nazione sempre più squalificata a livello europeo proprio a causa dell’attuale classe dirigente. Nel vecchio continente siamo spesso derisi e considerati, politicamente, dei pagliacci. In fondo non hanno poi tutti i torti considerando i ridicoli e comici modi che i nostri “leader” hanno di comunicare.
Dicono in molti che quel “matrimonio” giallo-verde non si doveva fare sin dall’inizio, ma poi tra le opportunità e gli opportunismi è nata un’alleanza paradossalmente provvidenziale per gli italiani. Sì, perché dopo svariati mesi di campagne elettorali e instabilità di ogni genere, il Paese aveva bisogno di rilassarsi, di un abbassamento dei toni, di attenuare le contrapposizioni per lungo tempo troppo accese. Il popolo italiano era esausto. Così, dando il ciuccio zuccherato ai neo vincitori siamo riusciti, noi italiani, ad avere un po’ di tregua.
Il tutto è durato illusoriamente troppo poco. Sono tornati ad attaccarsi e a contrapporsi per le elezioni europee dandosele di santa ragione e senza risparmiare ipocrisie d’intramezzo, teatrini ignobili, hanno continuato a fingere l’amore inesistente, cercando di mascherare una evidente incompatibilità. Ora, questa crisi del potere o questo potere in crisi fa riflettere sulle prossime mosse, per alcuni già scontate e per altri del tutto incerte.
Non si ha il coraggio di dare una svolta credendo in persone nuove che nulla hanno da urlare ma che sono credibili e autentiche, capaci di amministrare un Paese e di farlo per servizio e non per la carriera, i soldi, il potere.
Intanto Zingaretti scopre di avere in casa il reale leader del partito. E indovinate un po’ chi è? L'ex premier Renzi. Grillo fa il papà che richiama i suoi figli per dare le nuove direttive alla ditta Casaleggio. Salvini si affida alla Madonna, ma forse negli ultimi tempi anche a Verdini, senza tralasciare però certe “ossessioni-missioni” sul tema dei migranti, che sempre attirano e mantengono buoni gli elettori. Insomma, la Lega sembrerebbe schiacciata “tra quelli di Bibbona e quelli di Bibbiano” due luoghi ormai simbolo di questa estate rovente non solo per il grande caldo ma anche per il surriscaldamento politico. Ah dimenticavo, poi c’è Giuseppe Conte: dal suo alto discorso dipenderebbero le sorti di questa povera Italia, o almeno quelle della sua poltrona!? Nel frattempo, molti hanno dimenticato proprio gli italiani che si sentono martoriati e presi in giro da troppo tempo, usati e ritenuti come dei pupazzi, profanati dai mercenari del profitto… e ora vedremo: chi sarà più bravo a farci credere che il prossimo fumo sarà invece un grande arrosto?