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Tassi negativi sui conti correnti, una soluzione per tutti?

Da qualche tempo sta facendo discutere la proposta di Jean Pierre Mustier, CEO di Unicredit e neo presidente della European Banking Federation, di retrocedere il costo dei tassi negativi applicati sui depositi presso la BCE alla clientela. La cosa ha fatto alzare quasi un polverone, soprattutto a livello sindacale, ma non si tratterebbe, in effetti, di un mero vantaggio per le banche ma, in un certo senso, applicare tassi negativi sui depositi potrebbe rappresentare anche un vantaggio per la clientela.Ā Andiamo in ordine, perĆ².

Da qualche anno, cioĆØ dal famoso ā€œwhatever it takesā€¦ā€ di Draghi, in area euro si ĆØ aperto il tempo dei tassi negativi che vuol dire che, nonostante il tasso ufficiale di rifinanziamento fissato dalla BCE sia nullo, sui depositi il tasso applicato ĆØ oggi pari al -0.50%, cioĆØ il deposito temporaneo della liquiditĆ  presso la banca centrale non viene remunerato ma ha un costo vivo pagato dalle banche.Ā Lā€™idea di fondo ĆØ che quella liquiditĆ  sia meglio impiegarla nel finanziamento dellā€™economia reale piuttosto che depositarla a scopo precauzionale e, quindi, il tasso negativo ĆØ (o, almeno, dovrebbe essere) uno stimolo al finanziamento di aziende e famiglie.

Questo stimolo ha spinto gli istituti di credito, ovviamente, a una ā€œcorsa allā€™impiegoā€ per evitare di incorrere in costi ulteriori, cosa che, altrettanto ovviamente, ha creato una maggiore concorrenza nel settore comprimendo gli spread applicati ai finanziamenti con un netto vantaggio per la clientela ma riducendo il margine dā€™interesse delle banche che, per mantenere una buon livello del margine di intermediazione e, quindi, una redditivitĆ  atta ad attrarre nuovi investitori e sostenere i costi di struttura, hanno dovuto puntare sulla seconda voce di introito in bilancio, le commissioni nette, tariffando servizi prima erogati gratuitamente o quasi o innalzando il costo di alcuni servizi.

Cosa ha detto, perĆ², Mustier veramente?Ā Nel corso del suo discorso di esordio allā€™Ebf, il manager ha affermato che sarebbe estremamente importante che i tassi negativi non si fermassero nei bilanci bancari e che la Bce dica alle banche, ā€œper favore passate i tassi negativi ai vostri clientiā€, salvaguardando i piccoli clienti con depositi inferiori ai 100.000 euro.Ā In pratica lā€™idea sarebbe quella di applicare dei tassi a soglia, non negativi fino alla quota dei 100.000 euro protetti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e negativi sopra questa soglia per tagliare il costo della raccolta e riportare a buon livello il margine di interesse per poter tagliare lā€™apporto delle commissioni nette nella formazione del margine di intermediazione.

Questa rappresenta, almeno in Italia, una proposta rivoluzionaria perchƩ sarebbe prodromica alla diminuzione dei costi bancari, vantaggio che si rifletterebbe immediatamente su tutta la clientela, dalla riduzione delle spese di gestione dei rapporti alla minor incidenza delle commissioni nelle transazioni (leggi minori commissioni per bonifici e pagamenti elettronici, ad esempio).

Le critiche verso lā€™ipotesi di tassi negativi sui depositi, stranamente, non sono (ancora) arrivate dalle associazioni dei consumatori ma soprattutto dal lato sindacale, da esponenti delle associazioni dei dipendenti bancari che non vedono o non capiscono la ratio della proposta di Mustier, forse perchĆ© poco avvezzi alla lettura dei bilanci bancari o forse perchĆ© da troppo tempo fuori dalle dinamiche del mercato per comprendere che la riduzione del costo della raccolta andrebbe a vantaggio di tutti, sia della banca sia dei clienti sia dei dipendenti che pagano la tessera al sindacato perchĆ© permetterebbe di offrire a prezzi ben piĆ¹ competitivi i servizi finanziari e bancari con un credibile stimolo anche alla crescita dei volumi transati e della clientela, quindi con la possibilitĆ , prospettica, di migliorare sia le remunerazioni di categoria sia i tassi di impiego.

Lā€™obiezione dellā€™aumento di costi lato clientela ĆØ quasi ridicola perchĆ© questi sarebbero assorbiti solo da coloro che decidessero di mantenere grossi patrimoni liquidi sui conti senza impiegarli (fosse anche solo in fondi monetari o PCT) mentre si rileverebbero vantaggi dati dalla riduzione dei costi per tutti gli altri, privati o aziende.

Nonostante quanto si dica oggi, in Italia, il costo medio del c/c ĆØ ancora conveniente rispetto al resto dā€™Europa, infatti nel 2018 questo ĆØ stato calcolato da Banca dā€™Italia a 79.4 euro allā€™anno, in diminuzione di oltre il 26% rispetto al valore registrato nel 2011, contro i circa 114 euro di costo medio interno allā€™UE, la diminuzione dei costi di raccolta permetterebbe unā€™ulteriore limatura, teoricamente, rendendo, quindi, i servizi bancari piĆ¹ convenienti per tutti a discapito solo e soltanto dei chi scegliesse volontariamente di mantenere completamente liquido il suo patrimonio.

ƈ evidente, quindi, che lā€™idea di Mustier, per quanto sembri provocatoria, sia legata a una visione di buon senso e prospetticamente al miglioramento del servizio bancario anche perchĆ©, ricordiamo, il conto corrente ĆØ un servizio e non un prestito da parte del cliente alla banca e come tale ĆØ corretto che sia tariffato anche perchĆ© dietro ad esso cā€™ĆØ il lavoro di molte persone e il mantenimento di una struttura operativa che vanno pagati.Ā Sarebbe da chiedere ai critici ā€œpreferite, sui grandi depositi, un tasso negativo irrisorio e perfettamente gestibile con altre strategie di gestione del risparmio oppure, come fanno alcune banche private in svizzera, lā€™apposizione di managing fee pari allo 0.5% del patrimonio per non meno di 1.000 o piĆ¹ franchi allā€™anno?ā€.Ā Non credo ci sia bisogno di risposta.

Solo una nota finale: lā€™applicazione di tassi negativi ai rapporti di conto corrente sono giĆ  realtĆ  in alcuni paesi come Svizzera, Danimarca e Germania, in Italia, perĆ², questa sarebbe resa inefficace dal Codice Civile che nel ā€œCapo XVI – Del conto correnteā€ allā€™art. 1825 prevede che ā€œSulle rimesse decorrono gli interessi nella misura stabilita dal contratto o dagli usi ovvero, in mancanza, in quella legale”.Ā In pratica si stabilisce che ciascun deposito costituisce un credito idoneo a produrre interessi che si suppongono non negativi, tutto il dibattito innescato dalla proposta di Mustier, quindi, senza una opportuna previsione di legge sarĆ  destinato a sgonfiarsi come una bolla di sapone.

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