Oggi ricorre l’anniversario del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT) e proprio quando ci troviamo di fronte a profonde preoccupazioni per una potenziale escalation della guerra nucleare. Tutte le grandi potenze militari testano nuovi missili balistici intercontinentali, mentre in questi giorni, la Corea del Nord sembra addirittura pronta a nuovo test nucleare. Da tempo le immagini satellitari paiono attestare attività coreana nei siti usati per gli esperimenti atomici chiusi nel 2018 e pochi giorni fa l’Organizzazione per l’energia atomica iraniana (Aeoi) è stata incaricata di attivare centinaia di nuove centrifughe, tra cui le macchine IR-1 e IR-6 per l’arricchimento dell’uranio. Nonostante l’impegno internazionale per porre fine agli esperimenti nucleari risalga oramai a sei decenni fa, tuttavia pare ancora lungi dal sortire effetti consolidati.
La prima esplosione nucleare sperimentale nel mondo fu nel luglio del ’45 con il test USA “Trinity” ad Alamogordo, nel Nuovo Messico e a partire all’inizio degli anni ‘50, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, come prime potenze, hanno condotto plurimi test con armi termonucleari ad alta potenza nell’atmosfera. Le terribili ricadute radioattive dovute a questi esperimenti suscitarono sin d’allora forti e crescenti condanne a livello internazionale e portarono ad una prima convenzione parziale contro i test nucleari (Partial Nuclear Test-Ban Treaty, PTBT), firmata nel 1963 e su cui confidarono molti.
Da allora furono vietati i test nucleari nello spazio esterno, nell’atmosfera e sott’acqua, ma non nel sottosuolo e ciononostante i test sulle armi nucleari non solo continuarono – anche se sotterranei – ma aumentarono notevolmente di numero. Durante la Guerra Fredda furono poi fatti ulteriori e molti tentativi per negoziare un divieto di sperimentazione globale, ma è stato solo negli anni ’90 che il trattato per la messa al bando dei test è diventato realtà.
Il trattato di totale messa al bando “Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty (CTBT)” è stato infatti negoziato a Ginevra tra il 1994 e il 1996. Centottantasei Paesi hanno firmato il Trattato, di cui 174 lo hanno anche ratificato, compresi tre degli Stati dotati di armi nucleari: Francia, Federazione Russa e Regno Unito.
Tuttavia, 44 Paesi detentori di tecnologie nucleari specifiche devono ancora firmarlo e ratificarlo prima che possa entrare formalmente in vigore. Di questi, ne mancano ancora otto: Cina, Egitto, India, Iran, Israele, Corea del Nord, Pakistan e Stati Uniti. Nei cinque decenni tra il 1945 e il 1996 sono stati effettuati oltre 2.000 test nucleari in tutto il mondo e tra il 1945 e il 2006 sono stati utilizzati oltre 60 siti di sperimentazione.
La terrificante cronologia di questi eventi catastrofici per mano umana da parte dei diversi Stati è descritta con tutta la sua devastazione nel sito della Commissione di controllo istituita col Trattato (https://www.ctbto.org/nuclear-testing/testing-times/ ). Questa Commissione (CTBTO), che è ancora preparatoria in attesa dell’entrata in vigore del trattato, è stata fondata nel 1996; conta più di 260 persone provenienti da oltre 70 Paesi e ha sede a Vienna. È guidata da un Segretario esecutivo e i suoi compiti principali sono la promozione del Trattato e la creazione di un regime di verifica operativo per assicurarsi che nessuna esplosione nucleare passi inosservata.
Molti studi e ricerche hanno oramai ampiamente accertato che nei siti utilizzati per i test, molti densamente abitati, la popolazione locale ha dovuto subire i terrificanti effetti del fallout radioattivo; intere isole sono state vaporizzate come Elugelap o interamente contaminate come gli atolli di Bikini e Fangataufa, l’isola di Novaja Zemlja e altre. Ancor oggi le ricadute di questi eventi, non interamente note, hanno conseguenze sulla salute delle persone con l’aumento di patologie e cluster tumorali, e sulla flora e la fauna per la concentrazione anomala degli elementi radioattivi.
L’ultimo, potentissimo test nucleare di Pyongyang, condotto il 3 settembre 2017 con una potenza compresa tra i 120 e i 300 chilotoni, (dieci volte la potenza della bomba di Hiroshima) è stato in grado letteralmente di spostare una montagna; il Monte Mantap in Corea del Nord si è spostato di 3,5 metri ed è “affondato” di mezzo metro.
I test nucleari rimangono una minaccia per la salute umana e per quella del pianeta e sono solo una pallida immagine della catastrofe planetaria rappresentata dal costante pericolo dell’esistenza di decine di migliaia di armi nucleari nel mondo: “L’uso dell’energia atomica per fini di guerra è, oggi più che mai, un crimine, non solo contro l’uomo e la sua dignità, ma contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune” (Papa Francesco). I nuovi conflitti e le crescenti tensioni rendono sempre più incerto il contesto della sicurezza globale e dovrebbero farci prendere dolorosa coscienza del fallimento della deterrenza nucleare rivelatasi piuttosto uno strumento di ricatto pronto a portarci nell’abisso. Tutti, cittadini e Governi, dovremmo agire responsabilmente, in maniera decisa e tempestiva, per il disarmo nucleare.