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Le tante strade della politica

Parte il governo Draghi. Sulla durata sono aperte le scommesse, perché la politica è qualcosa di molto volatile, quindi nessuno può azzardare previsioni. Sull’effettiva capacità dei tecnici di gestire la nuova fase della politica, è tutta una scoperta. Possiamo immaginare, con qualche ottimismo, che il nuovo governo arriverà alla fine della legislatura. Questo perché nessuno può concedersi o permettersi un fallimento che sarebbe, questa volta, il fallimento di un intero Paese. Vorrebbe dire, in altre parole, che l’Italia non è in grado di proporre né politica né tecnocrazia. Doppia sconfitta, certo declassamento. Non tutti in Europa sarebbero scontenti di poter dire: “Possiamo fare senza di voi”.

A questo punto, visto l’ottimismo che è d’obbligo, possiamo immaginare quali saranno le prospettive e le scommesse del futuro. Se Draghi dovesse arrivare alla fine della legislatura avremmo necessariamente un candidato alla Presidenza della Repubblica. Peccato che nel frattempo le elezione dovrebbero essersi già svolte. Perché notoriamente il mandato di Sergio Mattarella finisce un anno prima della legislatura. Si pensa, in più di un ambiente, che si possa arrivare ad una sorta di proroga dell’attuale Capo dello Stato. Attenzione, le proroghe non esistono, la  Costituzione dice: o a casa o altri 7 anni. E’ una rielezione, nessuna proroga. Altrimenti sarebbe un colpo di Stato.

Allora cosa si può fare? Proviamo a immaginare – e molti già immaginano – che Mattarella possa essere riconfermato, salvo poi andarsene prima del 14esimo anno al Quirinale. Potrebbe essere un’idea visto che l’uomo, inteso come Mattarella, di certo è uno che la Costituzione la sa rispettare. Ma poi chi lo sa, perché dopo la rielezione di Mattarella ci sarebbero le elezioni politiche, e chissà quelle come vanno a finire. Quindi rischieremmo, sarebbe certo un rischio piacevole, di tenerci Mattarella anche ben più di otto o nove anni. Potremmo arrivare addirittura a 14.

Seconda possibilità: magari un ministro dell’attuale governo se non addirittura il presidente del Consiglio. Quest’ultima ipotesi ci pare abbastanza lontana perché Mario Draghi sarà sempre impegnato sino alla fine sul risanamento dei conti pubblici e il rilancio dell’economia. E allora ci resta la carta del ministro. Un nome magari inizia già a circolare, un nome che piacerebbe a tutti, ma è ancora presto per tirarlo fuori. La politica ha tante strade da percorrere e indicarle tutte e subito vorrebbe dire chiuderle.

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